Legambiente contro la Legge Omnibus: “La Giunta abdica sulle concessioni”

L'associazione ambientalista critica la Legge regionale, ancora da approvare in Consiglio: "Nella nuova proposta il rilascio delle nuove concessioni bypassa la Giunta e viene disposto direttamente dal Presidente su proposta del dirigente competente".
L'acqua di Talapé
Politica

Non piace, a Legambiente Valle d’Aosta, la legge di manutenzione dell’ordinamento regionale, convenzionalmente chiamata Omnibus. Secondo l’associazione, con questa norma, “la Giunta Regionale abdica alle sue prerogative sulle concessioni delle acque”.

“Fra i 34 articoli, che spaziano dai giochi tradizionali alle operazioni finanziarie della Cva, dalla riclassificazione delle piste da sci alla concessione di impianti a fune – scrive Legambiente –, troviamo l’articolo 24, poche righe che riguardano una modifica alle competenze che la Giunta Regionale può esercitare nel decidere delle sorti delle acque dei valdostani”.

Modifica che tocca la Legge regionale n.4 del 1956 “norme procedurali per l’utilizzazione delle acque pubbliche in VdA” – prosegue l’associazione ambientalista –, nella quale si prevedeva che tutta la materia delle concessioni fosse di competenza della Giunta e nella quale, nella sua formulazione originale, il Presidente della Regione si limitava ad assumere l’atto di Decreto “in esecuzione di conformi delibere dei competenti Organi regionali”.

Ora tutto cambia: “Nella nuova proposta, invece il rilascio delle nuove concessioni bypassa la Giunta e viene disposto direttamente dal Presidente su proposta del dirigente competente in materia di Demanio Idrico”, lamenta Legambiente, che aggiunge: “Non sono chiare le motivazioni che spingono la Giunta a spogliarsi di una prerogativa così importante, al punto da delegarla al dirigente. È ben vero che l’atto finale resta il Decreto del Presidente, ma abbiamo verificato, espressamente nel caso di Cortlys (una centralina idroelettrica sulla cui costruzione il nostro Circolo si oppone da ormai una decina di anni), che il Presidente non è entrato nel merito neppure di fronte ad una segnalazione di presunta illegittimità dell’atto”.

Non solo: “Negli anni, in questo come in altri casi, abbiamo verificato che il Presidente assume l’atto del dirigente, che considera tecnicamente insindacabile, e lo santifica con un decreto – si legge ancora nella nota –. Ma con l’attuale proposta di modifica, la Giunta d’ora in poi rimarrà addirittura del tutto esclusa dalle procedure di rilascio delle concessioni; al limite potrebbe anche restare all’oscuro dell’assunzione del provvedimento, ovvero non avrà più voce in capitolo”.

Da qui, il dubbio: “Pecchiamo forse di presunzione – scrive ancora l’associazione – ma temiamo che la modifica sia stata assunta per ‘fare un dispetto a Legambiente’, che nel caso relativo a Cortlys ha aspramente criticato un modo di procedere del Presidente, che non solo ha ignorato le richieste dei cittadini, ma ha anche evitato di coinvolgere la Giunta. Ci dispiacerebbe se Cortlys rappresentasse il pretesto per una scelta tanto scellerata da lasciare da qui in poi solo nelle mani di un dirigente il destino delle nostre acque”.

Infine, l’appello: “Chiediamo ai consiglieri regionali di riflettere bene su questa autoriduzione di competenze: nell’ultima tornata elettorale tutti i partiti avevano promesso che si sarebbero occupati di tutelare le acque valdostane. E invece, dopo che sono state progressivamente regalate ai privati dell’idroelettrico, rischiamo che si deleghino tutte le future scelte ad un dirigente”.

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