Oggi, 3 settembre, sono quarant’anni dall’omicidio del generale Carlo Alberto dalla Chiesa, prefetto di Palermo, assassinato da Cosa nostra nel 1982 assieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’agente di scorta Domenico Russo nella strage di via Carini.
Per celebrarne la memoria, il Comando generale dell’Arma dei carabinieri ha realizzato una locandina celebrativa che lo ritrae riportando una sua nota massima: “Certe cose non si fanno per coraggio, si fanno solo per guardare più serenamente negli occhi i propri figli e i figli dei nostri figli”.
Non solo, perché in occasione dell’anniversario, oggi alle 10, dalla Chiesa è stato ricordato dal Comandante del Gruppo carabinieri di Aosta Giovanni Cuccurullo con una breve cerimonia alla presenza del Presidente della Regione Erik Lavévaz, del Sindaco del capoluogo Gianni Nuti, del Questore Ivo Morelli e dei rappresentanti della Guardia di finanza con la deposizione di una corona sulla strada che l’amministrazione comunale ha deciso di intitolargli il 1° ottobre 2013.
Una risposta
“Politica e mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d’accordo.“ — Paolo Borsellino Origine: Citato in I complici, p. 36.
Al riguardo vedasi le motivazioni della sentenza sulla famigerata trattativa Stato-mafia (questa davvero esistita), e della quale, i vertici delle istituzioni i quali hanno cercato tale trattativa, vengono giustificati ignobilmente dallo Stato stesso. Appunto nella suddetta sentenza di 3000 pagine.
A tal proposito, si giustifichi dunque qualche quesito assolutamente irrinunciabile:
– Ciò nonostante, com’è possibile che, lo Stato Italiano giustifichi con una sentenza, lo scendere a compromessi con i mafiosi?
– Ma tutto ciò, non è una vera indecenza e un ulteriore umiliazione, a tutti coloro i quali hanno dato la rispettiva vita ed il proprio sangue, per combattere definitivamente la mafia ed i metodi mafiosi?