Secondo i Carabinieri, che indagavano da maggio 2020, era un’azienda a conduzione familiare, dedita allo smercio di droga in media Valle. All’inizio di quest’anno, il 18 gennaio a finire in manette era stato il primo socio, Enrico Rodà (54 anni), “pizzicato” a Châtillon con due etti di eroina, e negli scorsi giorni è stata arrestata anche la sua convivente, Monica Bezza (37, Saint-Vincent), accusata di concorso con l’uomo nello spaccio.
Nell’attività investigativa denominata “Take away”, i militari del Nucleo operativo radiomobile della Compagnia Carabinieri di Châtillon/Saint-Vincent, sono arrivati a ricostruire 188 episodi di cessione di droga. Il “modus operandi” era collaudato: i consumatori (ne sono stati individuati oltre una decina) si recavano direttamente a casa degli arrestati per ritirare la “merce”, previo appuntamento telefonico, per verificare l’effettiva disponibilità, proprio come in un servizio d’asporto alimentare.
Dalle indagini, che hanno visto anche la Polizia locale della cittadina termale collaborare con l’Arma, è emerso inoltre che il “business” familiare fruttava dai 2mila ai 7mila euro al mese. Proventi di tutto rispetto, tuttavia non corrispondenti alla situazione formale della coppia, accertata dai militari nelle investigazioni: l’uomo è risultato infatti ricevere il reddito di cittadinanza, nonché pacchi alimentari della Croce Rossa Italiana.
La Procura ha così chiesto al Gip del Tribunale l’ordinanza di arresto della donna, che l’ha concessa. Eseguito il fermo, Bezza si trova ora ai domiciliari. Al momento dell’arresto di Rodà, i militari avevano anche sottoposto a perquisizione l’abitazione, rinvenendo 2 bilancini di precisione e 960 milligrammi di metadone. Evidenze che, assieme alla disponibilità di stupefacente, avevano corroborato il quadro indiziario complessivo, sfociato nella chiusura del “take away”.