Tempo di “Valle d’Aosta”, che andrà in scena tra meno di due settimane. E tempo di ricordi. Quarant’anni esatti or sono, la gara celebra la prima di Remo Celesia. Mai un valdostano si era aggiudicato la prova di casa: fino ad allora, tre secondi posti e un terzo dello stesso Celesia (1979 e 1980 dietro Bettega, 1984 alle spalle di Tabaton, 1971 con il valdostano preceduto da Haupt e Pennato) e la terza piazza di Alberto Zoso nel 1978 (primo Bettega, secondo Tabaton). Il gotha dei rally, che allineava alla partenza piloti e Case ufficiali, aveva tarpato le ali al sogno.
Ma nel 1985, ecco la grande rivincita. E, se celebrazione deve essere, che venga consegnata immediatamente all’epica. La gara si ammanta di neve e si scolora in un ghiaccio insidioso. Terreno infido ma fertile per l’impresa. L’equipaggio Bentivogli – Evangelisti, su Audi 80 Quattro, appare come l’ennesimo alfiere di un destino avverso. Per qualche momento, emotivamente lungo più della realtà, è l’efferata nemesi non si comprende, peraltro, di che cosa.
Ma alla prova speciale numero sei, Bentivogli si inneva, irrimediabilmente: paga cinque minuti, che saranno decisivi al termine del rally. Celesia prende la testa, approfittando anche dell’abbandono di Serena – Farina, vittime della rottura del semiasse tra la decima e l’undicesima speciale, quando si trovavano al comando con la piccola Citroën Visa. Via libera, dunque, verso il meritato trionfo. Al termine, Celesia prevale su Bentivogli e su “Ragastas”, navigatore Gozzi, su Lancia Rally.
Per Celesia è la consacrazione. Intendiamoci, aveva già mietuto parecchi e prestigiosi allori, ma vincere in Valle ha un sapore assolutamente diverso. E tanto vale anche per il suo coéquipier Ettore Viérin, oggi Presidente dell’Aci Valle d’Aosta, che con Remo ha condiviso non solo l’abitacolo in numerose occasioni e la passione comune per la specialità, ma anche una sincera e duratura amicizia, una comunanza di affetto reciproco. Al “Valle” 1985, si segnalano anche Roberto Bettanin, navigato da Vizzardelli, nono su Toyota, e Rosset – Christillin, terzi nel Trofeo rivolto alle Fiat “Uno”.
Non abbiamo ancora citato la vettura che ha portato i nostri al successo, ma volevamo dedicarle qualcosa di più di un semplice accenno statistico. Si tratta della Lancia Rally 037, recentemente riportata agli onori delle cronache dalla pellicola “Audi vs Lancia”. Ne rammentiamo alcune note anche per rispetto a Celesia, che ci aveva confidato la sua predilezione tra le macchine guidate. La “Rally 037” nasceva sul telaio – copyright Dallara – della “Beta Montecarlo Turbo”, ed era alimentata da un propulsore a quattro cilindri in linea da due litri, sedici valvole, con compressore volumetrico: la potenza, 204 cavalli. Pur disponendo delle due ruote motrici contro la trazione integrale Audi, regala alla Lancia il Mondiale 1983.