Dal siero di fontina DOP al cerotto per la cura delle lesioni della pelle

Trasformato in principio attivo, il siero del formaggio valdostano sarà impiegato nell'ambito del progetto di innovazione e ricerca dermatologica "Salutederm" per promuovere la salute della pelle.
Iar CS
Economia

Sviluppare soluzioni innovative per la diagnosi di alcune lesioni della pelle e per la cura della pelle. È l’obiettivo del progetto Salutederm, presentato nella giornata di ieri presso la sede dell’Institut Agricole Régional e che vede come partner le aziende NeuroZone e ThallosJet e i centri di ricerca Institut Agricole Régional e Fondazione Links. Nato dalle costole dei progetti Heart VdA e TypicAlp di cui l’IAR è stato capofila negli scorsi anni, il progetto è il principale aggiudicatario del finanziamento concesso a valere sul bando Aggregazioni R&S Salute pubblicato dalla Regione in applicazione della legge regionale 7 dicembre 1993, n.84, “Interventi regionali a favore della ricerca e dello sviluppo”.

Dal siero della fontina un principio attivo per il benessere della pelle

Al centro dei lavori di Salutederm c’è un sottoprodotto della filiera lattiero-casearia tipicamente valdostano, ovvero il siero derivante dalla produzione di fontina. “Negli ultimi dieci anni, l’IAR ha lavorato alla trasformazione di questo siero in un principio attivo dal nome Wheybiotics che è diventato un brevetto e la cui attività biologica principale è quella di velocizzare la guarigione delle ferite cutanee.” – ha spiegato la responsabile scientifica dell’IAR Sabina Valentini. “Nei prossimi anni andremo a sviluppare un cerotto che, con tecnologia inkjet, rilascerà questo principio attivo.”

A presentare graficamente l’identità di Salutederm, c’è la triangolare e digitale del suo nome: “Questa lettera rimanda a una fetta di formaggio ma anche a un’impronta, perché è proprio attorno a questa A che abbiamo individuato i temi che riuniscono le quattro realtà che vi collaborano: Artificial Intelligence, Active Ingredient, Advanced Printing e Applicative Solution.” – ha evidenziato il referente dell’azienda capofila NeuroZone Fabio Bianco.

Il piano di sviluppo di Salutederm, che avrà una durata di 24 mesi e che ha ottenuto un budget totale di 767.000 euro, si compone di quattro fasi: la progettazione di un dispositivo basato sull’intelligenza artificiale per realizzare diagnosi precise di lesioni cutanee, la progettazione di un fluido iniettabile con tecnologia inkjet a partire dal principio attivo derivato da siero di fontina DOP, la costruzione e la validazione di una bio-struttura (cerotto) per il rilascio del principio attivo, il test e la validazione dei prodotti.

Team di ricerca
La responsabile scientifica dell’IAR Sabina Valentini, il referente capofila di NeuroZone Fabio Bianco, il referente di ThallosJet Giuseppe Caragnano e il Responsabile Tecnologico di Fondazione Links Enrico Manini

Verso il Centro unificato per la ricerca in Valle d’Aosta

“Salutederm ha saputo mettere insieme i valori che riteniamo importanti per far crescere la ricerca: l’aggregazione tra più soggetti e lo sviluppo delle nostre potenzialità e peculiarità regionali: in questo promuove l’obiettivo di creare un Centro unificato di ricerca scientifica in Valle d’Aosta a cui stiamo lavorando con determinazione.” – ha detto l’Assessore Luigi Bertschy. La sede dei lavori di ricerca nel prossimo biennio sarà l’Institut Agricole Régional: “È positivo che questo messaggio parta proprio da una scuola. Se l’Assessorato rappresenta l’agricoltura, l’IAR è il cuore pulsante dell’agricoltura del domani.” ha aggiunto l’Assessore Marco Carrel.

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