Il concorso per il comandante della Polizia locale arriva in Consiglio. Nuti: “Nessuna azione ‘contra personam'”

La determina dirigenziale che indice un concorso da dirigente comandante della Polizia locale è arrivata in Consiglio comunale. L'opposizione chiede lumi: "Il comandante esiste da anni. Non è vacante”, riferendosi a Fabio Fiore. Comandante che è però un funzionario, reso dirigente dall'istituzione della Police de la Plaine.
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Galeotta fu la Police de la Plaine. La sonnacchiosa estate aostana, con il Consiglio comunale fermo per due mesi, si era improvvisamente risvegliata a causa di una determina dirigenziale del 22 di agosto che indiceva un “bando di concorso per esami per l’assunzione a tempo indeterminato di un dirigente amministrativo (qualifica unica dirigenziale) da assegnare all’incarico di secondo livello dirigenziale di comandante della polizia locale”.

Dalle colonne dei giornali la questione si è spostata sui banchi della politica. Ed oggi, dopo la pausa estiva, la questione è arrivata in Consiglio comunale con una mozione e due interrogazioni targate rispettivamente Lega, Renaissance e Forza Italia.

“Da 27 anni a questa parte il posto di comandante della Polizia locale di Aosta non risulta vacante – spiega la consigliera leghista Sylvie Spirli –. C’è una persona adibita a queste funzioni, che ha regolarmente vinto un concorso in passato in qualità di funzionario ispettore di Polizia locale e che ricopre questo ruolo a pieno titolo. Chiediamo l’annullamento della determinazione dirigenziale. La figura di dirigente amministrativo con incarico di comandante della Polizia locale di Aosta esiste da anni. Non è vacante”.

Dai banchi a fianco, Giovanni Girardini (La Renaissance) aggiunge: “Il rischio è che ci si ritrovi con due persone che ricopriranno il ruolo di comandante – ha detto –. Perché è stata fatta una scelta palesemente contraria, o che rischia di esserlo, all’economicità delle casse comunali? È vero che non può essere inserita una figura intermediaria tra il comandante ed il sindaco?”.

Ma non solo: “Come si pensa di sostenere senza conseguenze, magari anche per la Corte dei Conti, un contenzioso di questo tipo? Che, a detta di moti sindacati, è assolutamente attaccabile e che potrebbe avere un risultato positivo per la parte che attaccherà questa scelta”.

Da Forza Italia la questione non è molto diversa: “Secondo noi si sta nascondendo un demansionamento del comandante Fiore, che ha servito con onore in questi 27 anni, gli ultimi 15 da dirigente – spiega invece Renato Favre –. Il bando di concorso è palesemente iniquo e illegittimo, sicuramente offensivo per il prestigio del comandante che dovrebbe così rimettersi in discussione in una selezione per esami, accessibile peraltro ad una miriade di partecipanti che potrebbero non avere le sue competenze”.

Funzionario, dirigente. In mezzo c’è la Police de la Plaine

Polizia locale
Il comandante Fabio Fiore

La vexata quaestio gira attorno ad un punto, come si diceva: il comandante Fabio Fiore è stato assunto come funzionario dopo aver vinto un concorso. L’istituzione del Corpo associato di Polizia Police de la Plaine prevedeva invece la presenza di un dirigente. Per cui, ad Aosta è stata creata un’Area dirigenziale temporanea, attribuita al funzionario Fiore, diventato quindi dirigente a tempo determinato e in aspettativa dall’incarico di funzionario.

Il sindaco Gianni Nuti replica alle opposizioni cercando di fare chiarezza: “L’incarico di comandante è a tutt’oggi è ricoperto a forza di un incarico a tempo determinato. Il primo incarico a termine è stato conferito con l’Area temporanea di Polizia locale e attribuita al funzionario Fiore”.

Quindi, “in conseguenza dell’istituzione della Police de la Plaine tra Aosta, Sarre e Saint-Pierre che si sono susseguite nel tempo – aggiunge –, al funzionario è stato conferito un incarico dirigenziale di secondo grado dell’Area temporanea A6 Polizia locale, con collocamento in aspettativa e senza assegni”.

Poi, il qui e ora: “Quindi diventano due le posizioni – prosegue Nuti –: quella attuale e quella da conferire al comandante Fiore che rientra nel comparto unico. Anche vista la recente giurisprudenza sulla Polizia locale, dato che lui stesso ha chiarito di non essere soggetto a rotazione e che non può avere altri incarichi. In attesa della copertura del posto vacante di dirigente della Polizia Locale è stato conferito un incarico dirigenziale a tempo determinato per cui il funzionario dell’ente ha depositato una apposita dichiarazione di interesse. L’incarico è stato conferito come reggenza a causa del posto vacante dal 1° gennaio 2023 fino al termine della procedura di concorso, collocando quindi il dipendente in aspettativa senza assegni per l’intera durata dell’incarico. Quindi, il signor Fiore ha sottoscritto un contratto a tempo determinato con il Comune che al punto 3 parla proprio di un rapporto di lavoro che decorre fino al termine procedura concorsuale. Alla scadenza, il contratto si considera risolto di diritto e lo stesso dipendente verrà ricollocato nella posizione precedentemente ricoperta”.

Concludendo, il sindaco aggiunge: “Il dipendente del Comune è un funzionario amministrativo inquadrato in categoria D del comparto pubblico, e in aspettativa per lo svolgimento di dirigente della Polizia locale. È stato a conoscenza del fatto che il ruolo di comandante è stato sempre sotteso a incarichi a tempo determinato succedutisi nel tempo. Ed è stato edotto su volontà di avviare un concorso a tempo indeterminato. Il concorso per esami è legittimo, non è stato impugnato in nessuna sede”.

Con una specifica: “Preciso una cosa – chiude Nuti –: qui non c’è nessuna azione contra personam. Questo è un atto amministrativo che sana una condizione anomale, e che forse sarebbe dovuta essere sanata molto prima. Il funzionario Fiore è stato assunto nel 1997. La Regione ha approvato una legge nel 2005 che istituiva una struttura dirigenziale per i comandanti di Corpo. In ottemperanza, è stato dato un incarico dirigenziale suppletivo e pro tempore. L’alternativa al concorso era aspettare che Fiore andasse in pensione dandogli nel frattempo incarichi triennali. Questo non si può fare in modo così ripetuto nel tempo, non ha senso per una amministrazione pubblica”.

Un’opposizione non persuasa

La spiegazione di Nuti non convince appieno l’opposizione. Almeno non tutta. Girardini replica: “Il dirigente è un conto, il comandante è un altro. Come potete pensare di non rinnovare l’incarico a chi è comandante a tutti gli effetti? E come pensate di gestire due comandanti assieme o una figura intermedia, che non è prevista? Il rischio contenzioso è dietro l’angolo”.

“Il comandante c’è, si poteva arrivare ad un atto di mediazione”, dice invece Renato Favre.

Dai banchi della Lega Bruno Giordano vede un’altra strada, forse necessaria, anche a detta dello stesso Nuti: “Se l’altro comune rimasto nella convezione della Police de la Plaine disdettasse, in automatico non si potrebbe formalizzare la dirigenza dell’attuale comandante del corpo della Polizia locale – ha spiegato –. Credo che dovremmo fare molta attenzione e rivedere il regolamento istitutivo del Corpo della Polizia locale. Questo, oltre tutto, ci metterebbe al riparo da ciò che i latini chiamavano in cauda venenum”.

Nuti però ha pochi dubbi: “Il Corpo di Polizia locale ha la necessità di avere un incarico dirigenziale stabile perché è nevralgico per questa Amministrazione. La stabilizzazione dei quadri dirigenziali funziona così. Io stesso ho fatto il dirigente per dieci anni, poi sono tornato al mio incarico precedente”.

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