Femminicidio Laisne, è iniziato il processo a Sohaib Teima

Nell’udienza in Corte d’Assise di oggi, mercoledì 7 maggio, è stata rigettata la richiesta di perizia psichiatrica dell’imputato, avanzata dai suoi difensori. Hanno quindi testimoniato i Carabinieri del Nucleo investigativo, che hanno sviluppato le indagini.
Sohaib Teima davanti al tribunale di Aosta
Cronaca

Non ci sarà una perizia psichiatrica su Sohaib Teima, il 21enne accusato dell’omicidio con premeditazione, e dell’occultamento di cadavere, di Auriane Nathalie Laisne, la ragazza francese più grande di lui di un anno, trovata senza vita nella cappella diroccata dell’Equilivaz il 5 aprile dell’anno scorso. Lo ha stabilito la Corte di Assise di Aosta, nella prima udienza del processo al giovane, tenutasi oggi, mercoledì 7 maggio.

L’istanza difensiva respinta

La richiesta di accertamento della capacità di intendere e di volere dell’imputato era stata avanzata dai difensori di Teima. “E’ un principio giuridico, ma anche di civiltà, – ha detto in aula l’avvocato Tommaso Calabrò, che assiste il giovane con la collega Lucia Lupi – capire se la persona abbia in sé tutte le facoltà che il codice richiede per stare in processo”.

I difensori hanno quindi prodotto una consulenza svolta nel processo cui Teima era stato sottoposto in Francia, a seguito della denuncia per maltrattamenti presentata nei suoi confronti da Laisne. Una valutazione finalizzata a capire se il 21enne facesse uso di psicofarmaci e avesse tendenze suicidiarie.

Alla richiesta il pm Manlio D’Ambrosi, titolare del fascicolo sotto l’egida del procuratore Luca Cecanti, si è opposto, sostenendo che proprio l’autorità giudiziaria francese ha stabilito, in sostanza, che Teima non fosse incapace di intendere e di volere.

Il processo a Sohaib Teima ad Aosta
Il processo a Sohaib Teima ad Aosta.

Le altre perizie

Semaforo verde della Corte (presieduta dal giudice Giuseppe Colazingari, con il collega Marco Tornatore a Latere e sei giudici popolari), invece, alla copia forense di due telefoni cellulari sequestrati all’imputato, che ha fornito oggi il consenso allo sblocco tramite riconoscimento facciale (sino ad oggi non ne era stata possibile la copia forense), così come di un terzo dispositivo sotto sequestro.

Disposta anche la perizia per trascrivere una quindicina di telefonate intercettate, alcune delle quali in arabo. E’ stata quindi la volta dei primi tre testimoni, tutti citati dall’accusa: un ufficiale, un luogotenente e un appuntato scelto del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri Aosta, che hanno seguito le attività investigative.

Processo a Sohaib Teima la Corte d'assise
Processo a Sohaib Teima la Corte d’assise

La scena di un delitto

Il loro racconto è partito dal ritrovamento del corpo senza vita di Auriane Laisne, che sembrava “in posizione da morte naturale”, in posizione supina, vestita, con il cappuccio della felpa sulla testa. Una quiete definita “solo apparente” da un investigatore, perché generata “da una pietra sotto la testa”. Durante l’intervento del 118, inoltre, si sono notate delle ferite da arma da taglio ad una mano e all’addome (in corrispondenza della quale, però, “non c’era lacerazione dei vestiti”).

Portato il cadavere alla camera mortuaria, emergono le ferite alla gola, quelle che hanno cagionato la morte. Sul luogo c’era uno zaino, che non conteneva però né documenti della ragazza, né telefoni. Accanto, uno scontrino di un McDonald’s di Lubjiana (in Slovenia), un biglietto di un bus austriaco, una bottiglia di yogurt e un sacchetto di marshmallow.

Con l’intervento di un’unità cinofila molecolare,  mirata alla ricerca del delitto, i militari rinvengono, nel muro di una casa diroccata accanto, i pantaloni di una tuta. Hanno tracce di sangue, ricondotte sia da tamponamento, sia da strofinamento. Il quadro complessivo fa pensare ai Carabinieri ad una turista e iniziano le verifiche sui transiti dei mezzi in arrivo internazionale.

Luogo ritrovamento donna
Il luogo del ritrovamento del cadavere

Le prime indagini

Inoltre, l’Arma inizia a sentire testimoni in zona, dove qualcuno ricorda un ragazzo che parlava italiano e una ragazza che si esprimeva in francese. Avrebbero chiesto un luogo diroccato per passare la notte e “chiedevano di pagare con ticket di ristorazione francesi”. I militari vanno anche in un supermercato di Morgex, e trovano scontrini del 25 e 26 marzo relativi al cibo vicino al cadavere, ma le telecamere di sorveglianza erano già state sovrascritte, visto il tempo passato dall’acquisto.

La verifica degli ingressi in Italia porta ad un controllo di un bus al traforo del Monte Bianco in cui la Polizia di frontiera trova due passeggeri con età che corrispondeva alle descrizioni dei testimoni. Da lì, ci sono due identità su cui i militari possono lavorare e altre indicazioni le forniscono i genitori di Auriane Laisne, quando vengono in Valle per riconoscere il cadavere.

La tracciatura dei telefoni

Da lì il lavoro dei Carabinieri – che nel frattempo attivano Eurojust per la collaborazione di Polizia internazionale – passa per l’incrocio dei tabulati telefonici dei due (riportati, per comodità, anche su una mappa), con i viaggi della coppia in bus low cost. Si rendono conto che i nomi dei ragazzi, nelle prenotazioni, raramente sono utilizzati. Più spesso, viene usato un “account legato ad una e-mail ricondotta a Teima” e delle identità diverse.

I militari, che stimano la morte della giovane tra il 26 e il 27 marzo, trovano anche, subito dopo, un viaggio per una persona sola da Torino a Grenoble, acquistato fornendo un vecchio numero telefonico in uso al padre dell’imputato. “Il viaggio – dice l’ufficiale – avviene via val di Susa, e tunnel del Fréjus, ed è durato tutto il giorno”. Verificando il tabulato del numero di Laisne, i militari si rendono conto che la mattina del 28 il suo telefono aggancia una cella del quartiere di Grenoble in cui si trova l’apparecchio di Teima, che viene arrestato in Francia il 10 aprile.

Carta tabulati telefonici
I tabulati telefonici tracciati dagli inquirenti.

Altre tracce telematiche

Nella perquisizione che segue il fermo del ragazzo, la polizia francese trova “tantissime carte di credito”. Una risulta usata per acquisto di un abbonamento a una vpn, uno strumento informatico per dissimulare il proprio indirizzo IP, facendo figurare di essere connessi da un Paese diverso. Sul computer sequestrato a Teima, i Carabinieri notano un sistema operativo virtuale (tecnica che consente di emulare un secondo computer all’interno del principale), poi la copia delle cartelle di sistema di un telefonino (compresi quasi 3.500 files multimediali, tra foto e video).

Analizzando l’elaboratore, anche attraverso il recupero di una parte di dati cancellati, i Carabinieri trovano ricerche su Google, del tipo “Viagra 50 grammi, effetti collaterali”, “AI per replicare voce”, oltre a una cartella con prescrizioni mediche, che sarebbero state scansioni di ricette cartacee, alterate successivamente con software, per acquistare farmaci tipo ketoprofene e simili. Nascosto all’interno del pc, i militari trovano un telefono cellulare.

Gnenitori Auriane Nathalie Laisne
I genitori di Auriane Nathalie Laisne (la madre a sinistra).

Il telefono occultato

Identificata parte del suo numero IMEI, i Carabinieri determinano che è quello in cui sono state inserite delle sim di Laisne, che settimane prima ne aveva denunciato il furto. Un insieme probatorio che fa dire alla madre di Auriane, Agnès (parte civile nel processo assieme al padre Ludwig con l’avvocato Jacques Fosson, mentre il fratello della scomparsa è rappresentato dall’avvocata Giulia Scalise) di avere “totale fiducia nella giustizia italiana”.

Di avviso opposto l’avvocata Lupi, che parla di “processo indiziario”, ancora tutto da istruire”, in cui “l’esame più importante sarà quello dei consulenti, di parte e del pm”, e ribadisce che “Teima si proclama innocente”. I difensori, in particolare, nell’esame in aula dei militari, hanno puntato su “reperti indicati sul luogo del ritrovamento” del cadavere, dei fazzoletti di tela, che non sono stati sottoposti ad analisi. “Hanno presenza ematica – sottolinea – e vanno mandati a repertare”. Rispetto alla possibilità di un’istanza per procedere in questo senso, l’avvocata ha spiegato che, trattandosi di materiale sotto sequestro, “intanto abbiamo chiesto dove sono”.

Avvocati madre Teima
Gli avvocati Caldaro, Lupi e la madre di Sohaib Teima.

Le prossime udienze

Il processo proseguirà, dopo il conferimento degli incarichi ai vari periti nominati nell’udienza di oggi, il 17 giugno con l’esame dei consulenti tecnici del pubblico ministero e di un ufficiale di polizia giudiziaria francese. Dopodiché, sono state calendarizzate udienze fino al 17 settembre. La lista testimoniale si compone di una cinquantina di testimoni.

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