La Procura ha chiesto il processo per il 18enne che, lo scorso novembre, era stato arrestato per stalking nei confronti della ex fidanzata. La richiesta di rinvio a giudizio è stata depositata dal pm Manlio D’Ambrosi: sta ora al Gup del Tribunale fissare l’udienza preliminare del procedimento.
Tra le contestazioni mosse al giovane dagli inquirenti (ad indagare erano stati i Carabinieri), c’è di aver minacciato la ragazza con la frase “Ti faccio fare la fine di quella là”, riferimento all’omicidio di Giulia Cecchettin, caso di cronaca che era su tutte le prime pagine in quei giorni dello scorso novembre, quando il ragazzo finì in manette.
Dopo alcuni giorni in carcere, al giovane il Gip Davide Paladino aveva concesso i domiciliari con braccialetto elettronico, accogliendo l’istanza del suo difensore. Il ragazzo, in sede di interrogatorio di garanzia, aveva negato ogni addebito. Ai Carabinieri si erano rivolti, due giorni prima dell’arresto, i genitori della ragazza, dopo aver saputo di quella frase e giudicando che la situazione fosse “divenuta insostenibile”.
I militari avevano ricostruito che il rapporto tra i due era iniziato nel settembre 2022. Da subito, tuttavia, lui (all’epoca ancora minorenne) aveva messo in luce un’ossessività, manifestatasi – nell’impostazione accusatoria – in più episodi. Tra questi, l’ottenimento della password della fidanzata, per controllarne i profili social, la rabbia per gesti naturali, come il saluto di lei ad un amico, e l’invio ripetuto di messaggi.
Uno di questi, contenente un epiteto pesante nei confronti della ragazza, era stato notato dalla madre. La donna aveva quindi parlato con la figlia, convincendola ad interrompere quella relazione e non avere più contatti con il ragazzo. Lui, nella ricostruzione inquirente, non aveva però smesso di scriverle e di seguirla davanti alla scuola, o di appostarsi alla fermata dell’autobus.
Lei era rimasta ferma sull’evitare contatti, ma dopo l’incontro in strada e quella frase, la giovane spaventata aveva parlato nuovamente con la madre, dialogo culminato nella scelta di rivolgersi ai Carabinieri. Da lì, le prime indagini e la misura cautelare, con le accuse respinte dal 18enne. Ora, la richiesta di processo, che dovrà definire la situazione.
18 risposte
Spero che i genitori del ragazzo diano a sveglia a questo fenomeno, però ho paura che non succederà visto che i genitori odierni son usi a dar sempre ragione ai propri figli incondizionatamente e questi son i risultati (forse). Siam nel campo delle ipotesi.
Caro Andrea mi sembra non si sforzi abbastanza..! O forse non sa interpretare correttamente un testo. Rilegga il mio commento e vedrà una bella argomentazione sulla forma dei suoi interventi a cui non ha ancora risposto se non insultando o divagando. Lo rilegga con attenzione e si sforzi di capirlo.
Puó farcela e risponda nel merito.
Cordialmente
Sicuro? Bella argomentazione? Sicuro? Si curi.
Senza la minima cordialità fasulla come la sua.
Giustamente dice che non c’è nulla di vergognoso ad essere la vittima, ma la realtà ci dice che è vero solo in teoria, tant’è che ci sono donne che trovano il coraggio di denunciare solo dopo mesi. Essere additata in ogni contesto della propria vita quotidiana come quella che è stata mostrata vuol dire rivivere continuamente un incubo e non poter ripartire.
Forse non ci siam capiti, mostrare generalità carnefice, massima riservarezza per vittima di minacce o stalking. Mi pare ovvio. Ovvio che a denunciare ci vuole un certo coraggio ma non vi è alternativa reale, in questo caso ci han pensato i genitori, vista la giovane età.
Indicare le generalità del reo ( presunto tale fino a condanna definitiva, come afferma la nostra Costituzione) non apporta alcun beneficio alla comunità ma non fa che alimentare una morbosa pruderie che caratterizza un ambiente provinciale come il nostro.
Magari evita che qualcun’altra malcapitata si faccia avvicinare da costoro, se li conosci li eviti. La vergogna pubblica è deterrente migliore del carcere, forse, dove questo si trova attualmente. Le pruderie valgon solo per questi casi? in altri si dice peccato e peccatore.
Continuo a non comprendere il perchè di questo trattamento di favore.
In casi non conclamati come questo si sbatte il mostro in prima pagina, parafrasando un film famoso con tanto di foto e poi si fa la rettifica con un trafiletto, qyuand si scopre che era innocente.
In medio stat virtus, magari.
In questi giorni abbiam visto, anzi son anni che vediamo, ben prima del processo, foto abbondanti e generalità di un cittadino che ha messo a casa sua un cancello che richiama l’ideologia nazista. Tanto per fare un esempio tra i tanti. Quindi due pesi e due misure?
Notizia fresca segno di una subcultura maschilista e patriarcale dura a morire:
“Sarà processato per lesioni aggravate l’uomo che a Portogruaro ha aggredito la moglie, colpevole di difendere Giulia Cecchettin. L’aggressione – raccontata dal Corriere del Veneto – è avvenuta giovedì 23 novembre, all’ora di cena. L’uomo ha commentato un servizio del telegiornale sulla ragazza assassinata nei giorni scorsi: “Chissà cosa aveva combinato per farsi ammazzare…”, ha detto. La moglie lo ha giustamente rimproverato: “Ma cosa stai dicendo? Parli come un criminale”. A quel punto è scattato l’assalto: l’uomo ha sferrato un pugno allo stomaco della donna e ha tentato di accoltellarla, procurandole per fortuna solo delle ferite superficiali.
Diceva Voltaire che la civiltà di un Paese si misura dalle sue carceri. Ovvero da come tratta coloro che, colpevoli di qualche reato, sono sottoposti a giudizio o alla privazione della propria libertà. Se lei vuole il far west o la legge del taglione deve rivolgersi rispettivamente più a ovest o ad est della nostra longitudine
Mica son per le carceri lager, anzi tutt’altro, Lei mi mette in bocca parole non mie per contestarle.
E’ indispensabile la certezza della pena e la deterrenza che vanno di pari passo, se un condannato per femminicidio magari premeditato, esce come accade in Italia dopo 5 o 6 anni, non vi è deterrenza e costui può continuare a delinquere trovando altre vittime.
In questo Paese vi è troppa tutela per chi delinque tutela che è del tutto carente per le vittime, una malintesa lettura del Beccaria.
Anche qui si vede come si tutela la privacy dei carnefici a scapito della pubblica utilità.
Vorrei vedere se Lei avesse una figlia ammazzata da questi subumani vergogna dell’umanità e del nostro sesso se sarebbe contento che l’omicida sconti solo 5 anni per tornare libero e magari colpirne altre come è già successo. Non lo sarebbe sicuramente. Basta mettersi nei panni di chi subisce il danno, non in quella di chi lo compie, personalmente sto sempre dalla patrte dei deboli e di chi viene colpito ingiustamente.
Lo ribadisco, non si capisce come mai si tutela la privacy di questi delinquenti quando in altri ambiti non ci si fa certo scrupoli di svelare le generalità di inquisiti e ben prima della condanna. E’ un servizio a tutela della comunità tra l’altro.
Troppo garantismo per i delinquenti e troppe poche tutele per le vittime ,attuali o potenziali.
Oltretutto il pubblico ludibrio servierebbe da deterrente.
Perché in questi casi equivale a sbandierare pure il nome della vittima. è un concetto semplice…
Non è così, affatto, sapientino, vorrei capire se dipende dalle forze dell’ordine o dai media questa condotta omertosa, penso i primi. Il nome della vittima lo potranno sapere solo pochi e in ogni caso non vi è nulla di cui vergognarsi per le vittime mentre vi è molto da vergognarsi per i carnefici.
I NOMI! Omertà omertà omertà
Omertù è complicità
Invece é come scrive Matteo, sapientino!
Spiegami come suo supporter se hai un minimo di argomentazioni e non credo proprio, son tutto orecchi.
Se non lo capisce si informi invece di sbandierare la sua ignoranza in pubblico. Chiedere ad altri di argomentare il contrario di quello che afferma, dopo che i suoi interventi non contengono alcuna argomentazione fattuale ma solo pensieri personali basati sul nulla… è patetico.
Quando non si hanno argomenti si insulta, my compliments, naturalmente è ironico, per lei devo tradurre. Il nulla che posta niente.
Stef ano, imformami te, son sicuro che sei informatissimo, sbandiera la tua conoscenza senza pudori, così mi faccio una risata.
Anyway rido lo stesso.