Se Aosta, lo scorso anno, era appena ai piedi del podio nella classifica sulla Qualità della vita del Sole 24 Ore, piazzandosi in quarta posizione, nell’edizione 2022 stilata dal quotidiano economico-finanziario il capoluogo regionale perde due posizioni, scendendo al sesto posto su 107 città italiane.
La 33ª edizione dell’indagine sulla qualità della vita del Sole 24 Ore – pubblicata oggi, 12 dicembre –, certifica la leadership di Bologna, da Bolzano e Firenze, e dà ampio spazio alle ricadute sul territorio dei grandi temi che hanno preoccupato (e preoccupano) questo 2022: la guerra in Ucraina, il caro-energia e l’inflazione.
I 90 indicatori statistici alla base dell’indagine, 40 dei quali aggiornati al 2022, presentano una serie di novità: due indicatori si riferiscono all’inflazione, un pacchetto indica invece l’energia da fonti rinnovabili/riqualificazioni energetiche/consumi energetici, l’indice della partecipazione elettorale alle ultime elezioni politiche di settembre 2022. Nove indici sintetici inclusi nell’indagine aggregano invece più parametri: Qualità della vita di giovani, bambini e anziani, Qualità della vita delle donne, Ecosistema urbano, Indice della criminalità, Indice di sportività, Indice del clima, IcityRank sulle città digitali.
Dall’altro lato si confermano alcuni indicatori storici dell’indagine: il valore aggiunto pro capite, i prezzi delle case e l’incidenza dei canoni di locazione sul reddito medio dichiarato, l’imprenditoria giovanile, i giovani Neet, le ore di Cig ordinaria, gli infortuni sul lavoro, l’indice della qualità dell’aria, il tasso di motorizzazione, l’indice di litigiosità nei tribunali, la mortalità da incidenti stradali, il numero di bar, ristoranti, librerie e palestre, gli agriturismi, l’indice di lettura, il verde urbano, la banda larga ultraveloce e gli amministratori comunali under 40.
Il sesto posto di Aosta
Aosta, come detto, si classifica in sesta posizione, ottenendo 575,4 punti, non lontana dai 576,6 di Trento che scende dal podio e occupando la quinta piazza. Al quarto posto sale invece Siena, che con i suoi 578,5 punti risale la classifica di ben undici posizioni. Irraggiungibile il trio di testa, formato da Bologna (590,4 punti, cinque in più rispetto al 2021), Bolzano (585,7, tre in più dello scorso anno) e Firenze (581,9, otto in più rispetto all’ultima indagine).
Alle spalle del nostro capoluogo si posiziona invece Trieste che con 574,4 punti perde sei posizioni, stessa differenza che ha perso Milano, che finisce ottava (573,9 punti), seguita da Parma (573,8, guadagnando tre posizioni) e Pisa, che con 567,9 punti recupera ben 12 posizioni.
In fondo si classifica invece Crotone – “fanalino di coda” come nel 2020 e nel 2021 – con 385,1 punti, mentre “crolla” Isernia che con i suoi 391,2 punti perde addirittura 25 posizioni. Appena sopra, Caltanissetta (395,6) che perde due posizioni rispetto allo scorso anno.
In generale, spiega il quotidiano economico, l’Emilia-Romagna mostra un buon posizionamento. Accanto al primato di Bologna, infatti, la classifica vede Parma al 9° posto e Reggio Emilia al 13°. Le provincie del Trentino Alto Adige restano saldamente nella top ten, con Bolzano al secondo e Trento al quinto posto. In Toscana sono tre le province presenti in cima alla classifica: oltre a Firenze, le new entry Siena e Pisa. Tra le città metropolitane, Milano – che nel 2021 era in seconda posizione – resta nella nelle prime dieci ma scende all’ottavo posto, mentre Roma scivola al 31° (-18 posizioni). Cagliari sale di due posizioni (18° posto), Genova è al 27° posto (perdendo una posizione), Torino al 40° (-12 posizioni). Sul fondo Napoli (98° posto, in discesa di otto posizioni) e Palermo (88° posto, + sette posizioni)
Per quanto riguarda i sei ambiti in cui sono suddivisi i 90 indicatori, il podio vede in cima per “Ricchezza e consumi” Belluno, Bologna e Bolzano; per “Affari e lavoro” Milano, Trieste e Roma; per “Demografia, salute e società” Bologna, Modena e Roma; per “Ambiente e servizi” Pisa, Siena e Aosta; per “Giustizia e sicurezza” Oristano, Pordenone e Sondrio; per “Cultura e tempo libero” Firenze, Trieste e Gorizia.
L’ultimo posto per l’inflazione sui prodotti alimentari e le bevande non alcoliche
Guardando i dati di dettaglio legati agli indicatori, Aosta – il riferimento è alla percentuale elaborata su dati Istat nell’arco che va dall’ottobre 2021 all’ottobre 2022 – si classifica all’ultimo posto per l’inflazione sui prodotti alimentari e le bevande non alcoliche. Infatti, mentre la media italiana si attesta al 13,77 per cento, il capoluogo della nostra regione raggiunge la quota monstre del 22,9. In penultima posizione si trova Cosenza, lontanissima, a 16,9 per cento.
L’indice di qualità della vita delle donne
L’Indice della Qualità della vita delle donne del “Sole” sintetizza 12 parametri. Ad offrire maggior benessere alle donne è la provincia di Monza e Brianza, seguita da Treviso (vincitrice della prima edizione, nel 2021) e Cagliari.
Nella classifica generale Aosta, come lo scorso anno, è nona su 107 città, con 683,3 punti. A dare slancio alla provincia di Monza e Brianza sono, in particolare, i dati relativi all’inserimento delle donne nel mondo del lavoro, dove si riscontra il gap occupazione di genere più basso in Italia (pari al 7,1 per cento contro una media nazionale del 19,4 per cento), uno dei tassi di occupazione femminile più alti del Paese (69 per cento) e il record di giornate retribuite a dipendenti donne (il 75,3% del massimo teorico). Inoltre, è terza dietro a Cagliari e Trento per speranza di vita delle donne con 86,1 anni (circa quattro anni in più rispetto a Siracusa, ultima in questo indicatore).
Aosta che si trova invece al secondo posto quando si parla di gap occupazionale di genere più basso, ovvero della differenza percentuale tra il tasso di occupazione maschile e femminile, facendo segnare il 7,7 per cento, rispetto ad una media italiana – si diceva – del 19,4.
Una risposta
E continuerà a scendere se non uscirà dal torpore socio culturale che la contraddistingue!