Le “croci” tracciate con l’uso di vernice nel Vallone delle Cime Bianche, dentro e fuori l’area protetta, sono opera dei professionisti incaricati da Monterosa Spa dello studio di fattibilità sul collegamento intervallivo. A spiegarlo oggi in Consiglio regionale è stato l’Assessore Luigi Bertschy.
“Le croci sono oggetto dello studio di rilievo topografico da parte della società che si è vista assegnare l’attività di studio. “Le croci servivano per un rilievo di tipo aereo, non hanno alcun significato in termini di tracciato” ha detto in aula l’Assessore, che nel complimentarsi con la nuova amministrazione di Ayas non ha mancato di sottolineare come nel programma della lista unica compaia il progetto intervallivo. “La comunità di riferimento si è da poco espressa, questo è un segnale che crede nel progetto”.
Posizione non condivisa da Chiara Minelli: “Ho letto il programma della lista di Ayas e per quanto riguarda il progetto del collegamento, c’è una frasetta nel programma, segno che anche lì qualche mediazione è stata necessaria”.
Sulle quindici croci tracciate la consigliera ha invece evidenziato: “Se non riguardano un tracciato, diventa difficile capire a cosa sono propedeutiche in un rilievo topografico. Mi pare comunque ci sia una modalità irrispettosa dell’ambiente di operare fin dalle fasi dello studio”.
A denunciare la presenza delle croci era stati nelle scorse settimane Varasc.it e Adu Vda. “C’è sicuramente una logica nella tracciatura di queste croci, ed è escluso qualsiasi atto goliardico. Delineano un percorso facilmente riconoscibile, con arrivo nella zona degli impianti sulla testata del Vallone e oltre, lato Valtournenche.