L’assenza di donne all’interno della Giunta creata dal neo presidente della Regione Renzo Testolin torna a infiammare le forze politiche valdostane. Dopo le polemiche emerse sia a livello locale che a livello nazionale, è stata questa volta Valle d’Aosta Aperta a sottolineare come la nostra resti l’unica regione italiana priva di figure femminili al Governo. Al fine di ovviare a tale mancanza nonché di riportare l’attenzione sulla tematica, la coalizione formata da Area democratica – Gauche autonomiste, Adu VdA e Movimento 5 Stelle Valle d’Aosta ha annunciato una serie di iniziative dedicate tra cui incontri sul territorio e interpellanze al Consiglio Valle. Qualora le azioni messe in campo dovessero rivelarsi insufficienti, i gruppi politici hanno anche ipotizzato di presentare ricorso al Capo dello Stato.
Donne e politica
“Dopo aver analizzato differenti situazioni di esclusione delle donne da ogni luogo e ambiente della società, abbiamo potuto renderci conto di come la politica rappresenti quello in cui per loro risulta maggiormente difficile fare la loro parte di elettrici e soprattutto di rappresentanti dei cittadini – ha commentato Elisa Tripodi del Movimento 5 Stelle nel corso della conferenza stampa organizzata nella serata di oggi, martedì 21 marzo -. In questo contesto non possiamo non menzionare l’articolo 51 a promozione della parità di genere regionale, nazionale ed europea, domandando proprio in virtù di tali normative interventi mirati tra Regione e Comuni”.
VdA Aperta ha peraltro sottolineato come il raggiungimento dell’uguaglianza e dell’emancipazione femminile rappresenti uno degli obiettivi stabiliti dall’Unione europea nell’ambito dell’Agenda 2030.
“L’assenza di donne all’interno del nostro sistema politico è di fatto una violazione dei principi costituzionali che esclude dalla partecipazione alla vita delle istituzioni larga parte della popolazione locale dal momento che, secondo recenti dati Istat, il 51,1% degli abitanti valdostani è di sesso femminile – ha continuato Tripodi -. A peggiorare il quadro è anche il clima di totale assenteismo e perenne menefreghismo delle forze al Governo dinnanzi a una discussione che riguarda le scelte e le ricadute di tutta la popolazione valdostana e che perciò deve essere portata in Consiglio”.
Le azioni politiche
“La decisione di estromettere le donne dalla Giunta altro non è se non una strategia politica con la quale la legge non c’entra nulla e che deliberatamente manca di rispetto alla Costituzione e al principio della parità di genere nelle cariche elettive – ha dichiarato invece Erika Guichardaz di Area democratica: Gauche Autonomiste -. Perciò, durante il prossimo Consiglio Valle, presenterò un’interpellanza dedicata al Presidente della Regione nella quale domanderò quale sia la motivazione di tale orientamento e come egli intenda ovviare a un caso che sta suscitando clamore anche a livello nazionale”.
VdA aperta non manca di lanciare un appello anche al Partito democratico affinché esso, forte della nuova rappresentanza e della sensibilità alla questione di Elly Schlein, lanci una nuova proposta di legge che vada a modificare la precedente inserendovi l’obbligo della presenza di una donna in Giunta.
“La difficoltà della Regione a emanciparsi e la sua natura conservatrice sono pienamente dimostrate dagli attacchi spesse volte mossi verso le consigliere – ha continuato ancora Guichardaz -. Chiediamo soltanto di capire l’opinione del Consiglio sulla parità in Giunta, ma continueremo con le nostre azioni anche nei prossimi mesi”.
Anche il consigliere comunale di Aosta Diego Foti assieme al collega Luciano Boccazzi di Progetto civico progressista hanno in programma di portare avanti un ordine del giorno finalizzato a esaminare meglio la questione.
Le iniziative di sensibilizzazione
“Stiamo lavorando su più fronti per far conoscere la problematica alla popolazione e, in prossime date da definire, organizzeremo vari incontri con esperti tra cui la docente Mia Caielli – ha spiegato Carola Carpinello di Adu VdA, dicendosi peraltro certa dei benefici che una varietà politica creerebbe ambienti più ricchi di idee e progetti e maggiormente funzionali -. Qualsiasi riforma di legge dovrebbe essere versata alla parità, ma la preferenza unica a oggi impedisce l’accesso alle file politiche a giovani e donne favorendo coloro che sono più conosciuti nei vari ambienti e pertanto riescono a catalizzare su di sé tutti i voti”.