Le notti valdostane nelle “Cronache da un futuro passato” di dj Bob Sinisi

Presentato il libro del disc-jockey che per anni ha animato serate e notti in numerosi locali della regione. Un lavoro nato, ha spiegato l’autore, dall’urgenza di condividere alcune riflessioni, perché “raccontare è una specie di cura”.
Copertina DJ Bob
Cultura

Una serata in compagnia di coloro che, per decenni, hanno ballato al tempo della sua musica e che, giovedì scorso, hanno ritrovato dj Bob Sinisi nell’inedita veste di autore. Il suo libro, “Cronache da un futuro passato”, è tecnicamente una raccolta di racconti, ma mettendoli in fila si scorge nitido un “fil rouge” che attraversa il tempo e le notti valdostane. Una trama emersa anche nella presentazione del volume alla pizzeria Lido’ di Sarre, di fronte a una sessantina di persone.

Nella conversazione con il giornalista Christian Diemoz (“più che un moderatore, ‘una spalla’”, ha precisato all’inizio dell’incontro), Sinisi – che ha iniziato a mettere i dischi sul piatto nel 1984, avvicinato all’arte del far ballare la gente dal compianto Beppe Magri in una discoteca di Pila (“e mi considererò sempre il suo ‘bocia’”) – è partito da quanto questo lavoro rispondesse anche all’urgenza di condividere alcune riflessioni.

Non a caso, se molti racconti riguardano personaggi indimenticabili per chi ha vissuto le notti valdostane di quell’era (dagli esordi di Bob sino ad anni ’90 avanzati), altri evocano figure di riferimento per la vita del disc-jockey, da suo padre (titolare di un esercizio commerciale nella zona di via Monte Grivola per anni, che compare anche nella copertina curata da Arnica Design) a sua mamma (la maestra Olivotto). Tutto ciò perché, ha ammesso Sinisi, “affrontare momenti complicati raccontandoli è stato importante, una sorta di cura”.

Presentazione Dj Bob
Bob Sinisi (a sx) con Christian Diemoz alla presentazione del libro.

Attenzione, la lettura più banale di “Cronache da un passato futuro” (116 pagine, stampate dalla Tipografia Valdostana), potrebbe essere che il libro celebri i “glory days” di chi lo ha scritto e di coloro che affollavano il suo dancefloor. Non è così, perché la verità – ha ammesso l’autore, supportando il suo pensiero con una citazione sulla nostalgia della filosofa francese Barbara Cassin – è che “allora tutto era, semplicemente, diverso”.

Peraltro, lo stesso titolo del volume (ai racconti di Sinisi si affiancano la prefazione di Corrado Bellora e una postfazione dello stesso Diemoz) è preso a prestito dal disco “Memories Of The Future”, un capitolo “di nicchia” dei Kode9 & The Spaceape, alfieri della Dubstep. Una corrente di musica elettronica in cui, dopo anni passati a raccontare quanto roseo potesse essere il futuro, si è tornati a spiegare come avrebbe potuto essere.

“Cronache da un passato futuro” è stato anche l’occasione per ricordare gli anni in cui la Valle d’Aosta si caratterizzava per la floridità della scena club. C’erano diverse discoteche aperte: ognuna si distingueva per il suo genere musicale e la gente sceglieva dove spostarsi. Non sono mancati poi gli esperimenti, come la “Kaos Gang”, di includere in un solo team tutti gli aspetti legati alla riuscita di una serata, quindi non solo i dj, ma anche i pr e la promozione pre-evento.

Pubblico incontro dj Bob
Il pubblico alla presentazione del libro.

Il libro, dal prezzo di 15 euro, sarà a breve disponibile al Gros Cidac, o ce lo si può procurare assistendo alle presentazioni. La prossima si terrà alle 18 di giovedì 14 dicembre, al Laboratorio Latini (in via Aubert ad Aosta). A dialogare con l’autore (che, a Sarre, non ha escluso un seguito al volume) sarà, in questo appuntamento, Lorenzo Tagliaferro (altro nome che, per quanto di una generazione diversa, dirà qualcosa ai “randagi” delle notti valdostane). Seguirà il firmacopie.

In chiusura dell’incontro di Sarre, Sinisi ha rivolto pensieri sia ad altri scampoli della sua esperienza (come quella nelle radio), sia al clubbing odierno, sostenendo che i dj in cui si riconosce sono Davide “Pillola” Franco e Francesco “Ieia” Ierardi. Quanto al consiglio per un ragazzo che sognasse di diventare dj, prima di imparare a mixare, “sviluppare del gusto per la musica”. Ecco, forse è in quest’ultimo suggerimento che sta molta della differenza tra l’oggi e gli anni che rivivono nelle pagine del libro.

Una risposta

  1. Sicuramente erano gli anni della vita per gli adolescenti valdostani e anche per i giovani uomini che si stavano formando , è stato un periodo di multiesperienze e come citato nel libro bastava avere tre garage per fare una disco alcuni esempi ? :
    Etoile de neige , chaumiere , poubelle , les aigles, la croix blanche , moulin rouge e poi c’erano lae discoteche quelle un pò più grosse come moog 8 (poi diventato divina ) les dragons , il ciel bleu, l’abat jour , il tiger , il sing sing , libera tutti , freee time , insomma ogni posto ci si poteva divertire c’erano i piani bar la celebre vacherie . A volte si partiva da aosta per andare a Champoluc al galion oppure Cervinia o ancora a Cogne a les trompeurs insomma avevamo l’imbarazzo della scelta e la musica che ascoltavamo e ci faceva ballare ci dava una carica emotiva e di vita importante , forse anche memori noi della generazione post 68′ , c’era più contatto fisico e umano anche se avolte con il contatto si esagerava riscaldando gli animi io dico sempre che si usciva con due sportine della spesa una per raccogliere i cocci e l’altra per renderli forse per chi ha vissuto quegli anni sa cosa intendo dire . era l’epoca del vinile dei DJ che andavi a cercare perchè ti piacevano le sue scalette , il momento delle bande di giovani ne cito alcune per chi non sele ricordasse : viale europa, shangai , duc , crestani , viale della pace , l’arionda , bar ivrea e poi c’erano i vicini della plaine Gressan e ST. Pierre .
    Insomma che dire che rispetto al contesto che stiamo vivendo tutto era meno virtuale e superficiale ma veritirero e forse a quelli che hanno avuto la possibilità di maturare hqanno vissuto un esperienza unica e irripetibile . Un Grazie di cuore a BOB per averci rinfrescato la memoria un saluto da Paolo Schiavon

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