Sparsi tra Media e Bassa Valle, da Saint-Denis a Pont-Saint-Martin, i 150 olivicoltori della Valle d’Aosta si sono riuniti sotto una fresca associazione, sorta proprio quest’anno. L’Associazione Valdostana Olivicoltori, siglata “Avo” è un ente non commerciale e senza scopi di lucro, la cui sede provvisoria è posta al numero 1 di via Balme, a Donnas. E’ proprio questo il paese in cui è sorta l’associazione, presieduta da Mario Martinelli, uno dei primi olivicoltori della nostra regione.
Le piante di olivo in Valle d’Aosta in questo momento sono circa 3600, da ognuna delle quali si ricavano, stimando, 10 kg di olive, per un totale di 35.000 kg. Questi corrispondono ad una produzione di circa 40 quintali di olio, prodotto che vanta caratteristiche chimico, fisiche e organolettiche di altissima qualità.
Rispetto a qualche anno fa “l’incremento dell’attività è stato notevole” osserva il presidente “ma si prevede un aumento ancora maggiore, già annunciato da vecchi e nuovi coltivatori”.
L’associazione è nata con lo scopo di valorizzare la pianta dell’olivo, tutelare la qualità del prodotto finale (rispettando le norme politiche agricole comuni, regionali e nazionali) e allo stesso tempo recuperando il territorio. Quella dell’olivo, infatti, “non è una coltivazione che sostituisce altre esistenze, ma è un valore aggiunto. Gli olivi possono essere piantati in ambienti abbandonati contribuendo alla gestione del territorio” spiega Martinelli.
Le prime ambizioni dell’associazione sono quelle di informare la popolazione riguardo all’esercizio di olivicoltore, attraverso visite sul luogo, corsi di formazione, attività di sperimentazione in collaborazione con l’Institut Agricole Régional e convegni a carattere evocativo con la degustazione dei nuovi prodotti.
Inoltre, è in progetto la costruzione di un nuovo frantoio professionale, visto che al momento le olive vengono pigiate nei frantoi di Settimo Vittone e Vialfrè.
Si vuole, ovviamente, anche offrire supporto tecnico agli olivicoltori.
Tanto è vero che l’ente è costituito “da coloro che mostrano interesse nella coltura dell’olivo e del recupero ambientale dei suoli montani” specifica Martinelli.
Era stato proprio Dario a maturare e a mettere in pratica per primo l’idea di piantare un olivo per recuperare un terrazzamento di Donnas che rischiava di essere infestato da una boscaglia. Era il 1985, e all’inizio degli anni Novanta fu pronto il primo olio. “La qualità era eccezionale, quindi abbiamo fondato Asspo (Associazione Piemontese Olivicoltori). Io ho anche partecipato alla realizzazione del frantoio di Settimo Vittone. Ho un’esperienza trentennale in questo impiego”. Ora il presidente gestisce 180 olivi sparsi su un terreno di quasi 5.000 metri quadrati.
L’associazione non si chiude le porte: anche se è appena nata e comprende già 150 iscritti, è aperta ad altri enti e associazioni, anche dal Piemonte. “Lo statuto lo prevede” certifica Martinelli.