Sequestrati alla frontiera lettere, storyboard e altri documenti di Charlie Chaplin

Il materiale, di provenienza lecita, era in viaggio dalla Cineteca di Bologna ad una sede museale in Svizzera. In dogana è emersa l’assenza di un attestato di libera circolazione, per gli spostamenti di materiale di valore culturale.
Il Grande Dittatore
Cronaca

Quarantanove scatoloni. Al loro interno, materiale documentale di rilievo per la storia cinematografica, tutto legato a Charlie Chaplin, che è stato posto sotto sequestro dalla Procura di Aosta. Parliamo, tra l’altro, del certificato originale di conformità de “Il Grande Dittatore” (1940), dello storyboard a disegni del film mai realizzato “The Freak” e di corrispondenza privata tra il grande cineasta e Leo Stokowski, il direttore d’orchestra che compare in “Fantasia” di Disney, a proposito dell’ipotesi di un film astratto ad immagini per accompagnare opere di Bach.

Il materiale era a bordo di un furgone che, lo scorso 5 settembre, si stava spostando dalla Cineteca di Bologna, ente impegnato in un progetto di valorizzazione e digitalizzazione del patrimonio artistico (anche documentale) di Chaplin, ad una sede museale in Svizzera. Arrivato al tunnel del Gran San Bernardo, il conducente, un dipendente dell’istituzione emiliana, dichiara ai doganieri, che lo fermano per il controllo, ciò che ha a bordo. Viene però contestata l’assenza di un attestato di libera circolazione.

Si tratta di un certificato previsto dalla legge per gli spostamenti di materiale di valore culturale. Competente a rilasciarlo è la Soprintendenza dei beni culturali, previa notifica del trasferimento e di altre informazioni su natura e rilevanza delle opere. Scatta quindi il sequestro, motivato dall’inadempimento di carattere formale. Dagli accertamenti successivi della Procura non sono scaturiti altri illeciti: il materiale, di provenienza legittima, era arrivato in Italia da Parigi, ove hanno sede la società che detiene i diritti di tutti i film di Chaplin e l’associazione che protegge i diritti morali relativi all’opera e all’immagine del cineasta.

L’ipotesi formulata al momento dagli inquirenti (l’inchiesta, affidata al pm Giovanni Roteglia, non è ancora conclusa) è l’uscita illecita di beni culturali, prevista dal Codice penale in una parte aggiornata all’inizio di quest’anno. Nel registro degli indagati sono stati iscritti in due: la persona che era al volante del mezzo fermato ed un responsabile della Cineteca di Bologna.

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