Un’attesa lunga sei anni, un duello che si ripete per la terza volta: quanto è bello il successo di Suisse

Ymac Frassy di Arvier trionfa per la prima volta alla Regionale con la nipote di quella Tiky che sfiorò il titolo di terzo peso nel 2018. La finale contro Caprice di Livio Pervier, la storica rivale della nuova regina di prima categoria
Ymac Frassy, a destra, pochi istanti dopo la vittoria nelle stalle della Croix-Noire: insieme a lui Marco Chamonin (al centro) e il padre Ettore Frassy
Società

Cerchiamo per un momento di tornare alla finale di prima categoria: ricordate cosa è successo quando Suisse ha sconfitto Caprice? Caprice è fuggita verso sinistra, almeno per chi guardava la finale della tribuna centrale dell’arena Croix-Noire. Suisse l’ha inseguita per qualche metro soltanto, perché sapeva in cuor suo che l’avversaria non si sarebbe più voltata.

In tutto questo c’era un uomo – gilet beige, sotto una camicia a quadrettoni su fondo grigio con maniche arrotolate fin sopra il gomito – che in quello stesso momento è fuggito dall’altra parte. Ha lanciato in aria il bastone e la caveza e ha sfogato tutta la sua tensione con un urlo liberatorio. Quell’uomo si chiama Ymac Frassy.

Il successo sei anni dopo la finale persa di Tiky

Ymac Frassy, a destra, pochi istanti dopo la vittoria nelle stalle della Croix-Noire: insieme a lui Marco Chamonin (al centro) e il padre Ettore Frassy
Ymac Frassy, a destra, pochi istanti dopo la vittoria nelle stalle della Croix-Noire: insieme a lui Marco Chamonin (al centro) e il padre Ettore Frassy

Aspettava questo momento da sei anni, Ymac Frassy. Da quando Tiky, la bovina che più lo rappresenta nella storia dei combats, aveva perso la finale regionale del terzo peso contro Canaille di Alex Cerise. Sei anni sono lunghi, in sei anni uno magari non perde la speranza, ma qualcosa può intaccare la passione viscerale che si ha per le reines.

La vittoria di Suisse cancella in qualche modo questi sei anni, fatti di successi importanti nei concorsi eliminatori senza però l’acuto che Ymac Frassy cercava da tempo con il suo amico Marco Chamonin. Il risultato tanto atteso è arrivato, ma è stato celebrato senza eccessi. In primis sul campo: pochi secondi dopo la fine del combat Ymac ha ritrovato in mezzo al terreno della Croix-Noire Livio Pervier, che forse meglio di lui conosce il sapore di una sconfitta in finale. Villa, nonna di Caprice, perse il bosquet di prima categoria su questo stesso prato nel 2014 contro Ceres dei fratelli Cunéaz.

Pur con sentimenti agli antipodi, Frassy e Pervier si sono incontrati in mezzo al campo: hanno lasciato correre le loro bovine – fermate dai rabatteurs – e si sono scambiati poche parole sotto le luci artificiali dell’arena. Non sappiamo cosa si sono detti, e forse è giusto che quelle parole rimangano lì, in mezzo alla Croix-Noire.

A caldo, qualche istante dopo, Ymac Frassy aveva detto: “Niente pane domani, oggi si festeggia”. Niente pane perché, per chi non lo sapesse, Ymac fa il fornaio. Si è smentito da solo poche ore dopo: a mezzanotte e mezza era lì, nel pastino di via Corrado Gex ad Arvier, come ogni domenica notte, e come il lunedì, il martedì, il mercoledì, il giovedì e il venerdì. “Il pane paga la passione delle reines”, ha ammesso senza peli sulla lingua, come è solito fare. Ymak è un panettiere con il pallino delle regine, un hobby – anche se la parola è terrificante – che in questi anni gli è costato sudore, lacrime e pure qualche soddisfazione. Ma quella di domenica avrà un sapore particolare, anche se l’ha gustata solo per poche ore.

In realtà non è così, perché Ymac avrà tempo e modo di assaporare questo successo nei prossimi giorni. Le parole di circostanza di queste occasioni – “non sono ancora riuscito a metabolizzare e a capire cosa è successo” – lui non le ha pronunciate, ma con tutta probabilità gli calzano a pennello. Perché Ymac si godrà davvero questo successo quando riuscirà a trovare qualche momento per sé e per gli affetti più cari.

Bisognerà aspettare che si plachi il clamore della vittoria di domenica sera: questi sono i giorni delle interviste, del cellulare che non smetta di suonare, di amici (veri e presunti) che si congratulano e ti chiedono cosa provi in questo momento. Tra qualche giorno, Ymac passeggerà la sua Suisse a La Ravoire – se l’inverno non anticiperà troppo i tempi – e saprà che quella è diventata la reina più forte della Valle d’Aosta.

Otto minuti ad alta tensione

Suisse di Ymac Frassy, la reina di prima categoria alla Regionale 2024
Suisse di Ymac Frassy, la reina di prima categoria alla Regionale 2024

Chissà, però, che si sono detti Frassy e Pervier in mezzo all’arena. Non lo sapremo mai, a meno che un giorno Suisse e Caprice non si incontrino di nuovo. Il destino – cinico davvero, soprattutto con la bovina della collina di Aosta – le ha messe sempre di fronte, negli ultimi anni. La Croix-Noire ha ospitato tre duelli, uno diverso dall’altro.

Nel 2022, ai quarti, vinse Caprice, che poi spese le sue ultime energie nell’incontro successivo con Maniana di Silvia Balicco e Joseph Patruno, che anche a causa di quella semifinale eterna nell’ultimo atto di quel torneo quasi non volle sfidare la futura regina Bataille di Angelo Martignon.

L’anno scorso il duello tra Caprice e Suisse fu addirittura servito nella mattinata della finale: una di fronte all’altra agli spareggi, un confronto senza esclusione di colpi. Suisse pareggiò il conto, ma le energie spese contro Caprice vennero a mancare nella semifinale con Merlo dei fratelli Diémoz: che come Maniana trionfò, ma che come Maniana arrivò all’ultimo atto senza più niente nel serbatoio. Un parallelismo, questo, che fa riflettere: Caprice e Suisse non sono imbattibili, ma chi riesce a domarle rischia di restare senza linfa vitale.

Il destino – lo stesso che abbiamo definito cinico poco fa – è stato magnanimo con Suisse e Caprice quest’anno. Di fronte solo in finale, con Caprice che è arrivata all’ultimo atto dopo un concorso tutto in discesa, favorita da un tabellone che nella parte alta presentava avversarie più abbordabili.

Ma la finale è storia a sé, quanto vissuto prima conta poco, soprattutto se in finale arrivano due reines come Suisse e Caprice. I proprietari le portano in campo mentre Falchetta e Tiky – reines di terza e seconda categoria – stanno ancora completando il loro giro di campo. Loro aspettano, neppure si guardano. Ci vogliono 4 minuti e 40 secondi per un primo approccio, indotto dai proprietari.

Frassy e Pervier ci riprovano esattamente un minuto dopo, ma l’esito è lo stesso: tocco leggero e nulla più. Le reines non stanno a contatto più di qualche secondo, Suisse inizia a scavare lentamente il prato sotto di lei. Caprice, per tutta risposta, si muove leggermente per cercare Suisse con lo sguardo. Suisse gli si nega, spostando il capo da un’altra parte.

Il terzo tentativo di approcciare le due bovine – minuti 6, secondi 55 sul cronometro – provoca un contrasto un po’ più deciso di quelli precedenti, ma non è stato certo quello a condizionare l’incontro. Guardando bene le immagini – visibili sul canale Youtube “Batailles Reines Live” – la botta non appare certo fatale.

Ma cambia qualcosa, e Livio Pervier in cuor suo ha già capito come andrà a finire. Caprice e Suisse si fermano ancora, ma al minuto 8’05” vengono riavvicinate per la quarta volta. Non arriveranno nemmeno a sfiorarsi, però: Caprice se ne va, Livio Pervier alza la mano in segno di resa.

“Si sono riconosciute”, ammetteranno qualche minuto dopo i due proprietari. Se guardate bene il video della finale – 67esima finale regionale, pomeriggio terza parte, esattamente dopo 1h42’45 dall’inizio – gli occhi di Caprice sono malinconici. L’ennesima prova – se mai ce ne fosse ancora bisogno – che le reines hanno un’anima.

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