I pediatri lanciano un appello per i bambini Gaza, e non solo: “Proteggerli è l’unico vero atto di civiltà”

A scriverlo un gruppo di pediatri valdostani che raccolgono l'appello lanciato dall'Associazione pediatri extraospedalieri della Liguria: "Sentiamo il dovere di associare la nostra voce e testimoniare il nostro stare dalla parte dei bambini e delle loro madri”.
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Società

Un appello per i bambini e la popolazione civile di Gaza, che si allarga ad una preoccupazione per tutti i paesi in guerra. A lanciarlo – accogliendo la petizione lanciata dall’Associazione pediatri extraospedalieri della Liguria ed il forum dei pediatri ad essa collegato – sono una serie di pediatri valdostani.

Una nota, i firmatari – Fabio Bagnasco, Adriana Bobbio, Luisella Lazier, Edward Piergentili e Debora Sambarino – spiegano: “Oltre 14.000 bambini versano in situazione di malnutrizione acuta e assenza di cure. L’accesso agli aiuti umanitari, dati in quantità assolutamente insufficiente, è ostacolato e disorganizzato con il rischio, forse pianificato, di mettere persone affamate e disperate le une contro le altre. Come pediatri valdostani sentiamo il dovere di associare la nostra voce alle tante che si stanno alzando in tutto il mondo e testimoniare il nostro stare dalla parte dei bambini e delle loro madri”.

“Non possiamo più accettare di assistere inermi alla sofferenza quotidiana che viene mostrata dai media e testimoniata da tutti gli osservatori indipendenti presenti in zona – si legge ancora –. Aderiamo pertanto alla petizione alla proposta da Apel cui partecipano pediatri di tutta Italia che in questi giorni hanno dibattuto e trovato una sintesi”.

Nell’appello si legge: “Il nostro appello è rivolto a chiunque abbia ancora coscienza e sensibilità per ascoltare. Non è un attacco a una parte né una giustificazione per l’altra. È un invito alla pace, alla tutela della vita umana, al rifiuto di ogni logica di violenza e anche di strumentalizzazione dell’infanzia. La guerra a Gaza, come quelle in Ucraina, in Yemen, tra India e Pakistan e in tante aree dimenticate del pianeta ci ricordano ogni giorno che le vittime principali sono i bambini e la popolazione civile. Sono loro a morire e, soprattutto, i bambini a subire traumi fisici e psicologici, a perdere famiglia, scuola, casa, futuro”.

Ricordando che “la tutela dell’infanzia è un principio universale, che trascende confini, appartenenze e ideologie”, l’appello chiede “l’attivazione di corridoi umanitari sicuri e continui, aiuti alimentari e sanitari adeguati alla popolazione civile, il rispetto del diritto internazionale da parte di tutte le entità coinvolte, l’avvio di una verifica indipendente delle violazioni dei diritti umani, in particolare dei crimini contro i minori”.

“Come pediatri, non vogliamo restare in silenzio – chiude la nota –. Non ci interessa cercare il ‘colpevole’ perfetto o lo ‘schieramento giusto’. Ci interessa ribadire, con forza, che i bambini non si toccano. Mai. In nessuna parte del mondo. Ribadiamo il nostro impegno, come medici e cittadini, affinché la voce dell’infanzia non venga dimenticata ai tavoli della diplomazia e nelle agende politiche. I bambini non sono né scudi né bersagli. Sono il futuro dell’umanità. E proteggerli è l’unico vero atto di civiltà”.

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