Fabio Dayné e il fascino delle radici parlanti

Il giovane hobbista Fabio Dayné, classe 1998 di Gressan, racconta come è nata la sua curiosità per le radici degli alberi da cui estrae gnomi e si sofferma sull’importanza della fantasia e della manualità nel processo creativo delle nuove generazioni.
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Società

Un ricordo nitido, una memoria d’infanzia. Per Fabio Dayné, hobbista classe 1998 di Quart, il primo incontro con l’artigianato appartiene a un passato lontano eppure vicinissimo: “Papà è boucheron da una vita e ha sempre lavorato nei boschi. Quanto io ero ancora piccolo, tornava da lavoro con delle radici e, scolpendole, ne tirava fuori creazioni affascinanti. Ho iniziato a interessarmi al fatto che dalle radici emergessero figure vive e animate”. Lo sguardo catturato dalla capacità trasformativa paterna si collega presto al desiderio manuale di provarci in prima persona. Così, dall’età di dieci anni, Fabio si avvicina al lavoro delle radici dapprima facendosi aiutare dal papà, poi in autonomia e, dall’età di dodici anni, inizia a partecipare alla Fiera di Sant’Orso insieme al genitore per portare avanti la tradizione di famiglia. Si apre qui la storia che, ancora oggi, lo porta a ricavare gnomi dai rami che raccoglie boschi e nei vigneti.

Manutentore tecnico elettrico in Cva da tre anni, oggi Fabio lavora nei ritagli di tempo per riconnettersi a una dimensione familiare, antica e creativa: “Scolpisco nel garage di famiglia, con la stufa, come una volta. Lavoro perlopiù la sera, quando rientro da lavoro: mi piace creare in un momento di relax, soprattutto in inverno quando fa freddo”.

L’artigianato come espressione della fantasia e custode delle tradizioni

Frequentando il corso di “ArtigianImpresa” dell’IVAT (Institut Valdôtain de l’Artisanat de Tradition), Fabio ha constatato come la presenza e il potenziale delle nuove generazioni nel mondo dell’artigianato valdostano possa promettere, se coltivata con impegno e profondità, la continuità di una tradizione antichissima. “Nella generazione prima della nostra ci sono grandi scultori, uno fra tutti Barmasse. Tra i giovani con grandi capacità, mi viene in mente Andrea Celestino, che fa delle sculture bellissime. Oggi è difficile dirlo ma, in prospettiva, la nostra generazione potrebbe far emergere nuovi talenti dell’artigianato grazie alla creatività, alla fantasia e alla manualità”, dice Fabio. “L’artigianato è ciò che  permette di conservare le tradizioni del territorio in cui si è nati: può dare tanto a livello culturale e a livello sociale: la fiera è un bellissimo momento per stare insieme”, aggiunge.

Quest’anno, a causa di una frattura al piede, Fabio Dayné non prenderà parte alla Fiera di Sant’Orso, ma all’Atelier des Métiers l’Artisanà esporrà una sua scultura fatta di radici intagliate.

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