Elwis Chentre, talento e serenità. Un ritratto del 5 volte campione del Rally Valle d’Aosta

Elwis Chentre si è aggiudicato per la quinta volta il “Valle”, impresa unica nella storia. E si dichiara soddisfatto di ciò che ha realizzato anche se non è divenuto, come avrebbe meritato, un pilota professionista. Anche in questa serenità sta la sua grandezza.
Elwis Chentre
Gioie e Motori

Tratteggiare il profilo di un personaggio non è sempre esercizio agevole. Se ci si ferma alla superficie, si rischia parecchio. Occorre perforare la coltre di diffidenza o di riservatezza per cogliere il nocciolo duro, l’essenza. Serpeggiare, evitandole accuratamente, simulazioni e dissimulazioni, non necessariamente in mala fede, anzi, che sono il prodotto della civiltà della comunicazione in cui in realtà non si comunica.

Una fatica che per descrivere Elwis Chentre non è necessaria. Elwis, come lo vedi, è. È diretto, affabile, sincero: in quest’epoca di svagato bizantinismo di risulta, sono doti che sorprendono, perché costituiscono ormai merce rara. Remo Celesia, a mio parere, lo aveva istituito erede, almeno questa la mia impressione, perché non è mai avvenuta un’investitura ufficiale. Sicuramente ne apprezzava il talento e la dedizione, supportate alla base dall’amore per la sua Terra: tutte qualità che li accomunano. Pensando alla leggenda dell’automobilismo sportivo valdostano, tra tanti protagonisti con caratteristiche più o meno simili, il vero fil rouge è tra loro due.

Chentre possiede anche un altro pregio. È l’understatement: in un mondo in cui domina l’apparenza, che sovente tracima e sbraca nel mostrarsi ciò che non si è, vederlo inverato genuinamente provoca stupore. Non ho mai sentito da parte sua proclami, peggio ancora smodate spavalderie, ma sempre una ragionata analisi della situazione, dei punti forti e deboli a margine di un evento.

Sulla pedana di partenza dell’ultima edizione del Rally della Valle d’Aosta, aveva affidato poche ma esaustive parole allo speaker che gli domandava un pronostico. Avrebbe curato la sua classe Rally2, sapendo che al via erano schierate due Citroën WRC Plus, che vantavano, rispetto alla sua Skoda Fabia EVO, un gap di potenza e non solo difficilmente colmabile. Ma, in cuor suo, penso covasse, anche se con speranze ridotte, il colpaccio. Che puntualmente arriva.

Chentre si aggiudica per la quinta volta ilValle”, impresa unica nella storia: dopo il successo del 2009 con la Peugeot 206 WRC, il filotto 2022, 2023, 2024, 2025, con la Skoda Fabia, tutte le edizioni dalla ripresa della gara dopo un decennio di sonno. Sempre con Igor D’Herin alle note, una garanzia di professionalità e di feeling.

Per una nemesi maldestra, il record passa sottotraccia, travolto ovviamente dal dramma di Massimiliano Ponzetti, una tragedia che tutto ha, e ci mancherebbe, oscurato. Avrebbe festeggiato volentieri, Elwis, ma si è stretto, con i colleghi, nel cordoglio più autentico e leale. Le sue prime vittorie, nel Trial, poi l’approdo alle quattro ruote, quando le risorse si erano drasticamente e per sempre ridotte. Le sliding doors si aprono e si chiudono per tutti, spesso nel momento sbagliato. Ma Chentre si dichiara ugualmente soddisfatto di ciò che ha realizzato, anche se non è divenuto, come avrebbe meritato, un pilota professionista. Anche in questa serenità sta la sua grandezza.

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