“Nel 2025 l’economia della Valle d’Aosta ha continuato a crescere, ma in misura più contenuta rispetto all’anno precedente”. Il dato emerge dall’indicatore trimestrale dell’economia regionale elaborato dalla Banca d’Italia. Stando al report, infatti, nel primo semestre dell’anno in corso il prodotto è aumentato “in termini reali dello 0,7 per cento, una variazione lievemente superiore a quella media del Nord e nazionale”.
L’indebolimento del comparto industriale, un problema di export

Lo scorso anno, dice BankItalia, le dinamiche tra i principali settori sono state eterogenee. Nel dettaglio, “Nel corso dei primi nove mesi dell’anno l’attività nel comparto industriale si è indebolita”.
Infatti, in base ai dati del sondaggio congiunturale sulle imprese industriali e dei servizi della Banca d’Italia, condotto tra settembre e ottobre attraverso un campione di aziende con almeno 20 addetti, “il saldo tra la quota di imprese che hanno registrato un’espansione del fatturato e la quota di quelle che ne hanno indicato una riduzione nei primi 9 mesi del 2025 è risultato negativo, a fronte di un sostanziale pareggio nello stesso periodo del 2024”.
Non solo, dal momento che “le indicazioni di calo hanno interessato tutte le classi dimensionali, risultando però più marcate tra le aziende di maggiori dimensioni”. Ad influire sul risultato, “l’andamento delle esportazioni che hanno ristagnato nel primo semestre dell’anno in corso, a fronte di una netta espansione nel 2024”.
Nel documento redatto dalla Banca d’Italia si legge infatti che “nel primo semestre del 2025 le esportazioni regionali hanno ristagnato (0,3 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; 11,1 nel 2024). In termini reali, la variazione è stata dell’1,8 per cento, in netta attenuazione rispetto all’anno precedente (14,2 per cento)”.
Su questo dato “ha influito l’andamento dei comparti della metallurgia, dei macchinari e delle bevande, che hanno fornito un contributo negativo dal secondo trimestre dell’anno”, mentre “nel complesso del semestre sono ancora aumentate le vendite verso la Germania, la Francia e la Svizzera, che insieme rappresentano quasi il 60 per cento delle esportazioni regionali, mentre si sono ridotte quelle verso altri mercati rilevanti tra cui i paesi asiatici, il Regno Unito e gli Stati Uniti”.
Una crescita sostenuta dai servizi. E, più di tutti, dal turismo

BankItalia spiega come “la crescita dell’economia regionale è stata sostenuta dai servizi, soprattutto da quelli più legati al turismo”. Secondo i dati dell’indagine, anche qui rivolta alle imprese dei servizi privati non finanziari con almeno 20 addetti, “oltre i tre quarti del campione ha indicato un incremento delle vendite nei primi nove mesi del 2025; la restante parte ne ha segnalato una stabilità. Tali saldi risultano migliori rispetto a quelli rilevati nello stesso periodo dell’anno precedente”.
Nei primi nove mesi dell’anno – dice il report – “il settore turistico ha evidenziato una significativa espansione sia degli arrivi sia delle presenze (rispettivamente, 11,3 e 12,2 per cento), che rimane confermata anche al netto del mese di luglio, caratterizzato nel 2024 da rilevanti fenomeni alluvionali. Sono tornati ad aumentare i flussi di turisti italiani, seppure a ritmi più contenuti rispetto a quelli degli stranieri”.
L’edile in crescita
Anche nel settore edile l’attività è cresciuta, grazie soprattutto al comparto pubblico che – si legge – “ha beneficiato dell’avanzamento delle opere connesse con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) e di interventi per il contrasto del rischio idrogeologico”.
Riguardo questo settore, “nel primo semestre del 2025 le ore lavorate dai dipendenti iscritti nella Cassa edile regionale, in lieve calo nel corso del 2024, hanno ripreso a crescere moderatamente (1,8 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente)”. Attività si sarebbe poi stabilizzata nei mesi estivi.
Un peso, quello del Pnrr, non indifferente. Secondo i dati dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) e del portale della Presidenza del Consiglio dei ministri dedicato al monitoraggio del Piano (Italia Domani), infatti, “in Valle d’Aosta a luglio 2025 le gare bandite per opere pubbliche finanziate dal Pnrr erano 93, per un valore complessivo di 78 milioni di euro, corrispondente al 49 per cento dell’ammontare totale delle gare per interventi in regione”.
Il valore delle gare aggiudicate per le opere pubbliche era pari al 91 per cento di quello complessivamente bandito (84 per cento per il Nord e l’Italia). “Secondo nostre elaborazioni sui dati della Commissione nazionale paritetica per le Casse edili EdilConnect, in regione, tra novembre 2021 e luglio 2025 sono stati avviati o conclusi lavori corrispondenti al 43 per cento delle gare aggiudicate”, scrive ancora BankItalia.
Investimenti in ripresa
Dopo la flessione del 2024, la spesa per investimenti delle imprese ha mostrato segnali di ripresa, in particolare nel settore dei servizi. “La quota di imprese che prevede di conseguire un utile nel 2025 si è mantenuta elevata, soprattutto nel terziario e nelle costruzioni, favorendo buone condizioni di liquidità”, si dice ancora nell’aggiornamento congiunturale.
I prestiti, invece, sono stati contratti in quasi tutti i principali settori di attività. Un calo, però, “più che compensato dalla significativa crescita dei finanziamenti al comparto energetico”. Stando ai dati, “l’ammontare complessivo dei prestiti alle imprese, comprensivo del comparto energetico, ha registrato una crescita significativa (15,2 per cento a giugno su base annua). Al netto dei prestiti al comparto energetico la flessione del credito alle imprese si è invece accentuata (-6,9 per cento a giugno; -4,5 a dicembre del 2024) e, in base a dati ancora provvisori, il calo sarebbe proseguito anche ad agosto (-8,5 per cento)”.
A questo si legano le politiche di offerta da parte delle banche che “sono divenute gradualmente più prudenti. L’allentamento monetario, avviato nell’estate del 2024, ha contribuito a un’ulteriore riduzione dei tassi di interesse sui prestiti”.
Lavoro e famiglie
Nel primo semestre del 2025 il numero di occupati è ancora cresciuto (0,7 per cento), “sebbene a un ritmo più contenuto nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente”. Da BankItalia spiegano che “l’offerta di lavoro si è ampliata in misura superiore a quella degli occupati (0,9 per cento), determinando un lieve incremento del tasso di disoccupazione (al 4,3 per cento)”.
Il potere d’acquisto delle famiglie ha risentito di una crescita dei prezzi più sostenuta rispetto all’anno precedente (1,0 per cento nella media dei primi nove mesi; 0,1 nella media del 2024) e del rallentamento del reddito, mentre i consumi sono aumentati in misura modesta (0,7 per cento a valori costanti).
Ad attenuarsi è stata “la flessione delle consistenze dei finanziamenti bancari alle famiglie per l’acquisto di abitazioni (-0,9 per cento a giugno su base annua; -1,4 per cento a dicembre 2024)”, dato al quale “ha contribuito l’aumento delle erogazioni di nuovi mutui da parte delle banche (55 milioni di euro nel semestre, in crescita significativa rispetto ai 42 milioni di euro del corrispondente periodo dell’anno precedente)”.
Anche i nuovi prestiti concessi da Finaosta sono cresciuti nel semestre: “Alla ripresa della domanda di mutui, in corrispondenza dell’accelerazione delle transazioni immobiliari, si sono accompagnate condizioni di offerta rimaste nel complesso distese – spiega il report –. Il tasso di interesse medio sulle nuove operazioni non ha subito variazioni di rilievo (3,6 per cento). Il permanere di un differenziale a favore dei mutui a tasso fisso ha continuato a orientare le famiglie prevalentemente verso questa tipologia di contratto”.
Nei primi sei mesi del 2025 “le nuove erogazioni di mutui hanno interessato per l’89 per cento mutui a tasso fisso. Considerando le consistenze dei mutui in essere, l’incidenza di quelli a tasso fisso è salita al 73,4 per cento a giugno 2025 (72,9 a dicembre)”.
Nello stesso semestre “è proseguita l’espansione del credito al consumo, ma a ritmi più contenuti rispetto all’anno precedente (3,8 per cento sui dodici mesi a giugno, a fronte del 4,8 del dicembre 2024). Il costo delle nuove erogazioni per questa tipologia di prestiti è lievemente diminuito (attestandosi all’8,2 per cento nel secondo trimestre; era l’8,4 alla fine del 2024)”.
Questione di credito
Nel complesso – dice sempre BankItalia nella sua indagine – “la qualità del credito a imprese e famiglie è lievemente peggiorata. Nella media dei quattro trimestri terminanti a giugno, il flusso di nuovi prestiti deteriorati in rapporto a quelli in bonis (tasso di deterioramento) era pari al 2,1 per cento per le imprese e allo 0,7 per le famiglie (rispettivamente 2,0 e 0,6 a dicembre 2024)”.
Tra i settori produttivi, “il tasso di deterioramento è aumentato per le costruzioni in seguito ad alcune difficoltà circoscritte a pochi operatori, a fronte di un miglioramento per le imprese manifatturiere”, mentre “l’indicatore rimane stabile, su valori elevati, per le imprese dei servizi”.
A giugno 2025 i depositi bancari di famiglie e imprese sono tornati ad aumentare. “L’aumento a giugno è stato del 9,9 per cento sui dodici mesi (-1,3 del dicembre 2024) – si legge nel documento – ed è ascrivibile soprattutto ai depositi delle imprese (22,8 per cento). Anche quelli delle famiglie, che rappresentano poco più dei tre quinti del totale, sono cresciuti (3,0 per cento)”.
Tra le diverse forme tecniche, “le giacenze in conto corrente sono salite (15,2 per cento), a fronte di un calo dei depositi a risparmio (-4,9 per cento). Ad agosto, in base a dati ancora provvisori, i depositi di famiglie e imprese sarebbero ulteriormente aumentati”.
In tutto questo, “il valore di mercato dei titoli a custodia detenuti dalle famiglie presso le banche è ancora cresciuto, ma ha nettamente rallentato rispetto al biennio precedente”.
Le aspettative? Positive
Nel quadro attuale, “un contesto di elevata incertezza legata all’instabilità geopolitica e alle tensioni commerciali in corso”, le attese per la fine del 2025 e per i primi mesi del 2026 formulate dagli operatori intervistati nelle indagini di Banca d’Italia e di Confindustria Valle d’Aosta “si mantengono positive nei servizi e nelle costruzioni” e, soprattutto, “mostrano un lieve miglioramento nell’industria”.
