Un traffico di armi antiche, illecitamente esportate dall’Italia attraverso il tunnel del Monte Bianco, è stato smascherato da un’operazione congiunta dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e dai Carabinieri del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale. Battezzata “Rifle”, ha visto denunciare due persone a piede libero, oltre alla collaborazione dei funzionari doganali francesi e del personale del Ministero della cultura.
Le indagini sono state avviate con il controllo – effettuato dalle autorità transalpine all’uscita del traforo a Chamonix – di un furgone Volvo immatricolato in Italia e condotto da un cittadino italiano titolare di un’armeria a Torino. Occultato nel mezzo è spuntato un vero e proprio arsenale, composto tra l’altro da trentatré fucili ad avancarica, tre baionette, uno spadino, due pistole da duello e quattro cannoncini a carica anteriore, oltre ad una scultura di una figura equestre rampante.
I beni, definiti “di indubbio interesse storico e di notevole valore commerciale”, risultavano sprovvisti dell’attestato di libera circolazione previsto dal “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” per l’uscita dal territorio nazionale. E’ quindi scattata la segnalazione all’autorità giudiziaria (per il reato di esportazione illecita) dei due cittadini italiani coinvolti.
Parallelamente, la Direzione antifrode e controlli dell’Agenzia delle dogane e il Ministero della Cultura, coadiuvati dai militari del Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale, hanno preso contatti con l’amministrazione francese per ottenere la restituzione dei manufatti storici che viaggiavano indebitamente sul furgone.
“Un’operazione sinergica – si legge in una nota – che conferma la consolidata collaborazione tra le Dogane e l’Arma dei Carabinieri, nonché una trasversale attività di intelligence condivisa con l’autorità doganale francese, che ha reso possibile il successo dell’operazione finalizzata, nel caso specifico, al contrasto del traffico illecito internazionale di beni culturali”.