Riapriranno domani, sabato 20 agosto, i rifugi di Tête Rousse e del Goûter, sul versante francese del Monte Bianco, chiusi dallo scorso 5 agosto per le condizioni di pericolo derivanti dalla siccità e dalle temperature elevate in quota. Lo ha deciso Jean-Marc Peillex, il sindaco di Saint-Gervais-Les-Bains, comune dell’Alta Savoia ove sorgono le due strutture, che già aveva decretato il “semaforo rosso” all’inizio del mese, stufo di vedere alpinisti avventurarsi sulla via normale francese, nonostante ciò fosse altamente sconsigliato dalle guide e dalle autorità.
La decisione arriva a seguito di una tregua della canicola e di alcune precipitazioni, con “un cambiamento importante nelle condizioni climatiche nel massiccio del Monte Bianco, che si caratterizza per una maggior stabilità della montagna”. Valutato il cambio di contesto meteorologico, il primo cittadino ha chiesto alle guide della società di Saint-Gervais Val Montjoie di effettuare una ricognizione per verificare lo stato della vetta e del canale del Goûter.
Il sopralluogo – svolto il 16 agosto – ha permesso anche di eliminare alcuni blocchi instabili individuati da diversi anni, vista l’assenza di alpinisti sulla via e sotto la vigilanza della “Brigade blanche”. Un’operazione che, assieme ai risultati della ricognizione, ha condotto alla scelta di riaprire i rifugi, con una nuova chiusura non esclusa qualora “la situazione climatica si degradi nuovamente, o nel caso di ulteriori episodi di caduta massi”.
“La via normale alla vetta del Monte Bianco da Saint-Gervais, detta ‘del Goûter’ – ribadisce comunque il sindaco Peillex – è e resterà un itinerario alpinistico, non sarà mai l’attrazione faro di un grande parco giochi in cui i massi a cadere sono in plastica”. A qualche giorno dalle diverse competizioni dell’Utmb, sottolinea il primo cittadino, “questo percorso non può nemmeno diventare un luogo di allenamento per trailers in shorts e scarpe da ginnastica”. Per l’amministratore, a ricordarlo sono “diversi incidenti mortali”.
2 risposte
Sono salito sul Monte Bianco dal Gouter il 22 agosto 1972, giusto 50 anni fa. Ricordo stupendi ! I canaloni sotto il rifugio si attraversavano di corsa.. le condizioni del ghiacciaio ottime. Mi guidava mio cognato accademico del CAI Paolo Gazzana. Lui aveva 55 anni io 35.
È brutto dirlo e peaante accettarlo da parte di chi, come il.sottoscritto, frequenta la montagna da decenni e l’ha vista cmabiare e modificarsi letteralmente sotto i propri piedi. Ma è arrivato il momento di prendere atto che la montagna è oramai cambiata e quindi il modo di affrontarla deve inevitabilmente modificarsi e adattarsi a questi cambiamenti antropici o meno essi siano.