Il locale di Alfio Fascendini, il Vecchio Ristoro, è stato a lungo l’unico stellato di Aosta, la sosta gourmet che ogni intenditore voleva fare nel capoluogo e, nel 2019, quando lo chef e sua moglie Katia hanno passato la palla ai nuovi gestori, un’epoca è finita. Non è finita però la magia della cucina del cuoco che, dopo essere arrivato all’Albergo Italia del Colle del Gran San Bernardo, ha deciso di dedicarsi all’insegnamento: “Penso di avere sempre avuto una passione immensa per la cucina – racconta Fascendini -, in modo spontaneo ho sempre coltivato il piacere di insegnare ai giovani che lavoravano in cucina con me e vederli crescere da tantissima soddisfazione”.
Se la nuova avventura può sembrare un cambio di direzione e di vocazione, è lo stesso Fascendini a spiegare come e quanto le due strade siano incredibilmente unite e coerenti tra di loro: “Non considero questa nuova esperienza un cambio di direzione, ma piuttosto ritengo nel mio caso si tratti di un’evoluzione naturale, anche data dalla maturità professionale e dai tanti anni passati in cucina. Penso che potrebbe essere una buona esperienza avere la possibilità di trasmettere il mio sapere ai ragazzi che intendono intraprendere questo mestiere”.
I “tanti anni” di cui parla lo chef non sono solo simbolici, ma sono 43 anni spesi tra fuochi e stelle Michelin, a capo di brigate collaudate o a gestire aspiranti chef che, grazie a lui sono cresciuti e sono diventati a loro volta capo brigata: “L’insegnamento cambia molto rispetto al mondo delle cucine, perché in una cucina con una brigata ci si confronta con dei professionisti, che spesso sono già inseriti nel mondo del lavoro e che quindi vanno spronati perché possano migliorarsi e crescere professionalmente. L’approccio con i ragazzi della scuola deve essere invece molto pacato sopratutto a livello psicologico per stimolarli e appassionarli alla cucina traendone soddisfazione per il proprio mestiere“. L’Ipra accoglie quindi un cavallo vincente che completa un organico già di tutto rispetto e che porta permette alla scuola di continuare con i suoi progetti, ambiziosi e sempre più proiettati nel futuro, sempre costantemente concentrati nel preparare i ragazzi al mondo del lavoro.
Ed è proprio sul mondo del lavoro e su quello che serve ai ragazzi che lo chef Fascendini pone l’accento per spiegare come e quanto questa esperienza possa far crescere e migliorare anche una persona per cui le cucine e il lavoro “dietro le quinte dei ristoranti” non hanno più segreti: “Non sono in grado di rispondere a cosa serva al mondo della scuola per formare ragazzi in grado di rapportarsi in maniera efficace al mondo del lavoro. Credo che sia una domanda a cui darei una risposta prematura essendo nel mondo della scuola veramente da pochissimo tempo credo. Anch’io dovrò studiare e fare molta esperienza prima di poter dare un giudizio”.