Presentati i risultati del “Progetto Cuore” sui rischi cardiovascolari

Sono stati 213 gli aostani che hanno aderito, nel 2023, al progetto. Dai dati, il 7,9% degli uomini e il 2,3% delle donne ha la probabilità di avere un evento cardiovascolare maggiore (ima o ictus) nei prossimi 10 anni. Il 6,1% degli uomini presenta un rischio cardiovascolare molto elevato.
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Sanità

Sono stati 213 gli aostani – tra 35 e 74 anni – che hanno aderito volontariamente al “Progetto Cuore – epidemiologia e prevenzione delle malattie cardio e cerebrovascolari”, l’indagine condotta dall’Azienda Usl nel 2023, a distanza di 11 anni dalla precedente.

Dai risultati, è emerso che il 7,9 per cento degli uomini e il 2,3 per cento delle donne presenta un rischio cardiovascolare globale assoluto, ovvero ha la probabilità di avere un evento cardiovascolare maggiore (ima o ictus) nei prossimi 10 anni. Il 6,1 per cento dei maschi (pari a 12 uomini) presenta un rischio cardiovascolare molto elevato.

Le persone arruolate volontariamente si sono sottoposte gratuitamente a una serie di misurazioni (pressione arteriosa, peso, altezza e circonferenze) e alle analisi di sangue e urine, oltre ad aver risposto ad un questionario sugli stili di vita.

I risultati

Tra i principali indicatori di salute legati alle malattie non trasmissibili, nel 46 per cento degli uomini e nel 26 per cento delle donne è stata rilevata una pressione arteriosa elevata con valori medi di PA sistolica di 137 mmHg negli uomini e di 125 mmHg nelle donne.

Risulta sovrappeso e obeso il 61 per cento degli uomini (con un trend in aumento rispetto alla rilevazione del 2012) e il 45 per cento delle donne, dato stabile, invece, rispetto allo scorso accertamento.

La colesterolemia è elevata (>190 mg/dl) nel 72 per cento delle donne e nel 52 per cento degli uomini. L’inattività fisica, invece, interessa il 29 per cento delle donne ed il 25 per cento degli uomini, sostanzialmente stabile rispetto al 2012. Il consumo di sale giornaliero è di 9,6 g/gg negli uomini e 7,1 gr/gg nelle donne.

“Oltre a rappresentare una solida base di dati per monitorare lo stato di salute della popolazione valdostana, questi risultati offrono la possibilità di svilupparemodelli predittivi’ che consentono la stratificazione della popolazione, il monitoraggio dei fattori di rischio e la gestione integrata di patologie croniche e situazioni complesse come le malattie cardiovascolari”, spiega Anna Maria Covarino, direttrice della Struttura complessa Igiene degli Alimenti e della Nutrizione.

“L’adozione di un tale modello di stratificazione potrebbe essere in grado di garantire equità di accesso ed omogeneità di presa in carico attraverso la individuazione di interventi appropriati, sostenibili e personalizzati così come definito nel ‘Progetto di salute’ del singolo cittadino/paziente”, ha aggiunto.

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