Palermo, 1 dic.- (Adnkronos) – Undici presunti affiliati alla famiglia mafiosa di Bagheria (Palermo) sono stati arrestati all'alba di oggi, ritenuti fiancheggiatori del boss mafioso Bernardo Provenzano. L'operazione e' stata condotta congiuntamente dai carabinieri del reparto operativo del Comando provinciale di Palermo e dagli agenti della Squadra Mobile della Questura. I provvedimenti sono stati firmati dal gip Piergiorgio Morosini, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo.
Le accuse di cui devono rispondere gli arrestati sono, a vario titolo, associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, alla detenzione di armi, all'intestazione fittizia di beni. L'operazione e' stata denominata in codice Crash, dal nome di un'officina per la demolizione delle auto dalla quale scaturirono le indagini condotte tra il 2005 e il 2006 dalla Squadra Mobile e dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri con l'obiettivo di invididuare i fiancheggiatori che coprivano la latitanza del capo di Cosa Nostra Bernardo Provenzan.
Personaggio di spicco coinvolto nell'inchiesta 'Crash' e' Simone Castello, 60 anni, di Villabate (Palermo), gia' condannato per associazione mafiosa e sottoposto a misure di prevenzione, che e' stato arrestato in Spagna a Murcia, nei pressi di Madrid, dalla Guardia Civil in collaborazione con i carabinieri del Comando Provinciale di Palermo. Si era trasferito nella penisola iberica da tempo dove gestiva una societa' di import-export di frutta e ortaggi, del valore approssimativo di 2 milioni e mezzo di euro, che e' stata sottoposta a sequestro preventivo.
Importante operazione oggi anche contro la Camorra. Dalle prime ore di questa mattina 50 uomini della Direzione Investigativa Antimafia stanno procedendo al sequestro di beni per un valore di oltre 20 milioni di euro a carico di un'organizzazione camorristica facente capo ai fratelli Somma e operante nella zona del nolano. Il provvedimento e' stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Napoli dopo la proposta del direttore della Dia. L'organizzazione camorristica dei fratelli Somma, oltre ai reati di estorsione, usura e rapina, era riuscita ad ottenere fondi pubblici per oltre un milione di euro destinati allo sviluppo dell'industria in Campania, utilizzandoli poi per l'acquisto di generi di lusso tra cui due Ferrari del valore di oltre 300 mila euro l'una.