Si è tenuto oggi, giovedì 1° ottobre, al Jardin de l'Ange di Courmayeur un convegno su "Ghiacciai e permafrost in Valle d'Aosta". Vi hanno preso parte numerosi studiosi valdostani e non. Nel corso della giornata sono stati toccati molti argomenti. In mattinata Martin Funk, studioso del Vaw-Eht di Zurigo ha parlato della situazione delle Grandes Jorasses e, in particolare del seracco Whymper.
Esistono due tipi di ghiacciai, quelli con acqua e quelli secchi, senza acqua. Quello delle Jorasses appartiene al secondo tipo. Il distacco del seracco non è quindi da attribuire a un aumento della temperatura e allo sciogliersi dei ghiacci, si tratta invece di un fenomeno ciclico, che si ripete più o meno ogni dieci anni. Il distaccamento avviene quando si supera il punto d'equilibrio, o meglio, quando il ghiacciaio acquista un volume eccessivo. E' a quel punto che il seracco si stacca finendo a Valle. Da quel momento la superficie del ghiacciaio torna a crescere.
L'allarme era scattato lo scorso ottobre. "Per il momento – spiega Federica Cortese, presidente della Fondazione montagna sicura – siamo in una fase stazionale e non siamo in grado di dire quando ci sarà il distacco". L'ideale sarebbe che venisse giù in questo periodo: la neve creerebbe un rischio maggiore, soprattutto per il possibile formarsi di valanghe. Per la Valle i ghiacciai sono una realtà importante e rappresentano circa il 4 per cento del suo territorio. La loro superficie negli ultimi trent'anni è notevolmente diminuita.
I relatori hanno parlato anche del permafrost, e delle ricerche che la Regione, l'Arpa e Montagna sicura stanno portando avanti. Il permafrost è quella parte di territorio perennemente ghiacciata. Edoardo Cremonese (dell'Arpa VdA) spiega che è importante studiarlo perché potrebbe rivelare molto sugli effetti dei cambiamenti climatici. Un forte innalzamento della temperatura, a lungo andare, potrebbe portare allo scioglimento del permafrost o, almeno, a una parte di esso. Le conseguenze sono le frane. Il ghiaccio funge da colla, sciogliendosi si crea acqua, che non è più in grado di tenere "incollate" le pareti. Nascono cosi delle frane, che sono state particolarmente frequenti nell'estate del 2003, ricordata come una delle più calde dell'ultimo secolo. "Da quel momento – aggiunge Alex Theodule, geologo di Montagna Sicura – il bilancio dei ghiacciai è sempre stato negativo, è più quello che perdono di quello che guadagnano".
Redazione Aostasera