Le imprese valdostane tornano a crescere, seguendo un trend già iniziato nella seconda metà del 2021. A confermarlo è il dato diffuso dalla Chambre valdôtaine durante la conferenza “Le imprese valdostane si raccontano: il quadro economico attuale e le sfide future” del pomeriggio di oggi, mercoledì 17 maggio. Se il 41,5% delle aziende nostrane denota un aumento del proprio fatturato rispetto al 2021, tuttavia, circa l’80% di esse denuncia un incremento da moderato a fortissimo dei costi di energia, carburante, trasporti e logistica e materie prime, con forti ripercussioni in ambito di investimenti futuri e assunzione di personale.
Lo stato di salute delle imprese valdostane
Il sondaggio effettuato tra il mese di marzo e il mese di aprile dalla Chambre valdôtaine circa lo stato di salute delle imprese valdostane ha coinvolto un totale di circa 2.364 realtà delle 12.290 complessivamente contate dalla regione, tra cui 1.597 di piccole dimensioni con meno di 5 addetti; secondo quanto stimato da Maria Angela Buffa dell’ufficio studi, tra di esse i settori maggiormente rappresentati sono stati quelli del turismo (18,2%), delle costruzioni (18,1%) e del commercio (16,8%).
Tra le conseguenze principali dell’impennata dei rincari subiti dalle realtà valdostane figurano per il 42% di esse la riduzione dei propri margini di guadagno e per il 28,2% la variazione dei prezzi al proprio pubblico. Nonostante il buon fatturato dei comparti di turismo (62,1%), trasporti (48,3%) e manifatturiero (48,6%), nel corso del 2022 gli investimenti restano stazionari in ambito digitale (12,6%) e diminuiscono in ambito materiale (32,7%), riscontrando una discreta crescita nel solo ambito della sostenibilità (6,7%).
L’anno passato soltanto il 16,9% (399) delle realtà imprenditoriali locali ha saputo incrementare il proprio organico, mentre l’11,8% (279) lo ha visto diminuire e il 71,3% lo ha mantenuto costante rispetto agli anni precedenti; unicamente il turismo nel 34,8% dei casi e i trasporti nel 30% dei casi denotano in tal senso un aumento interessante, mentre l’agricoltura con il 6% e le assicurazioni con il 5,6% mostrano una situazione pressoché standard del proprio personale. Scarsa anche la propensione alla stabilizzazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato: se il 46,4% delle imprese ammette di non avere intenzione di convertire dal precariato al posto fisso, soltanto il 7,6% ammette di prendere in considerazione la proposta e il 8,2% se ne dimostra allettato in caso di misure di sostegno dedicate; il settore maggiormente coperto dalla variazione resta quello dei trasporti (18,3%), seguito a ruota dal turismo (9,7%).
Stando a quanto riscontrato dall’ufficio studi della Chambre valdôtaine, restano ancora basse le percentuali relative all’export dalla Valle d’Aosta: sono soltanto 286, il 12% circa, le realtà, perlopiù facenti capo ai comparti di manifattura e commercio, a esportare regolarmente i propri prodotti in Italia e all’estero; se poco più del 34% afferma di non aver effettuato alcuna esportazione nel 2022, per larga parte di esse tale campo ricopre soltanto sino al 5% del proprio fatturato totale. A scontrarsi con l’aumento del 66% stimato lungo il 2023 sono soprattutto ostacoli quali la dimensione non adeguata dell’impresa nonché i vincoli burocratici e legislativi imposti dall’Italia.
Danno in conclusione buoni segnali per l’evoluzione futura delle aziende valdostane le statistiche relative alla sostenibilità ambientale e alla transizione ecologica, le quali dimostrano la crescita di investimenti finalizzati a ridurre la propria impronta sul mondo o ad adeguarsi alle normative italiane o europee. Mentre gli agricoltori tendono a dimostrare una maggiore sensibilità all’abbattimento delle conseguenze dei cambiamenti climatici, i manifatturieri si ritengono convinti di aver già raggiunto obiettivi apprezzabili e pigli operatori turistici prediligono un impegno necessario a migliorare la porta reputazione e la propria immagine. Se l’insufficienza delle risorse economiche a propria disposizione e i costi elevati della conversione green paiono spaventare i professionisti valdostani, molte di esse continuano a reputare fondamentale l’accrescimento delle conoscenze del proprio personale: accanto alla più diffusa formazione tecnico-professionale, la digitalizzazione ha l’anno passato preso piede soprattutto su trasporti e imprese, così come marketing, comunicazione e lingue hanno saputo diffondersi in special modo sul turismo.
Il post pandemia tra certezze e incognite
Pur sofferente per un continuo calo delle nascite e un progressivo invecchiamento della popolazione, la Valle d’Aosta può vantare secondo recenti analisi un’elevata propensione da parte dei giovani under 36 agli investimenti in termini di rilevazione o creazione di imprese proprie.
“Il 2021 è stato per la regione un anno record in termini di occupazione e crescita nel mercato del lavoro per uomini e donne con basso livello di scolarizzazione o diploma – ha spiegato Giacomo Giusti del centro studi camere di commercio Guglielmo Tagliacarne -. Paradossalmente, però, la regione continua come il resto dell’Italia a risentire di una persistente fuga di cervelli all’estero nonché di un aumento della precarietà lavorativa delle donne particolarmente accentuatasi nell’ultimo periodo”.
Se nel 2021 la Valle d’Aosta rileva ancora un certo ritardo nel recupero delle perdite economiche e sociali dovute alla pandemia, nemmeno nel 2022 il boom registrato dal settore delle costruzioni pare essere stato capace di completare un percorso di ripresa che tuttora risente degli effetti di una crisi oramai quindicinale.
“La regione si colloca all’ultimo posto a livello nazionale per incremento nelle retribuzioni lorde pro capite dal 1995 al 2021, ma risulta prima per performance reddituali per via del basso numero di famiglie in condizione di povertà relativa – ha continuato Giusti -. In un territorio in cui il consumo di denaro raggiunge quota 24 mila euro a persona, è il turismo a fare la differenza apportando vantaggi economici importanti dall’esterno”.
Il cambiamento delle imprese tra società e ambiente
Denatalità persistente, tassi di abbandono pari al 14% della popolazione scolastica regionale, anzianità dei lavoratori la cui età media supera i 46 anni dimostrano in Valle d’Aosta una precarietà delle imprese locali che richiede ai professionisti uno sforzo di coesione e attrattiva soprattutto per le nuove generazioni.
“La regione necessita di intraprendere un percorso di rinnovamento reso particolarmente complesso dalla nostra conformazione territoriale e dalle dimensioni delle nostre aziende – ha commentato il presidente della Chambre valdôtaine, Roberto Sapia -. Per essere in grado di vincere la sfida del cambiamento, è doveroso iniziare a pensare a una nuova strategia di crescita nella direzione della transizione ecologica e digitale nonché del superamento delle disuguaglianze”.
L’evoluzione pronosticata dai rappresentanti delle imprese e portata avanti dagli stessi professionisti valdostani coinciderà con un avanzamento culturale che porterà alla reazione di una rete infrastrutturale materiale e immateriale capace di generare servizi sociali nonché occasioni di incontro e svago per la comunità.
“Abbiamo ancora tanta strada da fare perché la reale applicazione dei mutamenti che ci siamo prefissati non può prescindere da norme nazionali o europee oltre che da un’autentica convinzione collettiva che richiede tempo per essere appresa e assimilata – ha proseguito Sapia -. Se consideriamo l’aspetto digitale, un tempo estraneo ai più e considerato appannaggio dei soli millenial, ci rendiamo conto di come esso abbia attecchito profondamente nella nostra attualità tanto da rendere vicini concetti fantascientifici quali multiverso e intelligenza artificiale”.
A sottolineare l’urgenza di innovare in chiave telematica e moderna sistemi pubblici ripetitivi valorizzando le peculiarità e le caratteristiche proprie del territorio valdostano è stato anche il presidente della Regione, Renzo Testolin, durante i suoi iniziali saluti istituzionali.
“In Valle d’Aosta esistono diversi settori trainanti, oggi più che mai abbiamo bisogno di imprenditori che sappiano cogliere le sfide del futuro e guardare avanti – ha insistito ancora l’assessore regionale Sviluppo economico, formazione e lavoro, trasporti e mobilità sostenibile, Luigi Bertschy -. Questo è possibile soltanto investendo sul capitale umano, programmando sul lungo termine, basandosi su dati oggettivi, creando un confronto propositivo per migliorarsi e colmare le proprie lacune, esattamente come noi amministratori stiamo cercando di fare per esempio attraverso le leggi riguardanti la zona franca per la ricerca e l’imprenditorialità giovanile”.
Intelligenza artificiale e impresa
Concetti anni fa estemporanei e fantascientifici quali intelligenza artificiale e metaverso hanno e promettono di avere un forte impatto sul sistema imprenditoriale mondiale, italiano e addirittura regionale.
“In un mondo dove ognuno di noi possiede almeno cinque device connessi contemporaneamente per un totale globale di 30 miliardi di dispositivi, è facile immaginare come la tecnologia possa sostituirsi alla manodopera di un singolo lavoratore – ha osservato l’ospite d’eccezione della conferenza odierna, il presidente nonché amministratore delegato del Multiversity group, Fabio Vaccarono -. Tale evoluzione, sicuramente differente rispetto a come l’avevamo immaginata, concerne anche ambiti un tempo impensabili e più tradizionali quali agricoltura, artigianato e manifattura”.
Il cambiamento digitale in atto non potrà prescindere, secondo gli esperti, da un ampliamento dell’offerta formativa dedicata alle nuove generazioni, a sua volta evoluta e modernizzata per divenire capace di plasmare le nuove menti e le nuove competenze del domani.
“Diversamente dall’intelligenza artificiale tradizionale, progettata per supportare tramite algoritmi scenari prevedibili, la cosiddetta generative Al o intelligenza artificiale generativa è in grado di produrre contenuti originali basati su dati esistenti – ha anticipato ancora Vaccarono -. A suo pieno potenziale, essa può variare modelli di business e strutture dei costi, andando a diffondersi rapidamente e in qualsiasi comparto che sappia imparare a utilizzarla in maniera efficace generando un vantaggio competitivo senza pari”.