Un’avventura tra Cervino e Tibet e la storia d’amore tra i due protagonisti. “Il bracconiere e la ragazza che suonava il violino” è il titolo dell’ultimo libro scritto da Aimé Maquignaz, noto albergatore e artista di Breuil-Cervinia.
L’opera rende omaggio al Cervino, monte dalla presenza maestosa e misteriosa. I due protagonisti – un bracconiere e una sciamana – esplorano la valle ai suoi piedi, immergendosi in paesaggi caratteristici con pascoli verdi, fiori alpini e viste panoramiche mozzafiato. Oltre al Cervino e al Monte Bianco, si citano anche l’Everest e il Monte Kailash (“montagna sacra”). “Il territorio è quello del Cervino, dove abita il bracconiere, ma nel racconto sono presenti altri riferimenti alla Valle d’Aosta e alla sua cultura” aggiunge l’autore.
Il bracconiere e la sciamana
“Il libro – spiega Aimé Maquignaz – racconta la storia di un uomo di montagna, un bracconiere, che si innamora di una giovane sciamana. Il periodo storico in cui si svolge il racconto è la Seconda guerra mondiale, con particolare riferimento alla lotta partigiana della Valtournenche”.
“Il bracconiere è un personaggio mitico e leggendario. Durante la Prima e la Seconda guerra mondiale, il bracconaggio era una necessità per sopravvivere e la figura del bracconiere era stimata perché procacciava cibo per l’intera comunità” racconta Maquignaz. Sulla sciamana, che nella vita si fa guidare dalla musica del suo violino e dall’energia delle pietre, l’autore dice “il violino è uno strumento dal fascino particolare. Anni fa, circa una decina, ho incontrato una ragazza che in piazza Duomo, a Milano, suonava questo strumento”.
Aimé Maquignaz: autore e artista
Aimé Maquignaz nasce nel 1946 a Breuil-Cervinia, dove trascorre la sua giovinezza. Qui si innamora della montagna e della natura. Laureato in legge all’Università Cattolica di Milano, si dedica alla politica prima come sindaco di Valtournenche, poi come consigliere regionale. Parallelamente gestisce l’Hotel Punta Maquignaz.
“È quando ho lasciato la politica che ho ricominciato a dipingere”. Le sue opere sono contraddistinte da uno stile a metà tra l’impressionismo e l’espressionismo e presentano una particolare tonalità di blu creata dallo stesso artista. “Dipingo ancora. Di recente a Milano mi hanno chiesto di partecipare a una mostra con la tela L’Urlo della Terra, che rappresenta la guerra in Medio Oriente”.
“Ho iniziato a scrivere con l’imbrunire della vita, a quasi settant’anni” racconta l’autore che finora ha pubblicato “Il cacciatore di libertà” (Mondadori Electa, 2014), “La Valle del Paradiso” (Musumeci, 2017), “Il ritorno del lupo” (Piemme, 2022) con prefazione di Mauro Corona e “Il bracconiere e la ragazza che suonava il violino” (Piemme, 2024).
“Ho scritto questo libro negli ultimi tre anni. Scrivo quando ho tempo, quando ho voglia, quando viaggio. Mi sono dedicato alla scrittura per passione e per piacere. Scrivo e dipingo per lasciare una traccia del mio pensiero attraverso il mondo della parola e quello del colore.
Pittura e scrittura hanno in comune un mondo surreale. I miei non sono libri di storia, sono libri in cui la realtà viene descritta in modo surreale, tra sogno e realtà” conclude Aimé Maquignaz.
Il libro conta già tra i suoi lettori lo scrittore e alpinista Mauro Corona conosciuto da Aimé Maquignaz proprio sotto al Cervino, al Rifugio Oriondé.