Béatrice Merivot studia in giro per il mondo e sogna un futuro in ambito medico

Béatrice Merivot, classe 2000 di Pollein, ha maturato diverse esperienze di studio in Svezia, in Francia e a Singapore. Non esclude di intraprendere un percorso in ambito medico in Svizzera.
Béatrice Merivot
Società

Béatrice Merivot, classe 2000 di Pollein, inizia il suo percorso di studi presso il Liceo linguistico Bérard di Aosta. Al quarto anno le si presenta l’opportunità, colta immediatamente, di aderire al programma Intercultura. Béatrice parte così in Svezia, più precisamente a Göteborg: “Questa esperienza è ciò che mi ha dato il coraggio di intraprendere il mio percorso all’estero – racconta – probabilmente se non fossi partita, oggi la mia vita sarebbe completamente diversa”.

Una volta rientrata, Béatrice si diploma e, forte dell’esperienza oltre confine, decide di trasferirsi in Francia per frequentare l’Università SciencesPo Paris: “Quando sono partita per la Svezia sognavo di diventare un medico, in realtà mi sono poi accorta che probabilmente non era la carriera giusta per me: volevo viaggiare, conoscere persone e culture diverse dalla mia, per questo motivo ho deciso di iscrivermi a SciencesPo Paris, l’università più rinomata in termini accademici e che, in Francia, ti permette di avere maggiori possibilità di carriera in ambiti internazionali. SciencesPo Paris ti offre inoltre l’opportunità di incontrare e confrontarti con personalità di spicco della politica nazionale e internazionale, dell’economia, dell’amministrazione, dell’industria, o ancora delle ONG e, spesso, alcuni di loro sono ex studenti di questa università. Oltre a ciò, anche l’offerta è più internazionale: oltre all’opportunità di relazionarsi con studenti provenienti da tutto il mondo, c’è la possibilità di frequentare alcuni semestri in altri paesi”.

Questa nuova esperienza inizia nel campus SciencesPo Paris di Reims, una piccola cittadina a nord est di Parigi: “all’inizio è stato tutto molto eccitante, ho dovuto cambiare casa, abitudini e amici, anche se non è certo stato tutto semplice. Purtroppo poi, a complicare tutto, è arrivato il Covid e così sono dovuta rientrare molto spesso a casa. La pandemia ha causato inoltre un cambio di programma anche per il mio terzo anno: infatti, l’annualità da trascorrere all’estero è stata ridotta a soli sei mesi”.

Béatrice si trasferisce quindi a Singapore per frequentare la National University of Singapore: “è stata un’esperienza che definirei la più difficile della mia vita, ma che nel contempo mi ha insegnato tanto: ho vissuto sulla mia pelle ciò che significa vivere in un paese basato sul controllo costante di ogni aspetto della vita dei cittadini, dove la libertà è solo apparente e l’individualità non esiste. La singola persona non è altro che una parte di un enorme meccanismo che per funzionare ha bisogno del comportamento disciplinato da parte di ognuno. Vivere a Singapore mi ha anche permesso di viaggiare in Asia, un continente che conoscevo pochissimo. Sono andata in Thailandia e in Vietnam: mi sono innamorata della cultura ricchissima e dei paesaggi da film di questi paesi, ma ho anche visto delle situazioni difficilissime che mi hanno fatto riflettere molto sulla mia fortuna e sui miei privilegi. Per questo lo rifarei mille volte”.

Al termine di questo periodo, Béatrice rientra in Francia: “tornare a Parigi è stato come rientrare a casa. Sapere di non dovermi trasferire mi dà maggiore stabilità, in più ho ritrovato alcuni compagni di Reims con i quali posso trascorrere dei momenti nel tempo libero, anche se lo studio assorbe gran parte della mia giornata”.

A seguito della laurea triennale, il percorso di Béatrice continua con un Master, sempre nella capitale transalpina nell’Università di SciencesPo Paris, in Affari Pubblici e Politiche Sanitarie. Il suo programma è di prendersi un periodo “sabbatico” tra il primo e secondo anno: “ho in mente di fare qualche stage. La formazione è fondamentale, ma se non è accompagnata da esperienze pratiche è più difficile riuscire a trovare lavoro. In più vorrei che questo periodo potesse essere utile per chiarirmi in quale ambito vorrei intraprendere davvero la mia carriera. La sanità è un ambito enorme: potrei lavorare nel settore pubblico come in quello privato, in ospedale, per le industrie farmaceutiche, al Ministero, in delle ONG internazionale come la Croce Rossa o Medici senza frontiere, o in qualche altra realtà ancora diversa”.

Per il futuro l’obiettivo è rientrare in Valle d’Aosta, con la quale conserva un legame molto forte: “mi piacerebbe un giorno tornare a casa. Le esperienze che ho fatto finora mi hanno suscitato un grande interesse per l’ambito medico e, quindi, non escludo di intraprendere un ulteriore periodo di studi in quel settore, magari in Svizzera che, tutto sommato, non è così distante”.

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