“Ho deciso di buttarmi, soprattutto perché riguarda il mio lavoro; e io amo il mio lavoro”. Ravioli alla Valpellinentze e pasta marchigiana: sono i piatti che Annamaria Dublanc, titolare dell’Osteria dell’Isola di Arnad, ha preparato dialogando con Alessandro Borghese. L’appassionata cuoca è stata ieri sera protagonista alla trasmissione “Cuochi d’Italia”.
Come sei diventata concorrente della trasmissione?
Mi hanno chiamata loro proponendomi di partecipare, ho fatto i provini, riflettuto un po’ e ho accettato quasi immediatamente. Ho voluto affrontare questa opportunità per mettermi alla prova, anche se non è semplice. Visto che il periodo è grigio, ho pensato che mi avrebbe dato un po’ di luce nei pensieri e qualcosa di bello a cui pensare.
Ti saresti mai aspettata di essere la protagonista a una puntata televisiva?
No, assolutamente. E’ stato un onore per me essere stata chiamata. Io seguo queste trasmissioni perché essendo cuoca mi appassionano, e ricevere una chiamata dalla redazione è stato uno shock, un fulmine a ciel sereno, una gioia immensa!
Quando e dove hai vissuto questa esperienza?
La puntata è stata girata il 22 gennaio e lo studio si trova a Cologno Monzese, vicino a Milano.
Come si svolge la sfida?
I due concorrenti propongono tre piatti a testa, tradizionali o rivisitati, e ognuno ne deve scegliere uno del rivale da realizzare. Se non si vuole fare uno dei piatti proposti dal concorrente avversario si può sempre scegliere la cloche misteriosa che propongono i due giudici, dando degli indizi. Contemporaneamente entrambi i competitori cucinano il piatto di uno e poi dell’altro. Per ogni preparazione si hanno trenta minuti di tempo.
Cosa avete cucinato tu e la tua sfidante?
Il piatto tipico dell’avversaria che ho cucinato è stato una pasta marchigiana con prosciutto crudo, limone e parmigiano, mentre il mio era una rivisitazione della zuppa alla Valpellinentze. Si tratta di una mia ricetta che contiene tutti gli ingredienti del piatto tradizionale: la Fontina, il cavolo, il pane e il brodo, ma trasformato in raviolo.
Come è stato, su due piedi, cucinare un piatto a te sconosciuto?
Quel piatto marchigiano mi interessava e ci ho provato. Non è stato difficile prepararlo, piuttosto è stato il contesto ad essere un po’ difficoltoso. Avrei voluto fare qualcosa in modo diverso ma i tempi non sono bastati. Avrei potuto fare di più. Invece la mia pietanza l’ho fatta come doveva essere fatta, e sono soddisfatta. La difficoltà della sfida è proprio questa: dover cucinare qualcosa che magari non si è mai fatto. Per me la sua ricetta era abbastanza semplice, invece la mia sfidante ha detto che ha trovato difficoltà nel preparare la mia rivisitazione. Lei l’ha a sua volta rivisitata e ovviamente era molto diversa dalla mia versione. In particolare ha avuto parecchi problemi a fare la fonduta, ma alla fine è riuscita a farla a modo suo.
Altre difficoltà che hai riscontrato?
Cucinare in una postazione che non è quella di tutti i giorni, trovare il necessario, gli utensili… E io sono abituata al gas, invece lì c’erano i piani a induzione. In più sotto ai riflettori un po’ di ansia c’è.
Come è stato svolgere il tuo lavoro in uno studio televisivo invece che nella tua cucina?
E’ un mondo totalmente diverso, inimmaginabile: ero sotto ai riflettori con le telecamere puntate addosso e con un’emozione molto forte, ma è stato veramente bello. Oltre a cucinare si dialoga con i giudici, che fanno domande, e il tempo è limitato. E’ abbastanza frenetico, ma l’ambiente bellissimo. Mi hanno fatta sentire a mio agio, come se fossi stata nella mia cucina, non mi hanno messa per niente in difficoltà.
Qual è il premio?
Il vincitore del campionato ha vinto 10.000 euro, mentre noi avevamo tutte le spese pagate sia del viaggio che dell’albergo.
Con quale spirito hai partecipato alla competizione?
Purtroppo io sono stata esclusa per due punti, e ha vinto la ragazza delle Marche, ma io non la sentivo come una competizione. Sono andata con umiltà, non con uno spirito competitivo, perché non fa parte di me, che sono una persona umile. Ho partecipato per vivere qualcosa di nuovo e che mi desse un’emozione, con l’idea di proporre i miei piatti e sperare che piacessero ai giudici.
Cosa ti porterai a casa da questa esperienza?
E’ stata un’esperienza bellissima! L’ho trovata piacevole e mi ha lasciato veramente tanto, regalandomi tantissime emozioni e un grande bagaglio. In un momento così difficile mi ha dato la carica e la voglia di dare di più e lavorare sempre meglio.
Ribadisci, e si sentono, le forti emozioni che hai provato. Quali sono state le principali?
Ho avuto un pochettino di ansia, ma è stata più un senso di felicità. L’emozione più forte è stata il fatto di essere lì, di vivere sensazioni nuove, soprattutto perché legate al mio lavoro che amo così tanto. E’ stata un’emozione di felicità come lo è d’altronde il mio lavoro, che mi dà grandi soddisfazioni. Non potevo chiedere niente di meglio: sono soddisfatta di me stessa e mi sono trovata benissimo. E conoscere i giudici, che sono splendidi, soprattutto Alessandro Borghese: è alla mano, cortese, simpatico, una bellissima persona.
Come hanno reagito i tuoi clienti alla notizia?
Mi hanno gratificata con tantissimi complimenti; erano davvero contenti! Erano felici anche del fatto che pure la Bassa Valle potesse partecipare come rappresentante. E penso che mi abbiano seguita questa sera!
E le tue collaboratrici?
Erano entusiaste! Felicissime! Una collaboratrice e una mia amica, Susanna Duguet e Denise Dalle, mi hanno accompagnata assistendo come pubblico. Loro sono state la mia forza e la mia spinta, mi hanno dato una carica di positività sulle spalle e mi hanno fatto vivere serenamente e con coraggio questa esperienza grazie ai loro applausi e alla loro simpatia. Oltre a loro, volevo ringraziare le altre persone che mi sono state vicine in questa avventura. Posso?
Certo. Chi altro ti preme ringraziare?
La mia famiglia, tutte le mie collaboratrici di lavoro, le mie amiche e l’Amministrazione e il Comune di Issogne che mi ha reso onore e gratificata per questa partecipazione. Mi ha fatto un piacere immenso.
Perché sei cuoca?
Non ho un attestato in mano però la cucina è sempre stata la mia passione, fin da giovane, già da bambina. L’ho coltivata, ho sempre studiato ricette, provato, e poi è arrivata l’occasione di prendere questo ristorante. Questo è stato un sogno che si è avverato. Ho sempre voglia di imparare, sperimentare ricette nuove o frequentare corsi online con cuochi e pasticceri. E’ il mio mondo, ho trovato la mia dimensione. E’ molto faticoso ma è ciò che rispecchia di più quello che io sono. Secondo me i piatti trasmettono quello che si è: l’animo del cuoco arriva al cliente a tavola. Questa è la più grande gratificazione. Quest’anno sono undici anni che gestisco la mia Osteria dell’Isola, e più vado avanti più capisco che è una gratificazione immensa che mai avevo immaginato. Ci sono dei momenti duri, il lavoro impegna tantissimo ma è appagante. E’ la mia vita e sono veramente felice di avere scelto questa strada.
Quali sono i tuoi cavalli di battaglia in cucina?
A me piacciono tanto i dolci ma in linea di massima faccio tutto. Prevalentemente propongo piatti tipici valdostani, ma anche cose alternative con occhio moderno, provo impiattamenti diversi, cimentandomi nella cucina italiana e straniera.
Le pietanze hanno subito variazioni durante il periodo di asporto forzato?
Senz’altro non si può proporre da asporto tutto quello che si serve al ristorante, anche perché alcune pietanze vanno impiattate e servite subito. Questo periodo particolare ci ha messo tutti in difficoltà, è anche per questo motivo che ho accettato di tuffarmi e partecipare alla trasmissione.
Vorresti rivivere un’esperienza in televisione?
Se è in ambito culinario sì, perché mi piace. Per chi non l’ha mai vissuto entrare in quel mondo è qualcosa di particolare, e effettivamente a me è piaciuto tantissimo. Per cui, perché no?