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“Une grande Dame” di Saype ai piedi del Monte Bianco

L’opera più alta di sempre dell’artista Saype è in Valle d’Aosta. L’artista franco-svizzero ha presentato al Pavillon di Skyway il suo lavoro più recente: una nonna e la sua nipotina che guardano le montagne, un'opera "effimera" e biodegradabile che che scomparirà mentre l'erba cresce, simbolo di fragilità e cambiamento delle montagne.
Cultura

L’opera più alta di sempre dell’artista Saype è in Valle d’Aosta. L’artista franco-svizzero ha presentato questa mattina al Pavillon 2.173 il suo lavoro più recente, realizzato nei pascoli alpini sopra la stazione intermedia di Skyway Monte Bianco. Visibile solamente dall’alto, l’affresco sull’erba del Pavillon, intitolato “Une grande Dame”, rappresenta una nonna e la sua nipotina che guardano le montagne.

“L’idea è quella di creare ponti intergenerazionali – ha detto l’artista – il titolo Une grande Dame può riferirsi alla natura, alla nonna che rappresenta la saggezza, alla piccola che simboleggia la generazioni future, all’eccezionalità del momento che le due stanno vivendo, ma anche al destino di cambiamento a cui andranno incontro. Quest’opera rappresenta l’immensità e la bellezza ma anche la fragilità: la relazione tra le due è fragile, così come l’opera che scomparirà. Sfortunatamente, le nostre montagne cambiano molto velocemente e questo è un momento unico”.

Con la sua nonna con bambina, realizzata interamente con una vernice di gesso, carbone e proteine del latte completamente naturale, biodegradabili e auto prodotta, Saype aggiunge un tassello dissolvente nella creazione delle proprie opere effimere, soggette alle leggi della natura e destinate a sbiadire e scomparire nel tempo. È proprio in questa natura temporanea che risiedono la durata e l’intensità del messaggio esistenziale, sociale ed ecologico che i suoi lavori comunicano, interrogando con la propria stessa sparizione temi come l’esistenza sul pianeta e le sue conseguenze sul paesaggio. Per l’artista, infatti, “l’arte ha un potere nella società, è un linguaggio universale, che può influenzare le persone”.

Saype, come suggerisce il suo nome d’arte, fusione di say (dire) e peace (pace), è il messaggio di pace che Guillaume Legros vuole comunicare. La sua opera sarà visibile durante il mese di luglio, ma l’intensità e la durata del suo messaggio trascenderanno questa temporalità limitata. “Penso che l’opera durerà abbastanza perché l’erba qui cresce molto poco: spero tutta l’estate, ma in realtà non posso saperlo”.

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