Un’altra tegola si abbatte da Roma sui comuni valdostani. Dopo la legge sugli aiuti ai comuni per l’alluvione dell’aprile scorso, il Governo decide di impugnare anche la proposta di legge, depositata dalla maggioranza e approvata nel maggio scorso, che rivede l’esercizio associato di funzioni e servizi comunali.
Come spiega una nota del Consiglio dei Ministri di ieri, lunedì 4 agosto, l’articolato “in quanto talune disposizioni” eccede “dalle competenze statutarie” e si pone “in contrasto con la normativa statale in materia di ordinamento degli enti locali”, violando gli articoli 3, 5, 97 e 114 della Costituzione.
Nel dettaglio l’impugnativa si basa sull’obbligo imposto, per diverse categorie di funzioni e servizi, dell’esercizio in forma associata mediante accesso a una Unité. Ciò contrasta con i principi stabiliti dalla sentenza della Corte costituzionale n. 33 del 2019, secondo cui l’associazione obbligatoria è legittima solo se è prevista la possibilità per i singoli comuni di chiedere l’esonero in base a condizioni specifiche. L’obbligo comprometterebbe l’autonomia amministrativa dei comuni, garantita dagli articoli 3, 5, 97 e 114 della Costituzione.
Contestata anche la gestione in forma associata anche delle funzioni del segretario comunale, contravvenendo al principio nazionale della facoltatività. Inoltre viene ridotta la prorogatio del segretario comunale a un solo mese, contro i quattro previsti dalla normativa nazionale, compromettendo la continuità amministrativa. La Corte costituzionale (sentenza n. 23 del 2019) ha chiarito che la prorogatio serve a garantire imparzialità e stabilità, valori non rispettati dalla nuova norma.
L’impugnativa riguarda anche la facoltà del comune di Aosta di nominare un dipendente comunale come segretario, anche senza concorso e corso di formazione, se in possesso di specifica anzianità di servizio. Disposizione che secondo il Governo violerebbe il principio costituzionale del pubblico concorso e compromettendo la professionalità richiesta per il ruolo.
Infine la legge prevede che il sindaco assente possa essere sostituito da un assessore delegato, oltre che dal vicesindaco. Un’estensione delle deleghe che eccederebbe la competenza legislativa regionale e altera il sistema di garanzie e funzioni previsto dalla normativa nazionale.
Stop all’obbligo di convenzioni per i comuni, ma la riforma slitta alla prossima legislatura

22 maggio 2025
Dopo la promessa mancata sulla riforma elettorale, anche quella sugli enti locali dovrà attendere un’altra legislatura. Il Consiglio Valle ha approvato oggi – con 19 voti favorevoli e 15 astensioni – una proposta di legge presentata dai capigruppo di maggioranza, intitolata “Esercizio delle funzioni e dei servizi comunali a livello sovracomunale”. Una norma da 21 articoli che di fatto rappresenta un passo indietro rispetto alla riforma del 2014 varata durante la presidenza Rollandin.
Il testo abolisce, infatti, l’obbligo di convenzioni tra Comuni per funzioni fondamentali (gestione finanziaria e contabile, edilizia pubblica e privata, polizia locale e biblioteche). Parallelamente, viene rafforzato il ruolo delle Unités des Communes che assumeranno la gestione strutturale di numerosi servizi condivisi, come la selezione del personale e la gestione economica degli uffici. Per i Comuni con meno di 1.000 abitanti, le convenzioni sul segretario comunale restano obbligatorie, senza vincoli geografici. Per il Comune di Aosta è stato approvato un emendamento che consente di nominare come segretario anche un dirigente interno con almeno tre anni di esperienza in quel ruolo.
La gestione dei rifiuti viene affidata stabilmente alle Unités. Sarà istituita un’“assemblea delle giunte delle Unités” per la gestione integrata in ambiti territoriali ottimali (subATO). Le nuove norme entreranno in vigore dalla prossima tornata elettorale comunale, mentre per i rifiuti la data è fissata al 1° gennaio 2027, con una fase transitoria per il riordino delle convenzioni e l’adeguamento degli statuti.
“La stabilità delle risorse finanziarie resta un pilastro fondamentale per consentire una pianificazione efficace e una razionalizzazione dei servizi”, ha affermato Erik Lavevaz, presidente della I Commissione e relatore del provvedimento, che ha auspicato una futura revisione della legge 48/1995, considerata ormai superata.
Erika Guichardaz di Pcp ha definito la norma “anacronistica” e “un disastro” per la questione dei segretari comunali. Stefano Aggravi di Rassemblement ha parlato di “compromesso normativo in zona Cesarini”, giudicando il modello delle Unités come “esausto, poco funzionale alla cooperazione tra Comuni”. Per Raffaella Foudraz della Lega: “Il Governo avesse promesso una riforma completa a inizio legislatura, mentre oggi si approva “un provvedimento minimale”. Pierluigi Marquis di Forza Italia ha sottolineato come la riforma “avrebbe richiesto una visione a lungo termine, oltre i cinque anni canonici”.
A concludere il dibattito, il Presidente della Regione Renzo Testolin, che ha parlato di “buon punto di partenza” e di un testo che recepisce “le esigenze dei Comuni”. “Semplificazione e rapporto fiduciario con i Sindaci – ha detto – sono la base per un funzionamento efficace degli enti”.
3 risposte
Ma il dipartimento legislativo della Regione legge le bozze delle leggi regionali prima che siano approvate?
Ma i nostri inutili parlamentari valdostani stanno a guardare?
È oramai prassi consolidata nelle scuole insegnare, a bimbi che abbiano compiuto gli otto anni, che la Valle d’Aosta è regione autonoma e il governo regionale ha il potere di emanare leggi purché queste non siano contrastanti con quelle dello stato.
I nostri amministratori forse hanno saltato le elementari.