Carlo Filippi, Isaie Maquignaz e Francesco Ratti aprono “Cenerentolo”, una nuova via sull’Aiguille della Brenva

Tra il 30 e il 31 luglio le tre guide alpine hanno aperto la nuova via da 460 metri.
Cenerentolo-foto-Filippi-Maquignaz-Ratti
Montagna

Una scarpetta persa, un’avventura tra amici, ed ecco che “nasce” Cenerentolo, una nuova via alpinistica (460 m, 7bmax/6c obbl.) sulla parete sud-est dell’Aiguille della Brenva (3.278 m), nel versante italiano del massiccio del Monte Bianco. Ad aprirla sono stati le guide alpine Carlo Filippi, Isaie Maquignaz e Francesco Ratti tra il 30 e il 31 luglio 2025.

“Ci siamo ritagliati due giorni liberi dal nostro lavoro come guide, che in questo periodo è decisamente intenso”, racconta Ratti, Guida del Cervino, “per tentare di aprire una nuova via su una parete con bella roccia, che fosse poco battuta e un po’ selvaggia”. La scelta è caduta sulla parete sud-est dell’Aiguille de la Brenva, raggiungibile in un paio d’ore di cammino dal Pavillon, stazione intermedia della Skyway del Monte Bianco.

“Sulla porzione di parete su cui ci siamo concentrati si trovano essenzialmente vie classiche di arrampicata, risalenti agli anni ’40 – ’50”, continua Ratti. “L’unica via moderna, che si sviluppa un po’ più a sinistra rispetto a “Cenerentolo”, è la Via Mares, aperta nel 2002 da Alex Busca, Massimo Farina ed Erman Tussidor”.

Filippi, Maquignaz e Ratti sono partiti nel pomeriggio del 29 luglio per osservare la parete dal basso e verificarne le condizioni, a seguito delle nevicate che nei giorni precedenti avevano interessato l’arco alpino“Abbiamo identificato una linea potenziale nel mezzo della parete sud-est, che ne sfruttasse tutta l’altezza”, racconta Ratti, “perché l’intento era aprire una via lunga e avventurosa”. Ne è risultata una via di quasi 500 metri, una lunghezza anche superiore alle aspettative.

Il gruppo ha bivaccato alla base della parete e il 30 luglio ha aperto i primi 6 tiri della nuova via, per un totale di 300 metri, raggiungendo la base dello scudo finale, la parte più ripida della parete. Durante le doppie del primo giorno, Isaie Maquignaz ha perso una delle sue scarpette da arrampicata, caduta sul ghiacciaio della Brenva in un punto in cui è stato impossibile recuperarla. Il secondo giorno in parete, si è pertanto ritrovato a salire con una scarpetta e uno scarpone. Da qui il nome Cenerentolo.

Il primo giorno sono poi ridiscesi alla base, fissando i tiri più difficili, e alle prime luci dell’alba del 31 luglio hanno ripercorso i 300 metri di via, preparandosi ad affrontare gli ultimi tiri. Ad aprire il tiro più duro (7b) è stato Ratti, che racconta di aver impiegato circa due ore. Gli ultimi tre tiri, prima di raggiungere la cresta dell’Aiguille de La Brenva, hanno richiesto meno tempo del previsto. Verso le 4 del pomeriggio, Carlo, Isaie e Francesco, erano in vetta.

“Abbiamo cercato di mettere meno spit possibili e usare protezioni veloci, in media ci sono meno di due spit a tiro”, dettaglia Ratti. “È una via alpinistica da affrontare utilizzando intuito e protezioni veloci. È stata davvero una bella avventura, ce la siamo gustata nonostante il freddo. Ora ci auguriamo che torni qualcuno a ripeterla, anche perché, avendo a disposizione solo due giorni, non siamo riusciti a realizzare anche una salita integrale da capocordata”.

Una risposta

  1. Una grande via nuova,l’alpinismo ha bisogno di giovane entusiasmo, voglia e tempo rubato alla professione più bella e difficile di tutte .
    Complimenti ragazzi

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