Continuità o Concessione traslativa. Sono le alternative di governance perseguibili secondo lo studio affidato da Finaosta alla società Ernst & Young. Il documento, consegnato alla finanziaria regionale nel marzo scorso, è ora in mano ai consiglieri regionali che dovranno esprimersi sul futuro del Casinò di Saint-Vincent e del complesso alberghiero. A fine anno scade il termine concordatario. Da qui la necessità emersa nei mesi scorsi di definire e attuare lo scenario di governance.
Cinque le alternative prese in esame
Lo studio ha inizialmente preso in considerazione cinque alternative: la prosecuzione in continuità delle attività di gestione del Casinò di Saint-Vincent/Hotel; la partnership commerciale con un medesimo assetto dell’opzione “continuità” e la strutturazione di accordi commerciali e di sviluppo business di medio termine con soggetto terzo in ottica di “profit sharing” ; l’affidamento della gestione per l’esercizio delle attività oggi svolte da CAVA ad un soggetto terzo regolato su base di una selezione competitiva: l’apertura del capitale di CAVA a partner industriale/finanziario che supporti lo sviluppo; la cessione di CAVA a soggetto terzo che pertanto potrà esercitare le attività in autonomia. Quest’ultima opzione è stata fin da subito scartata perché non perseguibile in funzione delle evidenze giuridico-normative.
L’analisi ha portato poi anche ad escludere la partnership commerciale per la difficoltà nel definire e monitorare le responsabilità sulle performance e la partnership societaria per la necessità di definire accordi di governance vincolanti sul lungo periodo.
Punti di forza e debolezza
Delle due alternative rimaste sono stati poi presi in esame i punti di forza e debolezza. Per la continuità vengono individuati come punti di forza le logiche di monitoraggio e le prescrizioni del disciplinare già in essere, il mantenimento dell’attuale organico (croupier) che rappresenta un elemento di valore in quanto detentore di professionalità e competenze ma anche la massimizzazione degli introiti/valore generato dalle attività per RAVA/CAVA (con relativo impatto positivo sulla collettività). Sul fronte degli investimenti però vengono evidenziate solo criticità in quanto sarebbero necessari impegno finanziari diretti di CAVA per la copertura investimenti, un effort manageriale per sviluppo degli investimenti. “Data la rilevante mole di investimenti previsti, la gestione delle attività di investimento potrebbe essere non sostenibile rispetto all’attuale organico CAVA ed alle attività di ordinaria amministrazione”.
Al contrario, in caso di concessione, la copertura finanziaria (totale o parziale) degli investimenti sarebbe a carico del soggetto terzo. Ci sarebbe poi una potenziale maggiore efficienza esecutiva e di costo grazie allo sfruttamento di sinergie interne al soggetto terzo, senza contare che i rischi operativi, gestionali e manageriali ricadrebbero sul soggetto terzo. Le criticità della concessione vengono indicate nell’effort manageriale per la definizione e gestione delle logiche da prevedere nel disciplinare.
Fra i punti di forza della concessione: il socio pubblico godrebbe di una “totale schermatura rispetto alle attività operative ed ai risultati delle stesse che sono di fatto di responsabilità del soggetto privato al quale si è esternalizzata la gestione operativa. “Tale aspetto rappresenta un elemento di incentivo per il soggetto terzo nell’attuare gli obiettivi definiti dal Socio Pubblico in modo efficiente con relativi impatti sulle performance della casa da gioco e del valore generato per la collettività/indotto”. Per il personale ili privato potrebbe far leva su logiche di selezione ed incentivazione più snelle e competitive non dovendo sottostare ai vincoli della Legge Madia; potrebbe mettere disposizione o assumere manager con rilevante esperienza nel settore con impatti positivi sulla gestione e soprattutto gestire in autonomia gli aspetti operativi legati alle contrattazioni collettive e negoziazioni schermando il Socio Pubblico da ogni aspetto potenzialmente critico.
Per l’opzione continuità la soglia di liquidità di sicurezza è di 12 milioni di euro. Ipotizzando invece una riduzione della generazione di cassa del 50%, il piano investimenti non risulterebbe del tutto sostenibile: la cassa a fine 2027 arriverebbe a valori molto inferiori, circa 2,3 milioni di euro, rispetto alla soglia di sicurezza, in funzione di eventi oggi non prevedibili. Una situazione che potrebbe verificarsi ad esempio, ipotizza Ernst & Young, nel caso di un incremento rilevante del costo del personale per fisiologiche richieste post-concordato o per la riduzione dei ricavi per contrazione della clientela Vip.
Bisogna decidere e in fretta sul futuro del Casinò di Saint-Vincent
Il tempo stringe e in base al cronoprogramma definito da Ernst & Young siamo già in ritardo. “A prescindere dall’opzione che si intenderà attuare, in funzione della scadenza al 31 dicembre 2024 del periodo concordatario, è fondamentale indirizzare le azioni attuative del modello di governance ed organizzativo nel breve al fine di arrivare al fine 2024 con il processo attuativo in fase sufficientemente avanzata, almeno in termini di comprensione delle possibili risposte del mercato rispetto all’opzione concessione traslativa”.
Nell’opzione concessione del Casinò di Saint-Vincent c’è ad esempio da condurre un dialogo competitivo preliminare con una selezione di operatori – “elemento di garanzia rispetto ad una partecipazione alla gara da parte di soggetti di mercato qualificati” – per definire il modello, a seguire bisognerà stilare il capitolato, pubblicare la gara e procedere con l’assegnazione. Il cronoprogramma di questa alternativa prevedeva ad esempio la scelta da parte del Consiglio regionale fra aprile e giugno, la definizione del modello durante l’estate e la pubblicazione della gara in autunno.
Una risposta
Scegliete la sola soluzione: dare in concessione la gestione del Casinò ai privati. Almeno se capita qualcosa i politici non devono arrivare alla Corte Costituzionale per salvarsi da casini che hanno combinato nei finanziarlo: si prende la piena resposanbilità il privato.
E hanno anche un altro vantaggio: con la concessione ai privati, oltre a una percentuale di guadagni, la Regione ha anche un’entrata del canone di concessione, quindi più soldi nelle casse regionali dal Casinò.