Rapporto Caritas: la più alta incidenza di nuovi poveri è in Valle d’Aosta

Nell'anno della pandemia sono emerse nuove situazioni di fragilità. Le richieste di aiuto alla Caritas, da parte di chi si è improvvisamente trovato senza fonti di reddito, sono avvenute per telefono.
Rapporto Caritas su povertà ed esclusione sociale. Fonte: Canva.
Società

In Valle d’Aosta affiora la povertà. Con il 61,1% la Valle è la regione italiana con la più alta incidenza di nuovi poveri, cioè coloro che si sono rivolti alla Caritas per la prima volta. A svelare il dato è il Rapporto Caritas 2021 su povertà ed esclusione sociale in Italia.

Seguono la Valle d’Aosta Campania (con il 57%), Lazio (52,9%), Sardegna (51,5%) e Trentino – Alto Adige (50,8%).
Oltre ad aggravare le situazioni di povertà cronica, la crisi sanitaria ed economico-sociale causata dalla Pandemia ha fatto emergere nuove situazioni di fragilità. “Delle persone supportate nell’anno di diffusione del Covid-19, quasi la metà, esattamente il 44%, ha fatto riferimento alla rete Caritas per la prima volta proprio in questo tempo, senza particolari differenze tra italiani e stranieri” si legge nel Rapporto 2021.

Sebbene l’incidenza delle famiglie in povertà assoluta si concentri nel Mezzogiorno, è nelle regioni del Nord che si registra la crescita più ampia. Un Nord Italia, caratterizzato da alti tassi di mortalità e assenza di fonti di reddito, dove, nel corso di un anno, la povertà familiare è passata dal 5,8% (2019) al 7,6% (2020).

Nel drammatico quadro dipinto dal Rapporto, la Caritas ha cercato, attraverso l’ascolto e l’aiuto economico, di stare accanto alle persone in difficoltà. Le situazioni di marginalità e vulnerabilità sono state inasprite dalla Pandemia. Isolamento sociale, disoccupazione e malattia sono solo alcuni esempi.

Ma chi sono i nuovi poveri?

Andrea Gatto, direttore della Caritas Diocesana di Aosta, spiega che “le richieste di aiuto sono arrivate da persone, con famiglie a carico, che hanno improvvisamente perso il lavoro”. Uomini e donne di origine italiana e straniera, residenti in Valle da tempo. Vario il genere e varia l’età. Gatto segnala invece la “stabilità” dei senza dimora, cosiddetti “poveri cronici”.
Il primo ‘accesso’ spesso è avvenuto tramite una telefonata” racconta Andrea Gatto. “Nel periodo del lockdown, per implementare i servizi di necessità, abbiamo attivato un numero verde che ha consentito il contatto anche da parte di persone lontane da Aosta”. “Abbiamo messo a disposizione parecchie risorse economiche per il sostegno alle famiglie”: dalla spesa per gli alimenti al pagamento di bollette e affitti. Sarebbero proprio questi i servizi più richiesti dai “nuovi poveri” che per domandare aiuto hanno sollevato la cornetta.

Nel 2020, per rispondere all’allarme povertà la Caritas ha offerto un ampio ventaglio di aiuti: dormitori, distribuzione di pasti da asporto, centri di ascolto e raccolta abiti. Tra circa un anno e mezzo, tutti i servizi di prima accoglienza, destinati perlopiù a persone in situazione di grave marginalità, si concentreranno nella Casa della Carità ad Aosta. Il cantiere è iniziato nel settembre 2020. La struttura ospiterà un centro di ascolto, una mensa, docce, un ambulatorio medico, una cucina e spazi dedicati alle accoglienze temporanee.

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