“Across the Alps” è il titolo che la guida alpina valdostana Edoardo Colombo, ha scelto per il film destinato a documentare la singolare avventura da lui vissuta. Un volo in parapendio attraverso i cieli di tutto il Nord Italia (e non solo): da Gressoney a Gorizia, in soli quattro giorni. Per ora è disponibile un trailer da tre minuti, che restituisce con eloquenza la poesia del primo decollo sul Monte Rosa innevato e dell’arrivo a 15 km dall’Adriatico. La realizzazione dovrebbe essere completata entro la fine di luglio.
Nel frattempo, Colombo ha ancora addosso l’adrenalina dell’esperienza di cui è stato protagonista. A dire il vero, il progetto era molto diverso. “Avevo preparato a lungo il volo, – racconta – ma il progetto era di metterci, ad essere bravi, almeno quindici giorni. L’idea era di alternare tratti di volo al viaggiare a terra e conoscere persone. Un po’ come avevano fatto i miei genitori da ragazzi, un mese in giro per l’Europa”. Per questo, prepara uno zaino adeguato per l’assenza prolungata, con 20 chili di materiale, inclusi tenda e sacco a pelo.
Però, una volta staccati i piedi da terra in Valle (Gressoney è il luogo ove vive), venerdì scorso, 25 giugno, tutto cambia. “Quando ho la testa sotto la vela, mi si chiude la vena. – scherza Colombo – Mi sono concentrato e, alla fine, avevo percorso quasi 200 km”, arrivando all’Aprica (Sondrio, all’inizio della Val Camonica). Una tappa da quasi otto ore, con panorami mozzafiato, sopra il lago Maggiore e la Valtellina. E’ lì che il pilota intuisce che il progetto può assumere i contorni dell’impresa, ma siccome a regolare gli spostamenti sono le correnti, la certezza di ripetere uno spostamento tanto particolare non esiste.
“Pensavo di essere stato molto fortunato – aggiunge – e mi sbagliavo di nuovo”. Il secondo giorno in aria è “un volo ancora più bello” del precedente e regala al pilota attimi indimenticabili, come il passaggio su Bolzano, quasi fino a toccare le Dolomiti. Non mancano, in quel frangente, le difficoltà: “ad un certo punto, sono stato risucchiato dalle nubi (gli è accaduto tre volte, ndr.) e, riuscito ad uscirne, avevo in faccia la Marmolada”. Oltre a un’immagine mozzafiato è il segnale che Edoardo stava atterrando a Cortina d’Ampezzo, dopo altri 150 km, dove lo attendeva un amico. La possibilità si fa obiettivo: essere a Gorizia in 4 giorni.
La domenica in volo, salutate le Tofane accarezzate dal sole mattutino e impresso in maniera indelebile il superamento delle Tre Cime di Lavaredo, costringe però a Colombo di fare i conti con un elemento imprevisto. Esaurite le Dolomiti, l’orizzonte si apre e la pianura, con le temperature ben diverse (più elevate), gli sputa addosso la brezza di fondo valle. Non esattamente un fattore amico per il volo a vela (“più ti abbassi, più il vento aumenta, meglio stare a 3mila metri”). Lo “stop”, con un atterraggio non semplice, seguito da un’obbligata camminata sull’asfalto, sotto il sole canicolare, arriva a Gemona del Friuli, in provincia di Udine.
Il pilota (che è anche guida di mountain bike, a completamento di una passione totale per la montagna e gli spazi aperti) però, non si perde d’animo e da lì riparte per l’ultimo tratto dell’impresa. Sopra Caporetto nota dei grandi rapaci attorno a lui e “sembrava quasi che mi indicassero il percorso”, ma le “termiche” (le correnti ascensionali che permettono la progressione del volo in parapendio) scompaiono improvvisamente, obbligandolo ad un atterraggio in Slovenia, “in un paesino sperduto”. Da lì, con l’aiuto di due operai che lo caricano sul loro furgone, viene accompagnato su una collina dietro Gorizia.
Riesce a decollare nuovamente, raggiungendo quota mille metri, quando scorge – una ventina di chilometri davanti a sé – la distesa blu che si staglia oltre la terraferma. “Il mare, il mare, ce l’abbiamo fatta” lo si sente continuare a ripetere nel trailer del film, emozionato e felice come un bambino. Perché il volo, da sempre, attiene ai sogni e in quell’istante, a 600 chilometri di distanza da dov’era partito, se n’era appena avverato uno. Ad occhi aperti.