I dettagli saranno spiegati presto, in una conferenza stampa assieme all’Amministrazione di Saint-Vincent, capofila del progetto, ma, nel frattempo, il Comune di Aosta è entrato a far parte della Reta Sai – il Sistema di accoglienza e integrazione –, per ospitare alcune famiglie di profughi afghani fuggite dopo il ritorno al potere, dopo vent’anni, dei talebani.
L’intenzione di aderire alla rete era stata annunciata lo scorso 22 settembre, mentre da piazza Chanoux si era rimasti in attesa di un decreto della Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese riguardante le coperture finanziarie.
“Il decreto che aspettavamo è arrivato – spiega l’Assessora comunale alle Politiche sociali Clotilde Forcellati –. Faremo assieme a Saint-Vincent, che è l’Ente capofila, una conferenza stampa per spiegare i dettagli. Ora loro dovranno introitare i soldi, dato che l’ampliamento della Rete Sai è stato accettato”.
Per prepararsi all’arrivo delle famiglie afghane – la Rete accoglie infatti i nuclei familiari, e non i singoli o le singole come i Cas, i Centri di accoglienza straordinaria, aprendo oltretutto a progetti di accoglienza integrata –, il Comune cerca nel Capoluogo diversi appartamenti: due con un minimo di due camere da letto (per 4 posti letto), con cucina, soggiorno e bagno; oppure un appartamento grande con almeno 3 o 4 camere da letto (dai 6 agli 8 posti letto), anche qui con cucina, soggiorno e un bagno o due.
Comune che, quindi, lancia anche un appello: “Ci aspettiamo circa una dozzina di persone – spiega ancora Forcellati –. Prima però dobbiamo avere certezza non solo del numero, ma anche della composizione delle famiglie, se ci siano bambini o meno. Alla fine del mese il Comune di Saint-Vincent introiterà il finanziamento per l’ampliamento e a questo punto si potrà partire. Abbiamo già a disposizione un appartamento abbastanza grande. Ne stiamo però cercando disperatamente un altro o altri due”.