“O demolivamo la scuola o dovevamo adeguarla sismicamente, quindi in qualunque caso i cambiamenti erano necessari” anticipa il sindaco di Donnas Amedeo Follioley.
Tutto comincia nel 2019, quando Donnas ha effettuato una valutazione strutturale “a tappeto” di tutte le scuole del Comune. Da questa verifica emerge che erano tutte strutturalmente in regola, ma non antisismiche. Si è dunque deciso di partire adattando la scuola di Vert, in quanto gli edifici di Capoluogo, essendo storici, sarebbero stati più complicati da adeguare sismicamente.
La scuola è stata sottoposta a uno studio di fattibilità tecnica ed economica, e la scelta da prendere era tra un adeguamento antisismico o un rifacimento da zero. Il primo avrebbe comportato la costruzione di una struttura di ferro che avrebbe ridotto gli spazi; per questo motivo e per poter soddisfare tutti i criteri energetici, si è optato per la seconda opzione.
Tre anni dopo, nel 2022, Donnas ha partecipato al bando nell’ambito del Pnrr volto alla realizzazione di nuovi edifici scolastici, proponendo proprio il progetto finalizzato alla demolizione e ricostruzione della scuola di Vert, ricevendo 1,5 milioni di euro, e contestualmente è risultata vincitrice di un concorso bandito dal Ministero dell’Istruzione. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha finanziato i lavori di 216 scuole in Italia, di cui due valdostane: Vert e Valtournenche. “La nostra scuola è forse la più piccola tra tutte quelle finanziate, ma non la meno importante” dichiara Follioley.
Parallelamente, si è svolta la gara per l’individuazione dell’impresa a cui affidare i lavori, aggiudicata alla Cogeis Spa. I lavori dovrebbero ora iniziare dopo le vacanze natalizie, per terminare a marzo 2026, con i collaudi entro il 30 giugno 2026.
Un progetto su livelli ispirato dal paesaggio
Il bando richiedeva di rispettare una logica di riuso: è su questa filosofia, oltre che sulla collettività, che gli architetti incaricati, Marco Panzeri e Elena Ghetti, hanno sviluppato la loro idea progettuale.
I due progettisti hanno iniziato fotografando e analizzando il territorio circostante alla scuola. “Erano lampanti la verticalità del paesaggio e le murature massicce degli edifici” comincia Panzeri “Così paesaggio, basamento massivo e scandole sono diventati gli spunti di partenza e di collegamento per il nostro progetto”. Queste considerazioni sono state tradotte in una struttura concepita su livelli.
Il piano interrato ospita le funzioni più tecniche, mentre il cuore della scuola si stanzia al piano terra, con la materna a est, due appendici per mensa e spazio del sonno e a ovest parte della scuola elementare, che si estende al primo piano con tutte le aule dedicate. “Abbiamo cercato di creare spazi che si allargano per ottenere luoghi di apprendimento non solo al banco” aggiunge Ghetti.
Al piano terra si trovano inoltre palestra, sala polivalente e cucina, che potranno essere utilizzate anche dalla Protezione Civile in caso di calamità.
Per quanto riguarda l’estetica, la scuola sarà realizzata con mattoni dal disegno rigato che rimanda alle costruzioni del borgo, avrà grandi finestre, una copertura a scandole reinterpretata in maniera più contemporanea e un tetto che ricorda le montagne.
Nel parco si coltiveranno erbe aromatiche, ci saranno un orto didattico e una pensilina per attività all’aperto anche in caso di pioggia.
“Vogliamo sviluppare una coscienza del verde e pensare a una didattica innovativa dando importanza al nostro paesaggio, lasciare spazi per bici e avere una cucina di prodotti a chilometro zero” aggiunge Follioley.
Una scuola “aperta” e sostenibile
“Nella scuola attuale ci sono più di 300 metri quadri di corridoio, c’è un labirinto lì dentro” fa notare il sindaco. Tenendo conto del calo demografico, il nuovo edificio scolastico sarà più piccolo, ma con spazi concepiti in modo più pratico e funzionale, ponendo particolare attenzione agli ambienti esterni e alla sfera sociale, anche extrascolastica.
Si prevede di aprire alla comunità in primis palestra, sala polivalente e parco giochi, delimitato appositamente da un cancello. Inoltre, ci si è concentrati sulla zona d’attesa, retrocedendo l’entrata per lasciare più spazio a bambini e genitori. “L’idea è quella di una scuola aperta, di un edificio pubblico, usato dalla cittadinanza sette giorni su sette” spiega Ghetti.
La costruzione della nuova scuola di Vert è parte di una seconda iniziativa finanziata dalla Fondazione Compagnia di San Paolo di Torino: “La scuola di Tutti”, curata dall’architetto Federica Castiglioni e dallo psicologo Stefano Ghidoni, presenti alla serata. Il progetto prevede l’organizzazione di incontri con l’obiettivo di valorizzare le competenze e favorire gli scambi nell’ottica di una scuola aperta.
Il nuovo edificio sarà munito di un impianto fotovoltaico e di un sistema di raccolta dell’acqua piovana, per il giardino e per il bagno ecostituito per il 70%o da materiali derivanti da scarti di demolizione a loro volta riciclabili. Ma il suo punto forte resta la semplicità. “ “Spesso ci dimentichiamo che il progetto sostenibile è quello che dura, tutto sta nel consumare meno e nel riusare quello che abbiamo. Ed è questo il ragionamento che noi progettisti abbiamo fatto” conclude l’architetto Panzeri.
Una risposta
Mi sembra un’ottima scelta in linea col calo demografico!