La regione Lombardia, che ha il ruolo di capofila nella gestione del progamma di cooperazione transfrontaliera Italia-Svizzera, non ha ritenuto sufficienti le spiegazioni date dalla Grand-Combin a proposito dell’affidamento di incarichi aggiuntivi allo studio Cortese di Aosta, specializzato in progettazione europea. Venerdì scorso è stata perciò comunicato all’Unité l’avvio di una procedura di recupero delle spese irregolari per poco meno di 600 mila euro.
La vicenda era partita da una segnalazione dell’Area Finanze della Regione Valle d’Aosta. I fatti contestati riguardano l’affidamento di incarichi aggiuntivi allo stesso vincitore del bando iniziale di 209 mila euro, senza alcun passaggio formale di gara. Dopo la prima gara l’Unité ha quindi continuato a far gestire le progettazione e il coordinamento delle iniziative finanziate con i fondi europei allo stesso studio, l’unico che si era presentato, senza più rinnovare il bando.
La somma di denaro contestata, fondi europei e statali, è stata spesa negli anni scorsi per finanziare una cinquantina di progetti: "Autour des barrages", "Grand-Saint-Bernard 360°", BTW Biosphère Transfrontalière Val d’Hérens-Valpelline". Si tratta perlopiù di opere per la valorizzazione turistica del territorio, che investono settori come turismo ed agricoltura, come il raggiungimento della piena fruizione della Via Francigena o l’istituzione di una riserva naturale.
La situazione non è semplice, perché la cifra è al di fuori delle possibilità dell’Unité, che potrebbe a questo punto tentare la strada di un ricorso aggiuntivo al Tribunale amministrativo. Sulla questione, interrogato a maggio dal consigliere regionale Alpe Alberto Bertin, il presidente della Giunta Augusto Rollandin era stato chiaro: «Le spese irregolari resteranno a totale carico dell’Unité».