I fatti sono stati raccontata ieri, dalle pagine dell’edizione regionale de La Stampa: una svastica disegnata su una lavagna in un’aula comune, altre ancora sulle pareti e sui banchi della scuola media “Abbé Trèves” di Saint-Vincent hanno fatto prendere una decisione forte alla dirigente: far saltare alla classe 3ªB il viaggio di istruzione a Boves, luogo tristemente noto per l’eccidio che il massacro di civili innocenti compiuto dall’esercito nazista del 19 settembre 1943.
Non solo, perché il quotidiano parla di altri episodi: danni fotografati e condivisi sui telefoni degli alunni, foto modificate di insegnati vestiti come Hitler e con l’utilizzo di app.
Nessuno, stando a La Stampa, si è preso la responsabilità dell’accaduto. Così, è arrivato il provvedimento. Gita annullata, dato che – peraltro – i docenti del Consiglio di classe non hanno dato la disponibilità ad accompagnare i ragazzi nella due giorni, con nottata fuori, prevista.
Il giorno dopo, a prendere la parola è la sezione valdostana dell’Anpi – l’Associazione nazionale partigiani d’Italia – che in una nota “ringrazia e accoglie con favore la presa di posizione della Dirigente Scolastica Antonella Dallou e dei docenti del consiglio della classe 3ªB”.
“Per la nostra associazione, infatti – spiega ancora l’Anpi -, è importante che questi gesti non vengano sottovalutati e minimizzati visto che ricordano eventi tragici nella storia del nostro Paese e dell’Europa. Eventi che ebbero inizio con il diffondersi dell’ideologia fascista e razzista, con l’emanazione delle leggi razziali del 1938 e con l’invio delle persone nei campi di concentramento e di sterminio”.
Il presidente dell’Anpi della Valle d’Aosta Nedo Vinzio parla di un “segnale preoccupante, soprattutto visto l’enorme impegno profuso proprio dall’Istituzione Scolastica ‘Abbé J.M. Trèves’ di Saint-Vincent che il 13 dicembre 2023, in occasione degli 80 anni dall’arresto di Primo Levi ad Amay, ha fatto incontrare i ragazzi con ricercatori importanti quali Fabio Levi, Paolo Momigliano Levi e Federico Gregoretti Zoja e ha analizzato e approfondito il ‘Diario di Anna Frank’ e ‘Se questo è un uomo’”.
Anpi che “evidenzia la propria disponibilità a creare nuovi momenti di confronto con gli alunni”. E chiude: “Il revisionismo oggi dilagante intende sdoganare un passato che non deve tornare, per questo, oggi più che mai, c’è la necessità non solo di vincere l’indifferenza e la rassegnazione, in un Paese disgregato e disilluso, ma anche di vincere quelle sacche di non conoscenza e quelle carenze di cultura democratica che non aiutano certamente né a capire il presente, né a nutrire fondate speranze per il futuro”.
10 risposte
Concordo praticamente con tutti gli altri interventi che mi hanno preceduto. Non si possono tollerare simboli di dittature sanguinarie che hanno portato a morte milioni di persone, distrutto l’Europa in una spirale di violenza, esercitato il male in tutte le sue possibili forme. Totalitarismi, sia a destra che a sinistra, che imponevano/ impongono, tuttora in certe parti del mondo, il loro credo a tutti i loro cittadini, meglio dire sudditi, che predicano lo Stato etico che decide tutto per essi, che limitamo la libertà la più piccola all’essere umano. Dovrà assolutamente essere recuperato almeno lo spirito che aveva portato alla decisione di portare i ragazzi a Boves. Come ha ben detto la Sovrintendente regionale agli studi Marina Fey ” le gite non sono un premio, annullarle non è una punizione. Da qui la necessità di recuperare quel tempo con altra attività, come
incontri su rispetto, giustizia riparativa e legalità”. Almeno questo.
Saluti a tutti.
Fascismo, nazismo e COMUNISMO si curano con la cultura e con il tempo.
Non confondete un gesto idiota di un ragazzino che non si rende conto di cosa furono quegli anni con il possibile ritorno di una dittatura di destra…. Ci bastano e avanzano quelle di sinistra in giro per il mondo.
E sopratutto l’anpi dovrebbe cessare di esistere… Dopo 80anni si può dire… I partigiani non furono altro che squadristi rossi: uccisero e depredarono tanto quanto i “compagni” neri!
Leggere la storia per imparare! Una dittatura è una dittatura indipendentemente dal colore! Non ci sono vincitori…
E il decidere di annullare la gita prevista è segno di incapacità decisionale.
D’accordissimo, l’ANPI e tutte le altre organizzazioni di parte che perpetuano la divisione tra buoni e cattivi e ostacolano la costruzione di una memoria nazionale condivisa.
Spero solo che siano gesti comandati dall’ ignoranza come quando ero piccolo io e si facevano le stesse cazzate (disegnare svastiche per stupidità e appunto ignoranza )poi crescendo prendi coscienza ed almeno io sono tutt altro che razzista come ho insegnato a mia figlia che siamo semplicemente tutti uguali anche per me sarebbe più giusto portarli lo stesso magari vedendo capirebbero ….. magari no !!!
Dovrebbero rivedere questa decisione, se la classe è particolarmente difficile casomai chiedono supporto a qualche volontario dell’ ANPI per monitorarli meglio, se questo è il problema, portarli in un luogo simile è più che utile, sono in un età in cui c’è ancora speranza, la scuola può aiutarli a diventare adulti migliori, non deve arrendersi!
Boh dovevano fare proprio il contrario, non portarli decisione sbagliatissima….
Malissimo…bruttissima decisione !!
la classe avrebbe dovuto essere OBBLIGATA ad andare a Boves …
Educata e informata a dovere su quello che è stato il significato della svastica e quali sono le conseguenze che nazismo ha portato
ripeto …OBBLIGATI!
occasione persa ….
Il fascismo si cura leggendo… ma anche un paio di schiaffi non fanno mai male ( striscione appeso ad un balcone di Roma )
E invece a me spiace che questi ragazzi non siano andati a Boves…
10 anni fa ho avuto la fortuna di accompagnare una classe “difficile” in gita, ragazzi di prima superiore. Tra le varie visite siamo andati a Sant’Anna di Stazzema, dove c’è un mueso per ricordare l’eccidio. Alla fine della visita eravamo tutti sconvolti e con le lacrime agli occhi, anche i ragazzini che mi era capitato di sentir inneggiare al duce (motivo per cui avevo deciso di aggiungere Sant’Anna al programma della gita).
Sono esperienze forti e importanti, non mi sembra molto educativo privare dei ragazzini di un’occasione simile…
Evidentemente la scuola non è più un’agenzia educativa solida e credibile come quella dei miei tempi. A questi ragazzi ( e ai loro insegnanti) vorrei dire che si deve e si può fare di più, ai primi di informarsi adeguatamente perchè la conoscenza della storia impedisce di fare figuracce come quella che hanno fatto questi studenti e ai docenti di non punire solamente ma di parlare parlare parlare coi giovani fino allo sfinimento e soprattutto di non mollare perchè il loro ruolo educativo -in una società i cui valori antifascisti stanno offuscando sempre di più- è estremamente prezioso.