Nel 2022, tra Piemonte e Valle d’Aosta (le due regioni rientrano nello stesso compartimento della Polizia postale e delle comunicazioni), sono state indagate 68 persone per reati di pedopornografia e si sono riscontrati 5 casi di adescamento online in età preadolescenziale. Il dato giunge nella giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, che ricorre oggi, venerdì 5 maggio. E’ l’occasione, per la specialità della Polizia di Stato, per condividere i risultati di “un impegno quotidiano per la tutela” di bambini e ragazzi “da ogni forma di rischio cibernetico”.
“La lotta all’abuso sessuale online in danno di minori diventa sempre più puntuale – si legge in una nota – nel cercare di porre un argine a fenomeni gravi quanto complessi”. Lo scorso anno, in Italia, come illustrato dal dossier “Dentro i numeri: la lotta alla pedofilia online”, sono state indagate 1466 persone per aver scaricato, condiviso e scambiato foto e video di abuso sessuale di minori. Nell’anno in corso, dopo i primi tre mesi, i denunciati per la stessa ragione sono già 299.
“Sono spesso uomini, italiani, incensurati e con un’età media inferiore ai 50 anni”, fa sapere la Polizia. Nel 2022, sono 149 gli arresti a livello nazionale legati a casi di pedopornografia. Quest’anno, nel primo trimestre, la cifra è per ora 12. Le manette scattano all’esito di indagini che “identificano soggetti ad alto livello di pericolosità, poiché colti in flagranza di reato, detentori di grandi quantità di materiale pedopornografico o abusanti di bambini e ragazzi nelle loro disponibilità”.
L’anno scorso, 2622 siti illegali sono stati oscurati e resi irraggiungibili agli internauti italiani. Questo provvedimento viene adottato perché queste pagine “consentono alle immagini di abuso di continuare a circolare, favoriscono la commercializzazione del danno subito dalle piccole vittime e alimentano la richiesta di nuovi abusi sui minori”.
Il dato sui casi di adescamento online (che avvengono sui social network, su app di videogiochi, sulla messaggistica istantanea) è, nel totale italiano, di 430 nel 2022. Nei primi tre mesi del 2023, sono già 56 i minori di età inferiore ai 13 anni adescati in rete, mentre 34 le vittime adolescenti 14-16 anni). “Vengono agganciati da adulti pedofili – spiega la Polizia – per parlare di sesso, per proporre scambi di immagini intime, per avvicinare, fino ad un incontro, le piccole vittime”.
“La rete è oggi il luogo del progresso e dello sviluppo delle società – fanno sapere dalla Polizia – ma è diventata anche strumento di amplificazione della minaccia all’infanzia e all’adolescenza: la protezione dei bambini e dei ragazzi da ogni forma di abuso sessuale è possibile, può diventare realtà se si rompe il silenzio, se si creano alleanze, se si condivide la responsabilità di proteggerli anche online, sempre.