Prevenzione del suicidio, Faber: “A chi sta attraversando il suo buio, dico soltanto di non mollare”

Ai primi posti tra le zone maggiormente interessate dal problema c'è la Valle d'Aosta, dove la media è di 9 casi di vittime di suicidio all’anno. In occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio, domenica 10 settembre, Il Mandorlo fiorito ha organizzato a Saint-Vincent un evento di sensibilizzazione.
Autore Andrew Faber Giornata internazionale di prevenzione al suicidio Saint Vincent
Società

“Cara mamma, anzi carissima, darei anni della mia vita e tutto quello che posseggo per averti indietro. E ogni volta che mi addormento spero di sognarti per poterti vivere ancora”. L’audio di Stefania Tagliaferri della compagnia teatrale Palinodie commuove Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto a Saint-Vincent. L’attrice dà voce alle parole scritte da Fabrizia Pavetto e dedicate alla madre Federica, che si è tolta la vita nel marzo del 2018. Parole lette domenica 10 settembre in occasione della Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio.

Prevenzione del suicidio: la frase ‘a me non può succedere’ non esiste

Nel pomeriggio di domenica 10 settembre si è svolto l’evento “Con il cuore a fior di pelle” in ricordo di Andrea Bich, promosso da Il Mandorlo fiorito (sezione all’interno dell’Associazione Volontari del Soccorso Grand Paradis), realizzato in collaborazione con l’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali e con l’Azienda Usl della Valle d’Aosta e patrocinato dalla Regione autonoma Valle d’Aosta.

Un progetto di sensibilizzazione per la prevenzione del suicidio. Il tema, talvolta trattato come un tabù, è stato affrontato alla luce del sole e sotto gli occhi di tutti con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza nella popolazione che il suicidio può e deve essere prevenuto e combattuto. Tra i tanti ospiti che hanno animato la piazza del paese, diversi professionisti del settore (psicologi, psichiatri, psicoterapeuti, infermieri), alcuni “sopravvissuti” al lutto e le voci della speranza delle cantautrici Mikol Frachey e Maura Susanna.

I numeri in Valle d’Aosta: la media è di 9 casi di vittime di suicidio all’anno

In proporzione alla popolazione, la Regione Valle d’Aosta si pone ai primi posti tra le zone maggiormente interessate dal problema del suicidio.

“Su 10 persone che mettono in atto questo agito, 7 non richiedono il nostro aiuto” spiega Anna Maria Beoni, Direttore del Dipartimento di salute mentale deII’Azienda USL della Valle d’Aosta. “Il fil rouge che accomuna queste situazioni è la solitudine”. “Le categorie più a rischio sono gli anziani soli – chi è rimasto vedovo, chi ha perso il lavoro -, ma abbiamo anche il problema dei giovani. Tra i 14 e i 25 anni la seconda causa di morte è il suicidio”.

Che si tratta di un fenomeno emergente e in crescita soprattutto nelle fasce giovanili lo conferma anche lo psicologo delle emergenze Roberto Raia. Dal 2015 al 2022 si contano 3.683 interventi di supporto psicologico effettuati dal nucleo di emergenza valdostano. L’équipe delle emergenze ha prestato assistenza a 72 casi di suicidio. 12 casi nel periodo da gennaio ad agosto 2023. “In Valle d’Aosta la media è di 9 casi di vittime di suicidio all’anno” afferma Raia. Dal 2015 al 2022, i tentativi di suicidio sono stati 62. “In media quasi 8 all’anno, con un aumento tra il 2021 e 2022”.

I segnali di allarme

“Non è bello arrivare dopo o arrivare tardi, è molto più bello se si riesce ad arrivare presto o addirittura prima”. Giuseppe Di Maria, medico psichiatra psicoterapeuta e volontario de Il Mandorlo fiorito, va dritto al punto. “Il comportamento suicidario non è sintomo di una malattia, se non in una minoranza di casi”. La “crisi suicidaria” definita come una “profonda angoscia di avere il desiderio di vivere, ma non riuscire più a tollerare la vita com’è in quel momento” è preceduta da sofferenza, malessere e fragilità.

I campanelli di allarme esistono. Lo psicologo Roberto Raia elenca alcuni segnali: repentini cambi d’umore, rabbia, rancore, insonnia, abuso di sostanze, scarsa autostima e ritiro sociale da famiglia e amici. “Si entra in quella visione a tunnel dalla quale sembra difficile uscire” afferma lo psicologo.

Il Mandorlo fiorito, promotore dell’evento

“Si può fare in modo che la propria esperienza sia di aiuto per altri. Il fatto di condividere diventa una modalità per aiutare”. Così la referente Paola Longo Cantisano, “sopravvissuta” al lutto del figlio, presenta Il Mandorlo fiorito, sezione all’interno dell’Associazione Volontari del Soccorso Grand Paradis.

Da circa un anno presente sul territorio, il Mandorlo fiorito nasce su iniziativa di un gruppo di “sopravvissuti” al suicidio di un proprio familiare o amico con l’intento di creare uno spazio per affrontare il tema della prevenzione del suicidio mettendo a disposizione la propria sensibilità e il proprio vissuto personale. Quel ramo di mandorlo in fiore, ispirato a un dipinto di Vincent Van Gogh, vuole essere una rete, un abbraccio collettivo che aiuta a coltivare la speranza, sentimento indispensabile alla vita.

“A chi sta attraversando il suo buio, dico soltanto di non mollare” Andrew Faber

Tra i protagonisti dell’evento anche Andrew Faber (Andrea Zorretta), scrittore e poeta romano. Nel suo libro “Ti passo a perdere” racconta la sua caduta nel buio e la risalita. “Circa 10 anni fa ho pensato al suicidio almeno una volta” racconta l’autore.

“A chi sta attraversando il suo buio, dico soltanto di non mollare. A chi sta attraversando il suo buio, dico soltanto di avere coraggio bisogna stringere i denti e aspettare che il sole riprenda a brillare” (Ti passo a perdere, A. Faber).

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