Matteo Stella dall’Everest “nel giardino di casa” ad una cima nepalese per solidarietà

Artefice di una “bizzarreria sportiva” nel primo lockdown e vittima di un brutto incidente in parapendio, il 31enne di Courmayeur partirà alla volta del Nepal con Riccardo Bergamini per scalare il Cholatse e aiutare l’orfanotrofio di Kathmandu anche grazie alla scuola dell’infanzia Proment.
Matteo Stella e Riccardo Bergamini
Società

Questa volta su una montagna nepalese Matteo Stella salirà per davvero. Dopo aver “scalato l’Everest nel giardino di casa” durante il lockdown del 2020, il 31enne di Courmayeur è in partenza per il Nepal, dove nei prossimi giorni affronterà il Cholatse, montagna di 6.440 metri di altezza poco conosciuta e battuta. Le storie dietro questo viaggio, però, non parlano di una semplice escursione alpinistica, ma di solidarietà e – anche se in questi casi è un termine spesso abusato – di riscatto personale.

Già, perché Matteo Stella appena 6 mesi fa se l’è vista davvero brutta: “Sono uno che tende a svalutarsi un po’, ma posso affrontare con una punta d’orgoglio questa spedizione perché ho avuto un incidente in parapendio molto grave in cui mi sono rotto due vertebre, lo sterno ed ho avuto uno schiacciamento dei nervi del collo”, racconta. “Grazie al reparto di fisioterapia di Morgex, in particolare Giulia, ed alla mia passione e testardaggine mi sono rimesso in piedi ed in forma”.

Matteo Stella
Matteo Stella

Sul Cholatse Stella ci andrà con Riccardo Bergamini, alpinista esperto con il quale ha già affrontato il Denali in Alaska, la montagna più alta del continente nordamericano con i suoi 6.190 metri “e sicuramente la più fredda del mondo”. La montagna nepalese è stata scelta proprio per la sua poca fama: “Non è particolarmente alta, tenendo conto delle altre cime lì attorno, ma è molto difficile, almeno per il mio livello”, prosegue Stella. “Quello che ci affascinava è proprio il fatto che non sia turistica: probabilmente saremo da soli per chilometri, mi pare di aver capito che quest’anno non ci è ancora salito nessuno e forse saremo i primi italiani a farlo”. Un luogo “remoto, selvaggio e difficile, senza risonanza mediatica: cosa chiedere di meglio?”.

Per acclimatarsi, i due italiani dovranno affrontare un trekking di circa una settimana, tra cui il campo base dell’Everest. Poi attorno al 15 novembre inizieranno l’ascesa, sempre prestando molta attenzione alle condizioni meteo: dal campo base alla cima ci sono due campi intermedi ed una difficile cresta da affrontare in cordata.

Come detto, il racconto va al di là dell’alpinismo: Stella e Bergamini saranno degli “ambasciatori” della scuola dell’infanzia Proment di Courmayeur e di una di Lucca (luogo d’origine del compagno di spedizione del valdostano d’adozione), che sono stati coinvolti per aiutare l’orfanotrofio di Kathmandu. “Riccardo ci va spesso, porteremo quello di cui hanno bisogno e vorrei aprire un canale con la Valle d’Aosta. Tanti vogliono dare una mano a chi ha veramente bisogno, andare lì in prima persona aiuta a rendersi conto di queste situazioni”. Con i due, nella spedizione ci sarà anche una bandiera regalata a Matteo Stella dai bambini dell’asilo di Courmayeur con i loro disegni: “La porterò in cima al Cholatse”.

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