A spiegarlo è la direzione della Casa da gioco di Saint-Vincent. L'incasso è stato di 6,4 milioni, 588mila 343 euro in più rispetto allo stesso mese dell'anno scorso. Tutti con segno positivo i giochi tranne il "black jack" che fa segnare un meno 84%. Gli ingressi sono stati 33.362.
Era le 21 del 29 marzo 1947 quando al Grand Hôtel Billia il capo tavolo Robert Semeghini scandì la formula “messieurs, faites vos jeux”. Tre clienti annunciarono le loro puntate. Si trattava di un industriale tessile biellese, un avvocato casalese e un commerciante di Torino, dei quali la discrezione dei croupier impedì venissero tramandati i nomi.
I fatti risalgono a un paio di anni fa. Protagonista della vicenda, un medico di Lucca, che ha lasciato 16mila euro sui tavoli verdi di Saint-Vincent e, una volta a casa, ha chiuso il conto, prima del prelievo degli assegni da lui consegnati.
Annunciata in commissione, è stato depositata oggi la revisione del piano concordatario, allungato di un anno, dopo le osservazioni arrivate dal commissario giudiziale. Caveri: "Bisogna avere certezza sulla riapertura. Per l'Au la casa da gioco è in grado di reggere sino all'estate".
L'Amministratore unico Filippo Rolando alla IV Commissione consiliare aveva già anticipato i dubbi del commissario giudiziale sul piano concordatario annunciando la volontà di modificarlo, allungandolo di un anno.