“La Vallée d’Aoste souhaite la bienvenue à ses fils émigrés”. Questo il saluto con cui sono stati accolti i circa 650 ospiti della 35° edizione della Rencontre valdotaine di domenica scorsa. Ma lo striscione posto all’ingresso dell’area destinata ad accoglierli non deve trarre in inganno: i figli della Valle d’Aosta sono oramai nonni. E sono stati, ormai, i loro genitori, se non i loro nonni, ad aver lasciato la Valle per cercare fortuna in Francia, Svizzera o altrove.
Il ricambio generazionale, fondamentale se si vuole mantenere vivo l’attaccamento alle radici valdostane, è stato al centro delle preoccupazioni degli organizzatori della manifestazione, preoccupati dall’inevitabile incanutimento dei valdostani d’oltralpe. Quest’anno è toccato ad Avise fare gli onori di casa, e i bambini del paese sono stati massicciamente “arruolati” nella campagna promozionale dell’evento. Gli alunni delle elementari, qualche mese fa, hanno diffuso un videomessaggio via you tube per invitare gli émigrés a portare con loro i nipoti, per fare scoprire loro ciò che la terra degli avi ha da offrire ora che lo spettro della povertà di un tempo è lontano, e che il turismo è la prima fonte di guadagno locale.
Alcuni hanno effettivamente risposto all’appello, e i più piccoli, accolti dai coetanei di Avise, hanno potuto approfittare del menu gratis o a metà prezzo, delle animazioni e in generale del pomeriggio di giochi organizzati dal comune. Per tutti, invece, il programma prevedeva, dopo la messa e la deposizione di una corona al monumento ai caduti, un aperitivo, il pranzo, la proiezione del video realizzato dai bambini delle scuole primarie, e la visita alla mostra di Maurice Vagneur presso il castello di Avise. Il museo archeologico regionale, inoltre, ha realizzato per l’occasione un reportage multimediale, prima “Vol au-dessus du Val d’Aoste“, e un atelier didattico sulla storia della Valle d’Aosta.
Il bilancio finale, a sentire i rappresentanti delle associazioni francesi e svizzere di emigrati valdostani, è positivo. I presidenti, riuniti nel CO.FE.SE.V. – Comité Fédéral des Sociétés d’Emigrés Valdôtains, che hanno incontrato questa mattina Augusto Rollandin per fare il punto della situazione, hanno lodato l’operato dei numerosi volontari, dell’amministrazione comunale di Avise, della pro loco e delle scuole. Purtroppo la partecipazioni dei giovani non è stata massiccia, tutt’altro, è stato notato, ma in futuro le cose forse miglioreranno. Intanto, dopo alcuni mesi di maretta, è tornato il bel tempo nel rapporto tra la Regione e le associazioni di emigrati. Venerdì scorso la Giunta ha deliberato un aumento delle sovvenzioni previste dell’ordine di 11.100 euro, che integreranno i circa ventimila euro stanziati precedentemente, e che saranno impiegati per finanziare feste sociali e momenti aggregativi.
Tra i discendenti dei valdostani emigrati diversi hanno una casa nella nostra regione, e sono proprio loro a mantenere i legami più forti con il territorio d’origine della loro famiglia. Gérard Bionaz, ad esempio, è venuto accompagnato da parenti e amici. I suoi nonni, contadini originari di Quart, sono arrivati in Francia nel primo dopoguerra, anche se i loro figli sono nati in terra valdostana. “Vengo sempre qui, dalla Rencontre del 1976, a Champorcher” ha raccontato. “Ora ci porto, oltre alla moglie, anche figli e nipoti. Abbiamo una casa in Valle, e per noi è sempre un piacere tornare”.
Per Gérard e la sua famiglia, ma anche per tutti gli altri, l’appuntamento è per l’anno prossimo, a Verrès, il comune che ospiterà la 36° edizione della Rencontre.