Cinquant’anni fa il Rally della Valle d’Aosta diventava primaverile

Il Rally della Valle d’Aosta nasce nel 1971. Nel 1975, la gara si converte alla primavera ma, quasi come una nemesi, il clima è decisamente autunnale. Vincono Montaldo - Pozzi, appunto sulla Fulvia HF 1600, in una gara che non porta bene agli equipaggi valdostani.
Montaldo premiato al Rally Valle d'Aosta del 1975
Gioie e Motori

Il Rally della Valle d’Aosta nasce nel 1971 con la vittoria del milanese Claudio Haupt su Porsche 911S e trova la sua collocazione in autunno. A metà degli anni settanta, precisamente nel 1975, la gara si converte alla primavera. Ma, quasi come una nemesi, il clima è decisamente autunnale. Se si sperava nel sole, nei primi tepori, ecco, invece, la pioggia e la nebbia. Condizioni difficili, che costringono all’abbandono ben quarantatré equipaggi sui novantacinque partiti.

La Lancia punta, ormai da più di un anno, sulla nuova “Stratos”, la bȇte à gagner come la denominano i francesi che a loro spese ne conoscono presto la quasi imbattibilità. Senonché il “Valle” si incarica di regalare uno degli ultimi successi alla “Fulvia HF 1600”, la coupé che aveva fatto innamorare gli appassionati per un buon decennio grazie alla sua linea che ancora oggi appare attuale e che non a caso verrà rivisitata nel 2003 con la realizzazione di una vettura che purtroppo rimarrà allo stato di prototipo.

La “Fulvia”, che al termine della carriera fatica contro Porsche e Alpine – Renault e che, secondo il grande Gino Rancati, viene vendicata dalla Stratos. Ma quella piccola di Borgo San Paolo miete comunque parecchi trionfi: su tutti, il “Monte – Carlo” del 1972, quando Sandro Munari e Mario Mannucci si aggiudicano un’edizione da leggenda, avendo ragione proprio delle citate Porsche e Alpine, e a fine anno festeggiano anche il primato nel “Campionato Internazionale Costruttori”, l’odierno Mondiale Costruttori.

Il padre della “Fulvia” è Piero Castagnero, che si era ispirato al motoscafo “Riva”. Peraltro, ricordiamo una versione scoperta, definita “Barchetta”. Vincono il “Valle” Montaldo – Pozzi (qui premiati nella foto pubblicata sul gruppo Facebook del Rally Valle d’Aosta), appunto sulla “Fulvia”. E l’edizione 1975 si segnala per la lotta ravvicinatissima – in un’epoca di divari decisamente maggiori – tra l’equipaggio lancista e Lorenzelli – Collorafi, che si aggiudicano la piazza d’onore su Fiat 124 Abarth: al termine, il distacco sarà di soli diciotto secondi.

Una delle ultime sfide tra due miti del rallysmo, posto che anche la “124 Abarth” passerà il testimone alla sua erede designata, la “131 Abarth”, un anno dopo. Derby in famiglia nel Gruppo Fiat, quindi. Anche la terza piazza è occupata da una macchina leggendaria per affidabilità e prestazioni, la OpelAscona 1900”, con Mondino – Costamagna, che primeggiano nel Gruppo 1 e danno spettacolo nelle speciali “Tȇte d’Arpy” e “Excenex”.

Il 1975 non porta bene agli equipaggi valdostani: partono in quindici e finiscono in cinque. La “Coppa Baseli”, intitolata ad uno degli ideatori del “Valle”, va a Leo Garin sulla “Fulvia HF 1600” (coéquipier Chenevier), che chiude nono assoluto. Leo Garin a quell’epoca corre anche in gare assolutamente prestigiose, come il “Monte – Carlo”, il “RAC” in Gran Bretagna e il “Sanremo”; la Lancia gli riserva in alcune occasioni lo status di pilota semiufficiale.

Secondi Bal – Sozzi a bordo della Autobianchi A112, indiscussa nave scuola per molti talenti che faranno fortuna, come Attilio Bettega, Michele Cinotto e Gianfranco Cunico. Terzi Concas – Fossà, su Simca Rally 2. Sorte, invece, avversa per l’indimenticato Remo Celesia, già due volte vincitore della “Baseli” nella prima edizione del 1971 e nel 1973, tradito da noie meccaniche, per Bionaz, uscito di strada, e per Rossi, Netto e Cantore, costretti anch’essi all’abbandono. L’altrettanto indimenticato Cristiano Guasti è coinvolto in un incidente con una vettura nel tratto di trasferimento da Fénis: tre i feriti, compreso il pilota.

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