“Il patrocinio concesso dal Comune di Aosta” all’Aosta Pride 2022 “non può ritenersi illegittimo, risultando coerente con la più generale impostazione seguita dalla stessa amministrazione con la adesione alla Carta di intenti della rete” nazionale delle pubbliche amministrazioni anti discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere (Re.A.DY).
E’ uno dei motivi con cui, nella sentenza pubblicata oggi, lunedì 14 luglio, i giudici della quinta Sezione del Consiglio di Stato respingono il ricorso presentato da Paolo Sammaritani, quale cittadino residente nel comune di Aosta e legale rappresentante della Lega Valle d’Aosta (di cui è anche consigliere regionale), contro la decisione del 3 luglio 2023 con cui il Tribunale Amministrativo della Valle d’Aosta dichiarava legittima la concessione del patrocinio del Comune alla manifestazione tenutasi nell’ottobre 2022 nel capoluogo regionale.
Nel ricorso, Sammaritani (rappresentato nel giudizio dall’avvocato Massimo Balì) tornava a sostenere che la concessione del patrocinio e di un finanziamento all’associazione organizzatrice Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda (costituitasi in giudizio con l’avvocato Davide Meloni) – da parte dell’amministrazione comunale (assistita dagli avvocati Gianni Maria Saracco, Lorenzo Sommo e Fabrizio Colasurdo) – fosse avvenuta in violazione del regolamento comunale in materia.
Criticando la sentenza di primo grado (per cui l’Aosta Pride 2022 andava inteso come manifestazione diretta a promuovere l’inclusione sociale e la lotta alle discriminazioni), il ricorrente lamentava il sostegno a una manifestazione “promossa da organizzazione costituente un movimento politico, dotato di un ‘manifesto politico’, contenente precise rivendicazioni di ordine politico (anzitutto di consentire la visibiltà della comunità LGBTQIA+ e poi di perseguire la eguaglianza civile e sociale delle categorie marginalizzate)”.
Un altro motivo sollevato dal consigliere leghista riguardava i provvedimenti impugnati (una nota di comunicazione del patrocinio e la delibera della Giunta di contributo agli eventi e alle manifestazioni organizzate dall’Arcigay), ritenuti dal ricorrente “affetti da sviamento di potere, in quanto l’amministrazione avrebbe perseguito finalità diverse da quelle dettate, in materia di patrocinio” dal regolamento comunale in materia.
Sancita la non illegittimità dei provvedimenti (richiamato anche che, con l’adesione alla carta d’intenti Re.A.Dy nel febbraio 2020,il Comune si era successivamente “assunto il compito di individuare, diffondere e realizzare a livello locale le politiche di inclusione sociale e di non discriminazione in favore delle persone LGBTQIA+”), il Consiglio di Stato compie poi un’altra sottolineatura.
Vale a dire che “detto patrocinio non ha un destinatario di tipo politico (a tutto concedere, la connotazione del movimento politico, anche solo latamente inteso, è infatti quella di essere incentrato su di un tema specifico, il che lo differenzia dal partito politico, che è invece maggiormente strutturato e mira a conquistare il potere con metodo democratico) e non si pone in violazione dei principi di uguaglianza, libertà e dignità dei cittadini”.
Per i giudici, “non può inoltre trascurarsi di considerare, sotto il profilo più propriamente formale, che l’Arcigay è un’associazione di promozione sociale senza scopo di lucro e di carattere assistenziale, come dimostrano l’atto costitutivo e lo statuto”, depositati nella causa, “ed è iscritta nel Registro unico nazionale del terzo settore”. Per questo, l’appello viene respinto. Definitivamente.
Arcigay: “Ancora più determinati a continuare il nostro impegno quotidiano”
Nel pomeriggio, arriva una nota di Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda, in cui si legge come “nella sentenza viene cristallizzato ancora una volta che l’evento Aosta Pride 2022 (e di conseguenza tutti i pride), non può essere considerato una manifestazione di natura politica, ma piuttosto un’iniziativa volta a promuovere l’inclusione sociale e la lotta contro le discriminazioni. Per questo motivo, il patrocinio del Comune è stato ritenuto legittimo”.
L’Associazione aggiunge che “il Consiglio di Stato ha chiarito, definitivamente, che il patrocinio non era diretto a un soggetto partitico, e che riconoscere valore sociale e culturale a una manifestazione non equivale a fare politica di parte e che non si pone in violazione dei principi di uguaglianza, libertà e dignità dei cittadini”.
Ma a prendere la parola sono anche i rappresentanti dell’Associazione: “Finalmente, dopo tre anni, vengono ribaditi concetti fondamentali per la nostra società, per la nostra comunità, per il lavoro che facciamo quotidianamente – dichiara Giulio Gasperini, presidente di Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda e portavoce del Comitato Aosta Pride –. Chiedere diritti, chiedere rispetto, chiedere parità di trattamento è un impegno che portiamo avanti indipendentemente da cosa votino le persone, perché riteniamo che la giustizia sociale e civile esista a prescindere da questo. Finalmente, con la pubblicazione di questa sentenza, ci sentiamo riconosciuti nel nostro compito e ancora più determinati a continuare il nostro impegno quotidiano, per il benessere di tutte le persone che abitano e compongono gli spazi comunitari e la cittadinanza tutta, senza privilegi”.
Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay nazionale, aggiunge: “Accogliamo con soddisfazione questa sentenza che conferma, ancora una volta, come le iniziative come Aosta Pride non siano espressione di faziosità politica, ma strumenti fondamentali di promozione culturale, inclusione sociale e contrasto alle discriminazioni. Il tentativo della Lega di ostacolare il patrocinio pubblico a una manifestazione pacifica e inclusiva organizzata da Arcigay rappresentava un precedente pericoloso che la dice lunga sulla loro visione della democrazia e del ruolo delle istituzioni. Il riconoscimento istituzionale di queste iniziative è un segnale di civiltà e coerenza con i principi costituzionali di uguaglianza e libertà”.
Il Comitato valdostano, inoltre, “ringrazia vivamente anche gli avvocati Davide Meloni, Alessio Ansermin e l’avvocata Valeria Fadda per la professionalità e l’impegno profusi nella difesa nei due gradi di giudizio”.
Il Tar ha respinto il ricorso della Lega sul patrocinio del Comune all’Aosta Pride
3 luglio 2023 – Ore 17.13, di Luca Ventrice

Il Tribunale amministrativo della Valle d’Aosta ha dichiarato estinto il ricorso proposto dalla consigliera comunale del capoluogo, in quota Lega Vallée d’Aoste Sylvie Spirli e rigettato quello di Paolo Sammaritani, consigliere regionale e legale rappresentante del Carroccio, sul patrocinio del Comune all’Aosta Pride dello scorso ottobre.
Lega che puntava il dito sulla natura politica della manifestazione, contestando il patrocinio dell’Amministrazione aostana, che aveva anche contribuito con 10mila euro alla settimana di eventi, sfociati poi nella parata per le vie della città dell’8 ottobre. Eventi di carattere politico cui è espressamente vietato dal Regolamento comunale il patrocinio, e che già avevano “scaldato” l’atmosfera in Consiglio comunale.
“Il Comune ha manifestato il proprio apprezzamento per una iniziativa di sicuro interesse generale, che non consiste soltanto nello svolgimento della parata finale ma si concretizza in una serie di eventi musicali, artistici, cinematografici e teatrali nonché in una serie di conferenze volte a promuovere la cultura dell’inclusione sociale ed a sensibilizzare la comunità locale sui temi della lotta alle discriminazioni – basate sull’orientamento sessuale, sull’identità e sull’espressione di genere degli individui – e del riconoscimento dei diritti fondamentali di tutti gli individui, al fine di garantire loro il pieno sviluppo della personalità”. Si legge nella sentenza del Tar.
Non solo: “L’iniziativa Aosta Pride 2022 – è stato scritto ancora nel dispositivo – deve perciò essere qualificata come attività di inclusione sociale e di promozione culturale del rifiuto di ogni discriminazione, per cui il patrocinio comunale, alla stessa concesso, si rivela coerente con i requisiti” definiti nel regolamento comunale.
“Le circostanze fattuali addotte dalla parte ricorrente – prosegue la sentenza – non possono essere considerate indiziarie della natura politica dell’iniziativa promossa dall’Associazione: la qualificazione di un manifesto di intenti come ‘politico’ e l’adesione ad esso di partiti e di movimenti politici non sono infatti elementi idonei a trasformare un’attività di promozione di ‘politiche’ sociali inclusive e non discriminatorie in attività politica in senso proprio, che è quella attraverso la quale i singoli ed i gruppi concorrono a determinare il funzionamento delle istituzioni democratiche”.
“Il Collegio ritiene dunque che il Comune abbia correttamente utilizzato lo strumento della concessione del patrocinio all’iniziativa culturale promossa dall’Associazione, il quale – in sinergia con gli altri strumenti, quali l’accordo di collaborazione ed il riconoscimento di una compartecipazione economica ai costi di organizzazione dell’iniziativa – si rivela astrattamente idoneo a perseguire le politiche locali di inclusione sociale, di solidarietà e di non discriminazione, avvalendosi dell’attività degli enti del Terzo Settore”.
Per questo, il Collegio, “dato atto della rinuncia al ricorso della ricorrente Sylvie Spirli, deve dichiarare l’estinzione del ricorso, dalla stessa proposto”, mentre “deve altresì dichiarare infondato il ricorso proposto dal ricorrente Paolo Sammaritani”.
Il ricorso era stato depositato da Sammaritani assieme all’avvocato Massimo Balì. L’Amministrazione comunale di Aosta era invece assistito dai legali Gianni Maria Saracco, Lorenzo Sommo e Fabrizio Colasurdo. Anche Arcigay Valle d’Aosta, assistita da Valeria Fadda e Alessio Ansermin, si era costituita in giudizio.
Le reazioni politiche
Arcigay Queer VdA: “Sentenza cristallina”
“Con una sentenza cristallina, che entra a pieno nel merito delle contestazioni, smontandole una ad una, il Tar della Valle d’Aosta ha messo un punto al goffo tentativo della Lega Valle d’Aosta di delegittimare Aosta Pride e Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda”, scrive, in serata, l’Associazione in una nota.
“Siamo molto soddisfatti della sentenza del Tar – dichiara il presidente Giulio Gasperini – perché seppur non ce ne dovrebbe essere bisogno, viene riconosciuto il ruolo delle associazioni che, come scritto negli atti, concorrono a determinare il funzionamento delle Istituzioni democratiche. Arcigay Valle d’Aosta Queer Vda assieme a tutto il Comitato Aosta Pride, lavora quotidianamente secondo i propri fini statutari e secondo la volontà di costruire una società che rifletta concretamente l’articolo 3 della nostra Costituzione“.
Reazioni che arrivano anche da Arcigay nazionale, per bocca della presidente Natascia Maesi: “La brutta figura della Lega, la cui denuncia di un vizio nella concessione del patrocinio all’Aosta Pride è stata clamorosamente smentita dai giudici, è però emblematica: c’è un impegno martellante, una vera e propria ossessione delle forze politiche che compongono la maggioranza di questo Governo per ostacolare le vite e le pratiche della comunità LGBTQIA+. I Pride stanno portando migliaia e migliaia di persone nelle strade e sono la voce di una parte consistente del nostro Paese, anziché ascoltarla il Governo cerca di silenziarla, e quando non possono censurarla direttamente, allora ostacolano, ostruiscono, impediscono. È una pratica di oppressione che questo Paese purtroppo ha già conosciuto, un incubo che torna dal passato e che con forza denunciamo e combattiamo”.
Partito democratico Valle d’Aosta: “La fine di una triste pagina”
Commentando la sentenza, il Pd VdA, in una nota, spiega: “Parole importanti, che non lasciano dubbi. Le battaglie per i diritti di tutte e tutti non si fermano e continueranno fino a che la nostra società non smetterà di discriminare. Il Partito democratico della Valle d’Aosta, insieme a tutta la maggioranza, si impegna quotidianamente attraverso l’assessora alle Pari Opportunità, Clotilde Forcellati, a fare tutto ciò che è possibile per far sì che la lotta alle discriminazioni non si arresti“.
E aggiunge: “Quella di oggi è una bella notizia che segna la fine di una triste pagina della Valle d’Aosta, che ha visto una Lega pronta a nascondersi dietro un ricorso, ma apertamente contro i diritti“.
Aosta Pride, il Comune tira dritto: “Revocare il patrocinio? Non se ne parla”
22 Settembre 2022

L’Aosta Pride si farà. E si farà alle condizioni e con le decisioni già prese, esattamente come programmato finora. Se la Lega Vallée d’Aoste batte il colpo e diffida il Comune chiedendo di revocare il patrocinio alla manifestazione, da piazza Chanoux arriva la risposta secca. E la risposta è “no”.
“Non abbiamo intenzione di tirarci indietro rispetto a quanto fatto – spiega l’assessora alle Politiche sociali Clotilde Forcellati –, né sul patrocinio, né sulle attività previste, né sul contributo economico. Patrocinio che, come noi, ha concesso anche l’Università della Valle d’Aosta, tanti comuni e lo stesso Celva”.
La questione, in realtà, era già stata sollevata dal “Carroccio” in Consiglio comunale a fine luglio. Con tanto di scintille – sullo stesso regolamento del patrocinio, tra le altre – proprio tra Forcellati e la leghista Sylvie Spirli.
Ora si aggiunge la questione “diffida” e lo studio giuridico di cui parla la Lega, con l’annuncio di una possibile segnalazione nei confronti del Comune per eventuali danni erariali. Anche qui, l’assessora non arretra: “Abbiamo già risposto in aula – spiega –. È chiaro che in quella sede la nostra risposta è stata una scelta politica. Ma per dare quella risposta abbiamo fatto tutti gli approfondimenti del caso sul regolamento dei patrocini e sull’iter delle delibere. Vista la situazione, ora risponderemo in maniera tecnica, visto che la risposta politica è quella già data”.
Con una “pizzicata” nei confronti della Lega: “Certo, sembra un po’ strano che a due giorni dalle Elezioni, in maniera forse un po’ strumentale, arrivi questa richiesta – chiude Forcellati –. Naturalmente, nel merito, risponderemo coinvolgendo i nostri Uffici legali. Ma di revocare il patrocinio non se ne parla proprio”.
Pride, la Lega Vda diffida il Comune di Aosta sul patrocinio
Il Comune revochi il patrocinio al Pride, in programma l’8 ottobre. La richiesta arriva con una diffida al comune di Aosta dalla Lega Vda. L’invito al ritiro in autotutela del patrocinio del Comune alla manifestazione definita “Aosta Pride”, spiega il movimento, “si basa su un approfondito studio giuridico ed amministrativo concernente le disposizioni che disciplinano la concessione del patrocinio, nelle quali si evidenzia come una manifestazione con evidenti fini politici di propaganda e di finanziamento della propria struttura non possa assolutamente rientrare fra quelle supportabili dall’Amministrazione”. Tesi che, secondo la Lega Vda, sarebbe suffragata dal fatto che “gli organizzatori, hanno dovuto spostare la data dell’evento poiché coincidente con il silenzio elettorale e quindi non realizzabile”.
Il Carroccio evidenzia come “in un periodo nel quale le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese e le imprese chiudono i battenti, il Comune di Aosta non si faccia scrupoli nel finanziare con 10.000 euro un evento con evidenti finalità politiche, al punto da avere un vero e proprio “manifesto politico”, invece di pensare al bene delle famiglie ed allo sviluppo del territorio”.
Se non arriverà la revoca del patrocinio, il Carroccio annuncia di voler valutare un’azione “nelle competenti sedi e di segnalare eventuali danni erariali“.
13 risposte
La comunità LGBTQ nn si può toccare. Chiaro ?
Un consiglio ai leghisti e al (presunto) principe del foro Paolo Sammaritani: seguite un po’ di più i consigli della vostra alleata Emily Rini, che fareste molte meno figure barbine. Come vi apprestate a fare anche sul referendum, insieme a Zucchi e Lattanzi. Siete veramente delle iatture…
La Rini anche no, grazie!
Ma la Lega si vergognasse di questa sub cultura da trogloditi!!!
Coerentemente con i propri ideali omofobi la Lega ha fatto bene a presentare il ricorso.. così come il TAR ha fatto bene a respingerlo ricordando che il Medioevo è passato da un pezzo
Ma la Lega non ha nulla di meglio da fare?
Accanirsi su questo patrocinio è veramente patetico.
Proprio loro fanno i moralisti dopo che si sono intascati 49 milioni di euro…che coerenza!!
Iniziano a comandare già prima del 26, poi qualcuno non vuole votare, lasciamo andare solo chi li sostiene?
E questi sarebbero i famosi leghisti che vorrebbero governare “democraticamente” l’Italia, e che però non amano lasciare la libertà di manifestare le libere idee altrui?
Il 25 settembre è sempre più vicino…andiamo a votare… e facciamo un doveroso “pernacchio in faccia” a chi vuole togliere la libertà di manifestare le proprie idee…
Dopo questo intervento del ca@@o della lega ricordiamocene il 25 settembre….
Che poi 10000€ li usate per far gli spritz a salv1n1
Vi fanno paura i capezzoli 😉
Carroccio pagliaccio.