Restano tante le richieste di aiuto alla Caritas, ma nessun aumento significativo

L'appello del Direttore della Caritas alle fasce della popolazione maggiormente colpite dall'incremento dei costi e dell'inflazione. "Non vergognatevi a chiedere aiuto. Può capitare a tutti di trovarsi in difficoltà”.
Il dormitorio di Aosta - foto Caritas
Economia

I prezzi di energia e alimenti oramai alle stelle finiscono con l’incidere negativamente sulle difficoltà economiche di molte famiglie valdostane e non, in molti casi costrette a rivolgersi alla Caritas diocesana per ottenere supporto. Sono sufficienti variazioni di pochi punti percentuali nei valori dell’inflazione per aggravare il disagio dei cittadini e dei nuclei già di per sé in situazione di povertà lieve o marcata.

Anche se al momento il direttore della sezione di Aosta, Andrea Gatto, non ha notato “nessun aumento significativo, le richieste di aiuto restano tante e ciò non può che destare preoccupazione”. Secondo i dati dell’ente, peraltro, “la questione delle nuove domande è sempre delicata per via del pudore e della vergogna provati da molti nel rivolgersi a noi e della fatica nell’accettare di avere bisogno di una mano”.

Categorizzando per semplicità e chiarezza, sono due le principali tipologie di utenza che tendono a rivolgersi agli operatori della Caritas diocesana di Aosta.

“Da un lato troviamo uomini stranieri molto giovani per così dire di passaggio, senza fissa dimora e perciò privi di stabilità abitativa, che chiedono servizi base quali un posto nei dormitori, un pasto alla mensa e un aiuto per la redazione di documenti e per l’orientamento lavorativo – spiega Gatto -. Si tratta di persone molto diverse dall’immaginario comune ed esterne alla rete degli sbarchi, le quali scappano da una sovrapposizione di povertà, guerre e cambiamenti climatici e vengono da noi ospitate nella loro fase di arrivo nella speranza di trovare nuove prospettive”.

A questi ragazzi – spesse volte appena ventenni e per larga parte originari di zone dell’Asia quali Afghanistan, Bangladesh, Pakistan e Turchia – va ad affiancarsi un secondo gruppo di richiedenti sostegno composto da singoli, famiglie monogenitoriali o nuclei più ampi.

“In questo caso il numero di italiani e stranieri va in pareggio – osserva ancora Gatto -. Le domande riguardano necessità domestiche come il pagamento dell’affitto oppure sostegno nelle spese sanitarie quali il pagamento dei ticket o l’acquisto di farmaci o prodotti come gli occhiali”.

La Caritas diocesana locale non manca di lanciare alla popolazione, e in modo particolare alle fasce più penalizzate dagli incrementi di costi e inflazione, l’invito ad appellarvisi per un supporto morale oltre che quotidiano.

“Può accadere a ognuno di noi e in qualsiasi fase della nostra vita di vivere dei periodi transitori di difficoltà – rassicura Gatto, sottolineando quella riservatezza e quel rispetto della dignità di ognuno che contraddistinguono l’operato dei volontari -. È possibile, per coloro che lo desiderano, contattarci anche soltanto telefonicamente e ricevere così un aiuto nel disagio che altrimenti sarebbe pesante da affrontare in solitudine”.

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