Dallo Speed Opening di Cervinia a La Thuile, passando per lo sci di fondo a Cogne, un filo conduttore accoglie chi entra nei vari media center: sono Giada, Ludovica e Marta, volontarie della sezione media operations delle tre gare.
Marta Bramini, 23 anni di Milano, all’ultimo anno di magistrale in Marketing Management alla Bocconi, aveva iniziato a Breuil-Cervinia: “Ho una casa lì e ci sono un po’ cresciuta, quindi era una grande emozione vedere da dentro la Coppa del Mondo. Mi piaceva l’idea di esserne parte, poi a La Thuile lo staff era più o meno lo stesso, così ho deciso di replicare”. A Cogne c’erano invece Giada Improda, 23 anni di Torino, studentessa di Lingue per il Turismo, e Ludovica Luciani, 26 anni di Chiavari che, dopo una laurea in giurisprudenza, sta facendo un master in Management dello Sport a Milano. Giada aveva degli amici che le hanno proposto di raggiungerla, mentre Ludovica, già appassionata di sport invernali, ha letto della ricerca di volontari in un articolo di giornale.
Il lavoro che fanno è vario, e dipende molto dalla fase: “Durante la preparazione abbiamo fatto da supporto all’organizzazione nelle media operations, mentre nei giorni di gara ci siamo occupate dell’accoglienza dei circa 180 giornalisti, della gestione dei media center, del controllo degli accessi nella zona mista e in parte anche della produzione di interviste”.
Tre esperienze “sul campo” completamente diverse: “A Cervinia la gestione della FIS è stata diversa, in più c’era l’aspetto transfrontaliero, le polemiche, la novità dell’evento”, spiega Marta. “All’italiano, francese e inglese c’era da aggiungere anche l’uso del tedesco, oltre al fatto che le distanze e la logistica erano molto più complicate. Purtroppo non riuscendo a disputare le gare è mancato qualcosa”.
Rispetto a Cogne, invece, Giada e Ludovica a La Thuile hanno notato “più frenesia. Gli spazi in generale sono molto più ampi, è tutto più grande. A Cogne dovevamo fare anche gli accrediti, mentre qui no, e qui abbiamo notato meno stranieri in sala stampa: per il fondo c’erano finlandesi, ucraini, polacchi, che qui invece mancano”.
Per tutte e tre è un’esperienza in linea con i propri studi ed è una base per capire “cosa fare da grandi”: “Vedo il mio futuro nell’organizzazione dei grandi eventi, quindi vedere il dietro le quinte di una manifestazione così importante è fondamentale”, dice Marta. “Bisogna avere il coraggio di buttarsi, di proporsi, di fare”.
“Stare qui ti fa rendere conto di cosa c’è dietro, di conoscere persone”, confessa Ludovica. “Vorrei proseguire in questo ambito, mi affascina e interessa”. Giada sta “sfruttando queste esperienze di volontariato per decidere cosa fare dopo la triennale, la mia idea è di scegliere un master in organizzazione eventi. Mi sono buttata e sto imparando come funziona”.