Il Consiglio sonda la possibilità di aprire anche in Valle “La Casa dei Papà”

Un progetto, nato in altre regioni, per sostenere i padri separati nelle difficoltà abitative. La mozione approvata ieri sera dal Consiglio Valle. Bocciata invece la risoluzione che chiedeva di modificare le disposizioni che prevedono il volontariato obbligatorio quale requisito per il mantenimento dell'abilitazione di autista-soccorritore a seguito della formazione.
Consiglio Regionale Ph Nicole Jocollé
Politica

Verrà esplorata anche in Valle d’Aosta la possibilità di darà vita a “La Casa dei Papà” per sostenere i padri separati nelle difficoltà abitative. E’ l’impegno assunto ieri dal Consiglio regionale con 28 voti a favore (Lega VdA, La Renaissance, AC, UV, FI, FdI, AdC) e 5 astensioni (PD-FP, AVS).
La mozione, presentata DA Lega Vallée d’Aoste e La Renaissance Valdôtaine ed emendato su proposta dell’Assessore alle politiche sociali, impegna la quinta Commissione consiliare ad avviare, con il supporto delle strutture regionali competenti, un percorso di analisi volto a valutare l’applicabilità e la sostenibilità sul territorio regionale del progetto o di altre iniziative dirette a sostenere i padri separati nelle difficoltà abitative.

“L’aumento esponenziale dei divorzi ha dato voce a una nuova richiesta di assistenza da parte dei padri separati, spesso parte soccombente nelle cause di separazione – ha affermato il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin -. Varie amministrazioni in tutto il territorio nazionale hanno dato vita al progetto “La Casa dei Papà” che prevede l’offerta di alloggi in locazione temporanea gratuita a favore dei papà separati legalmente, con difficoltà abitative ed economiche, destinando loro interventi specifici di accompagnamento verso una nuova autonomia. La Valle d’Aosta non può rimanere indietro: non si tratta di un privilegio, ma di colmare una lacuna per dare un segnale concreto ad una fascia di popolazione che spesso rimane invisibile.”

L’Assessore alle politiche sociali, Carlo Marzi, ha chiesto che “la regia nella gestione di questi servizi sia e rimanga pubblica. Siamo tutti consapevoli della delicatezza della situazione.”

Non è passata invece –  21 voti di astensione (UV, AC, FI) e 11 a favore (Lega VdA, La Renaissance, FdI, PD-FP, AVS), – la risoluzione depositata in Aula dai gruppi Lega VdA e La Renaissance che chiedeva di modificare le disposizioni che prevedono il volontariato obbligatorio quale requisito per il mantenimento dell’abilitazione di autista-soccorritore a seguito della formazione e a prevedere ogni atto utile per reintagrare gli operatori a cui è stato interrotto il contratto, anche utilizzando le deroghe previste dalla delibera del 2024.

“ur comprendendo le motivazioni addotte per l’interruzione dei contratti, legate al mancato completamento delle 100 ore annue di servizio di volontariato previste  – ha spiegato il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin -, pare fosse possibile derogare a questo requisito, ma tale possibilità non è stata applicata. In risposta al nostro question time l’Assessore ha annunciato la possibilità di reintegro dei lavoratori, subordinato al completamento di un corso che, però, non si svolgerà a breve. Stiamo entrando nella stagione invernale, davvero possiamo privarci di queste figure professionali? Davvero questi operatori hanno necessità di queste ore per dare il servizio? Vari lavoratori hanno fornito i giustificativi che segnalavano la presenza di gravi motivi familiari e personali e sono ancora a casa ad aspettare che voi decidiate. State giocando con la vita di tutte le persone: quelle che chiedono soccorso e quelle che i soccorsi potrebbero darli ma sono state fermate per la vostra mancanza di volontà.”

Nel bocciare l’iniziativa l’Assessore Marzi ha spiegato: “Non abbiamo detto che gli operatori potranno essere reintegrati dopo l’effettuazione del corso, ma abbiamo affermato che, verificando le disposizioni regionali in materia, riteniamo, come tra l’altro sostenuto anche dall’Azienda Usl, che gli stessi potranno sostenere direttamente l’esame finale del corso che si terrà a breve termine. Rimane fermo il principio, come espressamente previsto dalle disposizioni regionali, che per maturare il requisito necessario alla stipula di un contratto di somministrazione è necessario aver svolto almeno 12 mesi di attività di volontariato del soccorso. Il 1° novembre scorso non è stato rinnovato il contratto a 9 lavoratori somministrati. È la perdita della tessera regionale di volontario del soccorso, dovuta al mancato svolgimento del monte ore minimo previsto, che ha comportato il venir meno del requisito necessario per poter operare tramite il reclutamento da parte dell’agenzia di somministrazione. Quindi, quando la tessera non è più valida, viene a mancare il requisito che dà titolo a svolgere questa attività e non è più possibile operare in somministrazione per l’azienda Usl”.

L’Assessore ha, quindi, fotografato la situazione degli autisti- soccorritori: ad oggi sono 44 gli assunti dall’Usl Vda con rapporto di lavoro a tempo indeterminato,  38 operatori tecnici specializzati autisti di ambulanza sono in servizi con contratto di somministrazione, mentre i volontari che operano in ambulanza sono 529. 

 

 

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