Città del Vaticano, 13 lug. (Adnkronos/Ign) – È ''sotto gli occhi di tutti'' che l'attenzione al bene comune diminuisce e crescono gli interessi personali. Per questo è sempre più urgente la necessità che si affermi una nuova generazione di politici cattolici. E' il richiamo che arriva dal presidente della Cei cardinale Angelo Bagnasco in una lunga intervista all'Osservatore romano.
''L'affezione per la cosa pubblica – prosegue il cardinale – sta scemando e sempre più rarefatto è il consenso intorno al bene comune, privilegiando ciascuno beni di piccolo cabotaggio e senza prospettiva alcuna. Per questa ragione – prosegue l'arcivescovo di Genova – anch'io ho fatto riferimento a un 'sogno' per evocare una direzione di marcia verso cui camminare. Nella prolusione mi riferivo appunto a 'una generazione nuova di italiani e di cattolici che, pur nel travaglio della cultura odierna e attrezzandosi a stare sensatamente dentro ad essa, sentono la cosa pubblica come importante e alta, in quanto capace di segnare il destino di tutti, e per essa sono disposti a dare il meglio dei loro pensieri, dei loro progetti, dei loro giorni'''.
''Penso – ha osservato ancora Bagnasco – che attorno a questo tema nevralgico della nostra società, che chiama in causa la testimonianza della Chiesa, occorra ilconcorso attivo di tutti. Come vescovi italiani ci impegneremo a una specifica riflessione in merito''.
MANOVRA – Il vertice della Cei è intervenuto poi anche sulla grave crisi economica che attanaglia il Paese, chiedendo maggiore equità nei severi interventi di politica economica che si annunciano. ''Credo che il criterio dell'equità economica – ammonisce – sia quello da seguire, dovendo ciascuno dare in rapporto alle proprie capacità. Sta poi a chi ha la responsabilità politica affrontare in concreto la situazione, declinando l'equità economica dentro a una cornice di libertà politica e di coesione sociale. Solo così i tre valori in gioco si salvaguardano insieme''.
DISOCCUPAZIONE – Guardando poi alla situazione attuale del mondo del lavoro Bagnasco denuncia ''ancora molta disoccupazione. E non scorgo concreti e sicuri segnali di inversione di tendenza, anche in grandi realtà industriali della mia Genova. Serpeggiano tra la gente – rileva il cardinale – preoccupazioni serie e pungenti''. E ''come vescovo vedo molta gente senza lavoro e sono turbato da tanta sofferenza e insicurezza su come arrivare alla fine del mese. Un certo assestamento c'è stato perché le famiglie si sono adattate, utilizzando meglio le risorse ed evitando gli sprechi. Però c'è una fascia che aveva ben poco da risparmiare e che obiettivamente e' in affanno''.
FEDERALISMO – Bagnasco mette quindi in guardia sull'applicazione del federalismo che, avverte il presidente dei vescovi ''non è una ricetta magica'', ma una scelta, già presente nella dottrina sociale della Chiesa che va ''accompagnata con il principio della solidarietà per evitare che chi sta indietro resti ancora più arretrato''.
UNITA' DEL PAESE – In fine un monito all'unità del Paese nello spirito della cooperazione e della crescita perché quando a prevalere sono stati i campanilismi e i particolarismi, ''si è registrata una battuta di arresto''. ''L'anniversario dell'unità d'Italia – sottolinea il cardinale – è una provvidenziale occasione per ritrovare le comuni radici che hanno fatto il nostro Paese ben prima del suo riconoscimento come Stato. Penso che la crisi in atto debba dunque spingere l'Italia a ritrovare se stessa. Per questo apprezzo lo sforzo di quanti, innanzitutto il presidente della Repubblica, invitano continuamente a ritrovare la coesione e la convergenza, al di là delle legittime differenze''.